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Per una ripartenza più solida e sicura

By Athesis Studio

Confcommercio Vicenza guarda al 2022 come ad un anno in cui la ripartenza dovrà essere più solida e sicura rispetto a quella intravista nel 2021. L’anno passato ha, infatti, registrato vivacità nel settore della produzione e anche per quanto riguarda i consumi, con il PIL in forte rialzo. Anche se le stime dell'Ufficio Studi di Confcommercio evidenzino un rallentamento già dal dicembre scorso, nel confronto annuo, la crescita si dovrebbe attestare al 4,4%. Rimangono ancora in forte sofferenza settori come quello del turismo, della cultura e della ristorazione, che solo dal 2023 potranno recuperare i livelli pre-pandemia. In questi due anni e mezzo di convivenza con la l’emergenza sanitaria, le imprese vicentine del Terziario hanno fortunatamente dimostrato una buona solidità e resistenza, qualità che hanno permesso non solo di evitare troppe chiusure definitive, ma di ripartire appena le restrizioni si sono allentate. Nei momenti clou della pandemia, tra lockdown e il susseguirsi di DCPM con le regole sulla mobilità sociale e l’accesso alle attività commerciali, nonché sulla gestione dei ristori per le aziende, Confcommercio Vicenza è stata a fianco delle imprese con informazioni tempestive ed assistenza, operando in tutte le nove sedi mandamentali e la sede centrale di Vicenza, sia in presenza che on line. Solo per dare l’idea del lavoro svolto dagli uffici, ecco qualche numero: oltre 3 milioni e 600 mila le comunicazioni agli associati, in buona parte dedicate a sbandolare la matassa aggrovigliata di norme e interpretazioni sulla pandemia; oltre mille le istanze presentate per consentire alle aziende di intercettare i vari contributi Covid; quindicimila le domande per usufruire degli ammortizzatori sociali nel 2020 e 1.265 nel 2021. Inoltre, il Centro Formazione Esac di Creazzo, la struttura di Confcommercio Vicenza dedicata all’aggiornamento e alla formazione professionale, ha sempre continuato a programmare corsi: negli ultimi due anni, quelli finanziati, quindi a costo zero per le imprese del Terziario, sono stati 847 e hanno interessato oltre 7 mila e 400 tra collaboratori e imprenditori. «Oggi stiamo vivendo una “nuova” normalità, dove le parole d’ordine sono resilienza e rilancio - afferma Sergio Rebecca, presidente dell'Associazione del commercio, del turismo e dei servizi della provincia di Vicenza -. Questa pandemia, come tutti i grandi fenomeni collettivi - spiega - ha portato cambiamenti in molte situazioni della società. Ora per muoversi e per accedere in gran parte dei negozi e dei servizi, così come per bar e ristoranti, serve il green pass, e questa è senza dubbio una modalità che non facilita le attività coinvolte. Permane inoltre una grande incertezza su quando potremo metterci definitivamente alle spalle la pandemia, un aspetto questo che mina la ripartenza vera e definitiva dei settori da noi rappresentati». È sotto gli occhi di tutti come, dopo un’estate con spiragli di apertura e di ripresa, gli effetti della variante Omicron abbiano impattato sul mondo del commercio, della ristorazione e del turismo, provocando nuove chiusure come per le discoteche o “lockdown di fatto” come per le agenzie viaggi e gli alberghi chiusi. «È chiaro che in questa situazione diventa necessario un forte ciclo di ristori, di cassa integrazione Covid con efficacia retroattiva - afferma Rebecca - ed è ciò che Confcommercio sta chiedendo con determinazione al Governo. Inoltre, auspichiamo per tutti un segnale forte, che riporti fiducia nelle famiglie e nelle imprese, tale da garantire una solida ripresa dell’attività economica e sociale. Crediamo ciò possa scaturire dalla combinazione tra i risultati di una forte campagna vaccinale, di efficaci misure di sicurezza e di ristori adeguati alle imprese in difficoltà». Attualmente Confcommercio è altresì impegnata a monitorare un altro fronte preoccupante, cioè quello della crescita dell’inflazione innescata dal rialzo dei prezzi delle materie prime e dall’aggravio dei costi di approvvigionamento energetico. «Il problema sta diventando pressante quanto urgente - spiega il presidente Rebecca -. Pertanto Confcommercio sta chiedendo al Governo di impegnare ulteriori risorse per contrastare il caro bollette e per affrontare, con altrettanta urgenza, il tema della dipendenza dell’Italia dalle forniture estere. È necessario - conclude - un percorso di transizione energetica che consenta di tenere insieme innovazione tecnologica, rispetto dell’ambiente, benefici occupazionali ed economici per cittadini e imprese».