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Diplomati.

Aumentano quelli che studiano e lavorano

Fondamentali le attività di orientamento per il dopo-diploma

Affrontare in modo strutturato il tema dell’occupazione non può prescindere da un ragionamento strutturato tra l’evoluzione del mercato del lavoro, inteso anche e soprattutto come fabbisogno di competenze, e l’andamento dei percorsi scolastici e universitari degli studenti italiani. Sul tema, un contributo importante arriva come sempre dall’ultima indagine AlmaDiploma, condotta su un campione di 37 mila (!) diplomati nel 2021. Innanzitutto, il livello medio di gradimento si conferma positivo, anche per quanti hanno vissuto l’impatto della pandemia sul mondo della scuola. Nel 2021 il livello di soddisfazione per l’esperienza scolastica complessiva e per la disponibilità al dialogo dei docenti è tornato sui livelli del 2019, raggiungendo nell’ultimo anno rispettivamente l’80,3% e il 70,4%. Tra il 2019 e il 2021 è migliorata la valutazione per alcuni aspetti dell’organizzazione scolastica. Per esempio per le attività di recupero, apprezzate dal 72,5% dei diplomati del 2021. Inoltre, se tornassero ai tempi dell’iscrizione alla scuola secondaria di secondo grado, oltre la metà dei diplomati confermerebbe la propria scelta: dopo l’aumento rilevato tra il 2019 e il 2020, nel 2021 la quota di chi si riscriverebbe cala leggermente rimanendo comunque maggiore rispetto al dato del 2019 e attestandosi al 60,7%. E dopo la maturità? Tra i diplomati 2021 il 79,4% ha svolto attività di orientamento organizzate dalla scuola per la scelta post-diploma: il dato oscilla tra l’82,7% per i liceali, il 77,7% per i tecnici e il 64,8% per i professionali. Nell’ultimo anno queste attività si sono ridotte, in particolare nei percorsi professionali e nei tecnici, mentre tale diminuzione è molto più contenuta tra i liceali. A un anno dal conseguimento del titolo, il 76,5% dei diplomati del 2020 prosegue la propria formazione ed è iscritto a un corso di laurea (il 59,8% si dedica esclusivamente agli studi universitari, il 16,7% ha scelto di coniugare studio e lavoro); il 14,1% invece ha preferito inserirsi direttamente, ed esclusivamente, nel mercato del lavoro. Come è naturale attendersi, la quota di diplomati iscritti all’università è nettamente più elevata tra i liceali. Tra il 2019 e il 2021 si registra un aumento di quasi 8 punti percentuali nella quota di diplomati che, a un anno dal titolo, dichiarano di essersi iscritti all’università. Ciò è vero soprattutto per i professionali e i tecnici: le difficoltà del mercato del lavoro, fortemente colpito dalla pandemia, hanno verosimilmente influenzato le loro scelte. La quota di chi lavora solamente figura in diminuzione in tutto il triennio in esame (con intensità maggiore per i tecnici e, ancor di più, per i professionali). Al contrario, la quota di chi studia e lavora risulta in aumento, soprattutto nell’ultimo anno. A tre anni dal titolo è dedito esclusivamente al lavoro il 26,5% dei diplomati, il 45,2% si dedica esclusivamente agli studi, mentre il 20,7 % concilia studio e lavoro. A livello di tipo di diploma si confermano sostanzialmente le tendenze evidenziate a un anno.