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CGIL.

Pfas: si faccia la bonifica per fermare l’avvelenamento!

La testimonianza del segretario provinciale Giampaolo Zanni
By Athesis Studio

Sono un cittadino contaminato dai PFAS, perché sono nato, cresciuto e vivo tutt’ora a pochi chilometri dalla fabbrica che ha avvelenato l’acqua che ho sempre consumato. Sono figlio di genitori contaminati e padre di figli contaminati. Quanto avvenuto dal 1965 al 2018 nello stabilimento della RIMAR/MITENI di Trissino, in provincia di Vicenza, è un crimine, cioè una gravissima violazione del diritto alla salute ed alla vita. Un crimine perpetrato in primis contro almeno 500 lavoratori e lavoratrici che per periodi più o meno lunghi hanno lavorato in quell’azienda, soprattutto quelle/i impiegate/ i nei reparti produttivi, nei servizi e nelle manutenzioni, che nel sangue hanno accumulato valori di PFAS senza eguali nel mondo. Parlo di crimine perché penso a P. Z., operaio che lavorava nel reparto “ecologia”, dove gli scarti delle lavorazioni venivano trattati con la calce e messi dentro appositi fusti. P. è morto di tumore, che lo ha colpito prima al rene, poi alla vescica ed infine in metastasi. Nel sangue aveva valori altissimi di PFAS, e non sapeva, non sapeva che queste molecole lo avrebbero potuto portare alla malattia ed alla morte. Il Patronato INCA della CGIL di Vicenza, su mandato della famiglia, ha avanzato una denuncia all’INAIL e chiesto un risarcimento, ma l’INAIL ha respinto la denuncia. Sempre l’INAIL ha riconosciuto però 19 denunce per malattia professionale presentate sempre dall’INCA CGIL Vicenza, ha riconosciuto cioè che è un danno per la salute della/del lavoratrice/tore anche il solo bioaccumulo di PFAS nel sangue. Eppure il medico competente della MITENI, un luminare della medicina del lavoro e docente universitario a Milano, invitato in assemblea dai Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza, diceva ai dipendenti di non preoccuparsi per i PFAS presenti nei loro corpi, e che la massimo avrebbero fatto aumentare la colesterolemia! Che dire del silenzio di chi riceveva i risultati delle analisi del sangue dei dipendenti, che rivelavano valori stratosferici di PFAS, cioè lo SPISAL dell’allora ULSS 5, cui competeva il compito di vigilare sulla salute dei dipendenti E che dire sull’autorizzazione concessa dalla Regione alla MITENI, quando era già emersa la problematica dell’inquinamento da PFAS causato dalle sue produzioni, di produrre GEN X e C6O4, PFAS a cosiddetta catena corta rivelatisi nocivi quanto gli altri, prodotti poi fino al 2018? E cosa dire poi della ICIG, la multinazionale che nel 2009 al prezzo simbolico di 1 Euro ha acquistato la MITENI dalla MITSUBISCHI, che mai si è presentata ai tavoli di confronto da noi richiesti, e che nel 2018, dopo le iniziative dei movimenti contro l’avvelenamento da PFAS e dopo che i dipendenti, su proposta della RSU e di CGIL CISL UIL, si sono rifiutati di lavorare per mancanza di sicurezza in azienda e mancanza di prospettive, la multinazionale ha chiuso la fabbrica e messo in strada i dipendenti? Per tutto questo nel gennaio del 2019 la CGIL di Vicenza ha depositato un esposto in Procura e chiesto che si indaghi su quanto accaduto, sulle responsabilità dei dirigenti aziendali e su quelle di chi avrebbe dovuto controllare. E per questo siamo Parte Civile nel processo in corso, in nome di P., delle persone avvelenate e dell’ambiente violato. È inaccettabile e scandaloso infine, ci rivolgiamo ai Sindaci coinvolti, al Pres. della Provincia ed al pres. della Regione, che ancora non sia iniziata la bonifica del sito MITENI, e che pertanto continui l’avvelenamento della falda, e che tanta attenzione venga invece dedicata al Prosecco ed alla nuova pista per bob a Cortina. Giampaolo Zanni (Testo tratto dalla testimonianza resa ai Commissari Onu venuti nel Veneto per approfondire il tema dell’avvelenamento da PFAS il 4-12-2021)