<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
Confartigianato.

Sempre vicini alle imprese

Il commento del presidente provinciale Gianluca Cavion e l'agenda per il 2023

Il 2023 per Confartigianato Imprese Vicenza sarà anche il primo anno del secondo mandato del presidente Gianluca Cavion, recentemente riconfermato alla guida dell'Associazione in un momento molto particolare per l'economia nazionale e internazionale. «Usciamo da un 2022 dove non sono mancati eventi di grande rilievo - sottolinea Cavion -, in primis il superamento della pandemia, ma anche la crisi energetica e l'aumento dei prezzi delle materie prime, con la conseguente spirale di inflazione. L'auspicio naturalmente è che nel corso del 2023 almeno alcune di queste criticità trovino una soluzione, ma questo non avverrà per magia: ci sono sul tavolo questioni di grande rilevanza sulle quali attendiamo risposte dal Governo»

Quali le principali?

«Sicuramente la questione energetica sarà anche nel 2023 una priorità sulla quale lavorare: occorre porre le basi per favorire una vera autonomia energetica, privilegiando soluzioni per l'autoconsumo e dando finalmente concretezza a quella grande opportunità che è rappresentata dalle comunità energetiche. Per queste ultime ricordo che mancano ancora i decreti attuativi e l’identificazione del perimetro di riferimento delle cabine primarie, ma come Associazione ci stiamo già lavorando, promuovendo la cultura delle comunità energetiche e mappando le disponibilità e le opportunità sul territorio per creare collaborazioni tra imprese, famiglie e istituzioni con il comune obiettivo di raggiungere l'indipendenza energetica».

In questo momento si parla molto della carenza di manodopera. In che misura colpisce le piccole imprese?

«Questo è un tema trasversale alla dimensione aziendale e riguarda in realtà due aspetti: c'è una prima questione qualitativa delle competenze che escono dai percorsi di studio, e c'è una questione quantitativa, perché mancano sempre più figure da inserire nelle aziende, al punto che se continua così alcune si troveranno in seria difficoltà non per carenza di commesse ma perché paradossalmente non sono in grado di far fronte alle richieste. Se ne parla da tanto, ma ancora mancano politiche strutturali di sostegno alla famiglia e di avvicinamento dei giovani al mondo del lavoro: su quest’ultimo punto come Associazioni di Categoria stiamo facendo molto, ma non possiamo sostituirci alle Istituzioni, serve un piano strategico».

Inizia a esserci anche un rischio per la continuità d'impresa?

«Sicuramente: quasi il 50% dei nostri imprenditori ha oltre 55 anni, quindi è lecito pensare che abbiamo circa una decina di anni per lavorare al passaggio generazione di quasi un terzo delle nostre piccole imprese. Questo può avvenire in primis all'interno delle famiglie, ma dove non ci sono le condizioni una valida alternativa può venire coinvolgendo chi tra i collaboratori già presenti in azienda evidenzia spiccate qualità e la volontà di tentare l'esperienza di mettersi alla guida dell’impresa. Abbiamo già esperienze di successo in questo senso nella nostra provincia, ma questo è un percorso delicato e complesso per il quale occorre un accompagnamento: il nostro progetto “Passaggio di valore” risponde appunto a questa necessità».

Oggi piccolo è ancora bello?

«La questione dimensionale non va affrontata come antitesi tra grandi e piccole imprese, al contrario oggi è strategica la loro collaborazione lungo le filiere produttive, anche alla luce delle criticità che ha evidenziato la pandemia sull'affidare produzioni e approvvigionamenti essenziali a fornitori lontani. Le nostre filiere devono ricompattarsi e tornare a essere il più possibile autonome. Non solo, una filiera corta garantisce flessibilità e competitività, perché il prezzo oggi non è più il fattore principale, non nelle nostre produzioni per lo meno. Dobbiamo dunque lavorare insieme per affrontare la concorrenza internazionale e creare insieme nuove opportunità di lavoro per tutte le nostre aziende. Nel nostro territorio abbiamo tante produzioni di eccellenza, le condizioni ci sono».

Nel frattempo le imprese sono impegnate in una doppia transizione, digitale ed ecologica.

«Sono 2 filoni che vanno in parallelo e per i quali come Associazione forniamo alle imprese un vero e proprio accompagnamento, che è indispensabile soprattutto per le piccole imprese. Del resto ci sono forti sinergie tra digitale e sostenibilità: le nuove tecnologie sono alla base dell'efficientamento dei processi e dell'innovazione di prodotto, anche in ottica sostenibile e green. Per questo motivo come Associazione guardiamo in parallelo ai due temi, anche con modelli affini di supporto alle imprese».

Come valuta questi primi mesi del nuovo Governo?

«Arrivando “in corsa” e con una coperta corta in termini di risorse possiamo dire che sulla Legge Finanziaria è stato fatto un lavoro buono. Si poteva fare qualcosa di più per la flat tax ma le risorse sono state concentrate sul mitigare gli effetti del caro-energia. Restano sul tavolo molte questioni strategiche sulle quali però occorre più tempo per valutare».

Un altro tema caldo è stato il riordino del bonus 110%.

«Quando viene dato un arco temporale molto ristretto è inevitabile che si creino degli scompensi, come Associazione abbiamo sempre sostenuto che sarebbe stato preferibile un incentivo anche un po' inferiore, ad esempio al 90%, ma concedendo più tempo per gli interventi. Del resto le agevolazioni per la riqualificazione energetica dovranno diventare in qualche modo strutturali, perché dobbiamo dare la possibilità di recuperare un patrimonio edilizio che sappiamo essere in media molto datato».

Quali i programmi per il 2023?

«Come sempre porteremo avanti la nostra attività di affiancamento alle imprese su tutti i temi strategici per la loro attività, dallo sviluppo delle competenze all’internazionalizzazione, con una particolare attenzione per la digitalizzazione e la sostenibilità».