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Progetto pilota

Rinnovabili sotto i piedi grazie alle piastrelle solari

Ricavare energia solare dalle pavimentazioni di parchi, percorsi pedonali e piste ciclabili. È l’ambizioso obiettivo di Barcellona, che sta mettendo in atto un progetto pilota mirato a raggiungere il traguardo delle zero emissioni entro il prossimo 2030. Come? Piastrellando i percorsi pedonali e ciclabili di mattonelle fotovoltaiche in grado di produrre energia pulita, la stessa energia che sarà poi utilizzata per alimentare l'illuminazione pubblica, le colonnine informative e quelle per ricaricare le auto elettriche. Un modo concreto di contribuire alla transizione energetica. L’esperimento prevede l’installazione di cinquanta metri quadrati di pannelli solari antiscivolo in un piccolo parco delle città: genereranno 7.560 kWh all'anno, sufficienti per alimentare tre appartamenti. Tra sei mesi, considerando l’usura e i vantaggi economici, verrà fatta una valutazione sulla fattibilità. Non si tratta di un’idea originale, dato che in Olanda aveva fatto notizia l’installazione di un tratto di 25 metri di pista ciclabile solare nella città di Utrecht: a quelle latitudini l'elettricità generata viene utilizzata per alimentare l'illuminazione e per riscaldare il percorso in inverno,. Altre soluzioni simili per pavimentare aree esterne pubbliche o private con superfici fotovoltaiche sono già in commercio in Europa e negli Stati Uniti. Ceramiche o piastrelle in vetro di vario colore, calpestabili e, a detta dei produttori, in grado di produrre quantità non irrisorie di energia. Tra le soluzioni più gettonate c’è il pavimento flottante, sopraelevato rispetto al terreno attraverso un supporto meccanico regolabile con dei piedini, che lo distanziano da terra tra i 3,5 e i 5 centimetri. Lo spazio sotto al pavimento serve ad alloggiare i collegamenti elettrici, che sono così, facilmente accessibili per ispezioni, manutenzioni e interventi. E in Italia? Il Gruppo di ricerca sul fotovoltaico a concentrazione di Rse (Ricerca sul sistema energetico) ha stimato che una pista ciclabile lunga 5 chilometri e larga 2 metri genererebbe 1,625 gigawattora ogni anno, sufficienti per ricaricare in 12 mesi le batterie di 162.500 auto ibride plug-in. Un risultato eccellente, al momento bloccato dalla mancanza di una normativa specifica che fissi gli standard di qualifica e omologazione oltre che da una serie di problematiche ancora non risolte, come calcoli sulla resistenza meccanica, ridefinizione della geometria delle celle fotovoltaiche e della loro connessione all’interno dei moduli, soluzione ai problemi di pulizia delle superfici.