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Cisl Vicenza

Tutelare i lavoratori conto la povertà con azioni concrete

Raffaele Consiglio

Oggi più che mai per Cisl Vicenza il ruolo del sindacato è quello di difendere i lavoratori, in uno scenario che presenta rischi e difficoltà per certi versi inediti. «Stanno emergendo nuove forme di povertà - entra subito nel vivo del tema il Segretario Generale provinciale Raffaele Consiglio -, perché oggi il disagio economico non riguarda più soltanto chi è senza lavoro o assunto con contratti precari, ma sempre di più tocca anche chi un tempo apparteneva alla classe media.

Troppi lavoratori, pur avendo un regolare impiego a tempo pieno, faticano ad arrivare a fine mese».

La prima causa, naturalmente, è la spirale di inflazione registrata nell’ultimo anno: «Come sindacato sottolineiamo la necessità di mantenere prezzi non speculativi per i beni e i servizi essenziali, mentre oggi i costi dell’energia, le speculazioni sui prodotti di prima necessità e su altri comunque indispensabili per la vita di tutti i giorni stanno mettendo in crisi i bilanci familiari.

La pandemia prima e poi la guerra solo in parte giustificano un simile rialzo dei prezzi e il loro mantenersi su questi livelli: per questo come sindacato chiediamo che le Istituzioni prendano una posizione forte su questa situazione. Serve un nuovo patto tra tutte le parti sociali per sostenere il contenimento dell’inflazione. Allo stesso tempo, dobbiamo rivedere e rilanciare le nostre politiche industriali, perché se è vero che una parte importante dell’inflazione che oggi ci colpisce è “di importazione”, è evidente che non possiamo rimanere dipendenti dall’estero per alcune produzioni».

L’altra faccia della medaglia riguarda i salari: «Come Cisl abbiamo sempre creduto nel principio di sostenere lo sviluppo affinché poi i benefici i possano essere distribuiti, ma i dati ci dicono che oggi in provincia di Vicenza ci sono un’inflazione elevata e retribuzioni contenute, mentre il valore della produzione è in crescita.

C’è qualcosa che non va: occorre rilanciare la contrattazione di secondo livello, dandovi anche una dimensione territoriale così che possano beneficiarne anche i dipendenti delle piccole imprese e delle microimprese». Proprio all’ambito territoriale Consiglio rivolge un’ultima riflessione: «Oggi c’è una grande distanza tra la dimensione regionale e la realtà dei piccoli comuni, una distanza che le province per come sono concepite oggi faticano a colmare. Per realizzare efficaci politiche di sviluppo occorre una dimensione più vicina alla realtà dei territorio.

Dobbiamo ripensare il nostro modello di governance e farlo in fretta, perché al momento siamo fermi al palo mentre altre regioni del nostro Paese stanno correndo».