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Settore agricolo

Filiera corta e giovani energie per l'agricoltura scledense

Nuove sfide da affrontare: costo dell'energia e siccità

Nel corso di un'interessante chiacchierata telefonica con Roberto Garbin di Coldiretti Vicenza abbiamo avuto modo di approfondire quali sono i punti di forza del settore agricolo nel territorio dell'alto Vicentino ed in particolar modo dello scledense, tanto nelle zone pianeggianti quanto nella fascia pedemontana. In materia di forza lavoro impiegata e volumi, i numeri rispetto al settore industriale sono ovviamente più contenuti: nonostante ciò l'entusiasmo e la voglia di crescere non mancano certo. Le aziende agricole del luogo dimostrano ogni giorno con i fatti un forte dinamismo e la capacità di anticipare tendenze vincenti e strategie efficaci. I giovani non mancano certo, sono preparati ed entusiasti, spingono con decisione il tema della filiera corta da tempo, in linea con la strategia “Farm to Fork” dell'Unione Europea del 2020 ed il Decreto Legislativo 228 del 2001. “Farm to Fork” è studiata per trasformare il sistema alimentare europeo, rendendo più sostenibile sotto diversi aspetti e riducendo il suo impatto sui paesi terzi. Le reazioni della società civile alla strategia sono state generalmente positive, soprattutto per gli ambiziosi obiettivi che si pone e per l’approccio globale che la caratterizza. La strategia “Farm to Fork” tocca molti aspetti della filiera, dall’agricoltura fino al modo in cui vengono etichettati gli alimenti. In tempi recenti, anche il settore agricolo nell'alto vicentino è chiamato ad affrontare nuove sfide. Nonostante storicamente la fascia pedemontana sia sempre stata interessata da forti precipitazioni, la scarsità di piogge e conseguente siccità si sta facendo sentire anche nel territorio scledense e dintorni. La mancanza di bacini di stoccaggio potrebbe portare a situazioni critiche nei prossimi mesi, a meno che una brusca inversione di tendenza porti abbondanti precipitazioni e non isolati piovaschi o dannose bombe d'acqua. La costruzione di nuovi bacini sarebbe di grane utilità non solo per il settore agricolo ma anche per tutta la comunità. Un altro problema del settore agricolo nell'Alto Vicentino è legato al consumo del suolo: nonostante le leggi vigenti, la costruzione di nuovi capannoni si sussegue, senza recuperare buona parte di quelli esistenti in stato di abbandono. L'Europa chiede di aumentare la produzione agricola in modo da arginare la mancanza di cereali, mangimi per animali ed altri prodotti importati dall'Ucraina afflitta dalla guerra: una missione difficile quando la cementificazione del suolo avanza senza sosta, dato l'imprescindibile legame tra produzione agricola e suolo disponibile. Un'altra impellente esigenza emersa è l'adozione di politiche forti per l'agricoltura nella zona pedemontana: l'agricoltura in questa zona necessita di iniziative che tengano conto di territori con caratteristiche diverse sia dalla pianura nei pressi dei grandi centri come Schio che dai territori di montagna come Asiago e dintorni. È necessario valorizzare quanto più possibile la fascia pedemontana arginandone lo spopolamento: si tratta di territori dal grande potenziale, da spingere con investimenti e infrastrutture adeguati. L'entusiasmo e la passione dimostrati delle nuove generazioni sono la chiave per il successo, lo strumento ideale per una crescita sostenibile.