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CCIE.

Una rete a supporto dell'export

Sono 84 in 61 Paesi, per un totale di 160 punti di assistenza e 20 mila imprese associate

Passare dalle ricerche su web alla realtà non è così semplice quando si tratta di uscire dai confini nazionali per entrare in nuovo mercato, ma anche su questo fronte il sistema camerale è di supporto alle imprese, attraverso le Camere di Commercio Italiane all’Estero (CCIE).

A dispetto della denominazione, però, si tratta di una realtà piuttosto diversa rispetto alle Camere di Commercio provinciali: le CCIE sono infatti associazioni di imprenditori e professionisti, italiani e locali, ufficialmente riconosciute dallo Stato italiano ai sensi della legge n. 518 del 1° luglio 1970, che operano per favorire l’internazionalizzazione delle imprese italiane e promuovere il Made in Italy nel mondo.

Nate e sviluppatesi come punto di raccolta delle comunità d’affari italiane, le Camere di Commercio Italiane all’Estero si sono consolidate nel tempo, fino a rappresentare una rete capillare e riconosciuta, parte integrante della comunità d’affari dei Paesi in cui operano: l'88% circa delle 20mila imprese associate è rappresentato da aziende locali che riconoscono nell’Italia un partner per il proprio business e/o per operazioni di investimento.

Le CCIE operano nel rispetto di precise linee guida di indirizzo deontologico e la loro attività si caratterizza per una forte capacità di comprensione ed analisi dei mercati internazionali, frutto del radicamento sui territori esteri e del legame con le comunità d’affari e le istituzioni locali.

Altrettanto significativa è una particolare predisposizione al rapporto diretto con le aziende, dovuta alla loro natura di associazioni di imprenditori al servizio di altri imprenditori.

Il tutto con una spiccata propensione a lavorare secondo parametri di efficacia ed efficienza tipici di un’impresa, requisito necessario per offrire servizi competitivi sul mercato.

L’importante lavoro a supporto del Made in Italy e delle imprese italiane svolto sui territori esteri, ha portato le CCIE a diventare uno dei soggetti di riferimento del Sistema italiano di promozione dell’internazionalizzazione, insieme all’Agenzia ICE e all’ENIT, come stabilito dalla Legge n. 56 del 2005, che le indica quale terzo soggetto di promozione all’estero.

Complessivamente, le CCIEE sono 84 in 61 Paesi, per un totale di 160 punti di assistenza, mentre si calcola che i contatti d’affari che ruotano attorno ad essere siano ben 300 mila.

Ma quali sono le motivazioni che spingono le imprese a rivolgersi alle Camere di Commercio Italiane all’Estero? La risposta arriva da una ricerca condotta da Assocamereestero, che evidenzia come essere consentano di ricevere risposta per molteplici necessità: avvalersi di servizi informativi e analisi di mercato (72,3%); ricevere supporto per la ricerca di partner/fornitori e clienti (66,2%); consulenza in materia doganale (58,9%); consulenza per contrattualistica di natura internazionale (57,9%); organizzazioni di missioni all’estero (57,1%).