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Fronte comune

Imprese e territorio al crocevia del domani

Il rilancio dell’economia della Valle dell’Agno passa inevitabilmente dalla necessità di far convergere le prospettive e i punti di vista di mercato e territorio. Lo chiedono prima di tutto gli attori in campo, dalle imprese ai cittadini che sognano più attrattività, più digitale, più servizi e più attenzione in generale alla qualità della vita. Ma lo chiede soprattutto il sistema globale, che non farà sconti a chi non si adegua al cambiamento in atto. I tempi moderni hanno modificato radicalmente lo scenario economico dell’area, che oggi conta poco meno di 4000 imprese iscritte al registro della Camera di Commercio, per la media di una ogni 16 abitanti. Ed è soprattutto nella composizione dei settori trainanti che si vede la grande differenza rispetto a un passato di tradizione legata alla filiera del tessile. A farla da padrone in valore assoluto sono le imprese del settore edile, complice certamente l’effetto dei bonus edilizi. Al secondo posto le attività della produzione agroalimentare, mentre il terzo gradino del podio si posiziona la produzione meccanica, da sempre presenza forte in questa parte di territorio anche per la vicinanza con il distretto produttivo dell’Alto Vicentino appena al di là del tunnel, e con l’area della concia sul versante opposto. Obiettivi e necessità differenti, ma una grande visione condivisa: tornare a pensare ai luoghi in cui le aziende nascono e crescono con un approccio moderno e legato a doppio filo ai bisogni di una società che evolve in fretta, come spiega Mirco Froncolati, il presidente CNA dell’Area di Sviluppo Associativo Valle Agno.

La voce del pres. Froncolati:

«Sì, da questo punto di vista stiamo facendo notevoli passi avanti prima di tutto nel tentativo di far convergere i tantissimi interessi differenti in un’unica idea di lavoro. Chiaramente da questo punto di vista il ruolo primario lo ricopre la nuova Intesa Programmatica di Area locale. Insomma, il futuro dell’Alto Vicentino inizia a tratteggiarsi da qui».

Quali sono gli argomenti sul piatto?

«All’Ipa spetta l’onere di definire i piani di attività per i territori e per la miglior programmazione degli interventi sostenuti dal PNRR e dai fondi per lo Sviluppo Regionale della Comunità. I temi sul piatto sono tantissimi: dall’acqua alla lotta ai cambiamenti climatici alle tematiche connesse di sostenibilità ed economia circolare, che si intersecano con i temi dell’energia e della mobilità sostenibile, e per estensione con la digitalizzazione e si servizi. Poi un cenno particolare lo merita la realtà di Recoaro Terme, destinataria di contributi legati in particolare al Bando Borghi che se investiti con una visione di comunità possono permettere alla località di riposizionarsi su scala nazionale, innescando nuovi insediamenti d’impresa e lo sviluppo delle attività presenti».

Andando all’operatività più concreta e “spicciola” come state lavorando?

«Il primo passaggio importante sarà la costituzione di tavoli settoriali di dialogo per misurarci in modo segmentato sui temi del territorio, portando nel nostro caso come CNA il punto di vista delle imprese. Subito agganciato a questo è tuttora in atto il grande lavoro per riempire questi filoni verticali di argomenti, riflessioni, sensazioni, obiettivi e punti di vista, per definire una strategia complessiva e condivisa di disegno per tutta l’area».

A proposito di imprese: perché è così strategico il loro ruolo?

«Perché sono presenti in modo orizzontale su tutti i temi che ho citato prima, e con una relazione bidirezionale. Hanno bisogno di ricevere in termini di servizi e opportunità, se pensiamo alle questioni legati alle infrastrutture viabilistiche e digitali, o in generale in termini di strumenti per attrarre, trattenere e formare persone e nuovi talenti. Ma possono dare moltissimo, se messe nelle condizioni di operare con la giusta dose di cultura della nuova impresa».

Oltre alle Ipa, a livello di organizzazione territoriale regionale si parla anche di Aree Urbane. Che differenza c’è?

«Tra le opportunità di rilancio del territorio la Regione ha individuato, oltre alle Ipa, anche 11 Aree Urbane, che otterranno un filone di finanziamento aggiuntivo da utilizzare per iniziative di mobilità sostenibile, edilizia sociale, rigenerazione urbana e culturale, digitalizzazione infrastrutture verdi. Una di queste è l’Area Pedemontana che connette la Valle dell’Agno al Bassanese e all’Alto Vicentino. L’Ipa può essere il soggetto che definisce visioni e strategie di medio-lungo periodo, mentre l’Area Urbana, in stretto rapporto con le IPA del territorio, ha tra le mani l’opportunità di mettere subito a terra le prime pietre miliari lungo il medesimo cammino».

Il ruolo di CNA in questo percorso?

«Noi per primi veniamo dagli incoraggianti segnali di un progetto di “sviluppo orizzontale” tra Vicenza e Verona che in qualche modo ha giocato d’anticipo sui tempi.
Ora vogliamo andare avanti su questa strada studiando ogni area, le sue peculiarità, le affinità e le problematiche diffuse, le possibilità di sviluppo o risoluzione condivisa, mettendo a disposizione di ogni attore in gioco un interlocutore unico, preparato e con una visione d’insieme che possa fare la differenza».