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Oli esausti

By Athesis Studio

Tra gli elementi più inquinanti, se non adeguatamente smaltiti, ci sono anche gli oli lubrificanti, sia quelli a base minerale che quelli a base sintetica, utilizzati principalmente per il funzionamento dei motori a combustione interna. Un ambito nel quale fortunatamente negli ultimi anni sono stati compiuti progressi significativi. Questo da un lato grazie all’introduzione di normative sempre più precise e severe, dall’altro per effetto del progresso tecnologico. Infatti il continuo miglioramento tecnologico dei motori comporta una riduzione dei consumi di oli lubrificanti soprattutto nel settore automobilistico più che in quello industriale che per esempio nel panorama italiano segna una crescita del trend. L’Italia è da considerare un’antesignana del riutilizzo, da principio per la carenza di materie prime, poi per l’economicità del recupero dell’olio usato, dove una tecnologia via via migliore ha portato la qualità dell’olio rigenerato a coincidere con quella del lubrificante ex greggio. L’applicazione di alcuni principi ambientali come quello di prossimità per attività di riciclo, nonché la gerarchia dei rifiuti che pone il riciclo al di sopra di opzioni di valorizzazione energetica, ha portato i Paesi dell’eurozona ad avviare misure di sostegno a favore dell’industria di rigenerazione.
In Italia, ogni anno vengono raccolti circa 180.000 tonnellate di oli minerali usati, pari al 45% del totale, in leggera ma costante crescita negli ultimi anni.