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Listini in crescita

Allarme materie prime

Allarme sui prezzi delle materie prime. Nelle ultime settimane, secondo quanto riferisce UNIC, l’Unione delle Concerie Italiane, la pelle grezza e i prodotti chimici stanno subendo una fase di pressione molto elevata. Inspiegabilmente, si legge sul sito di riferimento del mondo della pelletteria, di fronte a concerie con il lavoro bloccato e a clienti che hanno diminuito in modo sostanziale la domanda, a causa della situazione pandemica in corso, i listini della pelle grezza sono aumentati in modo generalizzato e irragionevole. Stesso destino si prospetta per i listini di tutta la gamma di ausiliari conciari, come segnalano i produttori chimici. Qualche esempio? Le pelli bovine medio-grandi - vitellame, vacche e tori - crescono senza sosta da 8 mesi e da inizio 2021 i loro listini, in media, sono aumentati del 13%. Il dato peggiora se lo mette a confronto con quello di sei mesi fa, perché ne risulta una crescita triplicata, che arriva a toccare il +36%. Ad emergere in particolare è il toro, che ha segnato un preoccupante +23% tra febbraio e marzo 2021, +35% su fine 2020 e, addirittura, +96% rispetto a sei mesi. Simile il trend delle vacche i cui listini, nell’ultimo semestre, sono cresciuti del 70%. Difficile trovare spiegazioni, dato che il calo delle macellazioni, non sembra così estremo. Analoga tensione anche sui listini chimici, dove molte concerie segnalano che i fornitori avrebbero annunciato, per tutte le tipologie di prodotto, aumenti compresi tra il +5 e il +40%, per una media del +15%. Le ragioni starebbero la difficoltà di approvvigionamento delle materie prime chimiche e le difficoltà nei trasporti, che portano all’aumento dei costi logistici. Ostacoli non di poco conto per una filiera che cerca di mantenere le posizioni di mercato.