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Congiuntura.

Dopo la pandemia una solida ripresa

Nel 2021 indicatori confortanti per l'economia vicentina

Il 2021 si è chiuso con un ulteriore consolidamento della ripresa per il sistema produttivo vicentino: a certificarlo è l’indagine congiunturale della Camera di Commercio di Vicenza relativa al IV trimestre dello scorso anno. Numeri sui quali ci sarebbero tutte le ragioni per festeggiare, se non fosse che nel frattempo il conflitto in Ucraina inevitabilmente sta creando una grande incertezza su quelle che potranno essere le ripercussioni economiche della situazione internazionale, non solo in termini di mancato export in Russia, Bielorussia e (inevitabilmente) in Ucraina, ma anche in termini di rincari dell’energia e conseguenze possibili lungo tutta la filiera, nei più diversi settori. Così, i numeri con cui il 2021 si è concluso assumono piuttosto il valore di una rassicurante conferma sulla capacità di ripresa del sistema produttivo vicentino e sulla sua solidità complessiva. In effetti, secondo i dati elaborati dall’Ufficio Studi della Camera di Commercio di Vicenza, dopo il forte sviluppo dei primi due trimestri del 2021 e l’incremento più contenuto registrato nel terzo, la fase di espansione ha ripreso vigore nel periodo ottobre-dicembre. Il periodo analizzato ha visto, almeno nella fase finale, la ripresa delle difficoltà legate alla crisi pandemica e delle tensioni sugli approvvigionamenti, quindi questa forte crescita non era scontata: le variazioni opportunamente destagionalizzate della produzione e del fatturato rispetto al 3° trimestre sono risultate pari rispettivamente a +3% e a +8,7%. Verosimilmente il disallineamento tra le due serie è dovuto ad un primo “effetto prezzi” che si è riverberato anche sull’output della nostra industria. Le serie degli ordinativi riferiti al mercato estero e soprattutto al mercato interno confermano la forza della ripresa in atto (le variazioni destagionalizzate rispetto al 3° trimestre sono rispettivamente +4,6% e +9,1%). L’occupazione nel settore manifatturiero resta sostanzialmente stabile rispetto a fine settembre. Nonostante i numerosi fattori di incertezza la quota di imprenditori che prevede un incremento della produzione nel breve periodo resta molto elevata: presumibilmente l’elevato portafoglio ordini è un elemento di fiducia ma le varie tensioni geopolitiche e sui prezzi mettono a serio rischio la crescita a medio termine. Oltre i livelli pre-pandemia Gli indicatori su base tendenziale e in media annua mostrano che l’industria vicentina, grazie al forte rimbalzo del 2021, ha superato ampiamente i livelli pre-crisi del 2019. Questa fase è ancora “statisticamente anomala”, il confronto tendenziale, e quindi rispetto al 4° trimestre 2020, mostra variazioni degli indicatori molto elevate e positive: +14,2% la produzione e +20,9% il fatturato. Il flusso degli ordinativi interni evidenzia, sempre su base tendenziale, una crescita altrettanto significativa (+20,5%) e più contenuta, ma comunque rilevante, della variazione del flusso di ordinativi proveniente dall’estero (+11,1%). Analizzando la dinamica della produzione media annuale il confronto è fortemente positivo rispetto al 2020 (+20%, ma la prima parte dell’anno era stata caratterizzata dalla chiusura quasi totale delle attività non essenziali), ma è molto significativo che la produzione industriale sia superiore anche rispetto al 2019 (+6%, in media d’anno). Lavoro A fine dicembre l’occupazione nel settore manifatturiero è pari a 143.323 unità, appena al di sotto del dato di settembre (-34 unità) ma più elevata rispetto a dicembre 2020: +0,8%. Sempre su base tendenziale, sotto il profilo settoriale tutte le variazioni sono molto positive: solo l’alimentare mostra una produzione crescente con percentuale sotto alle due cifre. Prendendo in considerazione le ore complessive di CIG del 2021, la riduzione rispetto al 2020 è netta ma non tale da avvicinarsi a ai valori del 2019 (rispettivamente 30,6 milioni nel 2021, 71,5 milioni nel 2020 e 3,9 milioni nel 2019). La diminuzione nei vari trimestri del 2021 è netta e progressiva a comprova di una situazione occupazionale in progressivo miglioramento nel corso dell’anno. Prestiti alle imprese Al 30 novembre 2021 lo stock di prestiti vivi bancari alle imprese è al di sotto della soglia dei 14 miliardi: si registra quindi un valore superiore a quello di fine dicembre 2020 (+0,5%) ma a partire dal dato di fine maggio c’è stato un progressivo, anche se non continuo, arretramento del credito concesso alle imprese. Il sistema bancario sta probabilmente già scontando le aspettative di restrizione della politica accomodante che a breve la BCE si troverà a delineare in considerazione della fiammata inflazionistica in corso. Nei primi undici mesi dell’anno l’ammontare dei prestiti al settore produttivo è aumentato nelle costruzioni (+14,4%) mentre si è leggermente ridotto nel manifatturiero (-0,4%) e nei servizi (-0,2%). (fonte: Ufficio Studi della CCIAA di Vicenza)