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Confapi.

Misure urgenti per tutelare le imprese

Le proposte del presidente provinciale William Beozzo
By Athesis Studio

La preannunciata ripresa economica dopo l’emergenza Covid-19 rischia di essere vanificata dall’aumento dei costi dell’energia elettrica e delle materie prime. Un nuovo fulmine a cielo non ancora sereno si sta abbattendo nel mondo produttivo, come dimostrano i dati elaborati dall’Ufficio Studi di Confapi in seguito a una ricerca condotta tra gli associati per comprendere l’impatto e le conseguenze che i rincari avranno nei prossimi mesi sulle aziende. Per quanto riguarda i costi energetici, a livello nazionale il 54,8% vanta contratti a prezzo variabile a fronte del 45,2% protetto da prezzo fisso. E già il 43,8% delle aziende coperte da un contratto a prezzo fisso ha in essere un prezzo medio di fornitura di oltre €120/MWh pari ad un aggravio del 100% rispetto al prezzo medio dell’elettricità nel 2019. Nell’insieme, la maggioranza delle PMI che vantano oggi un contratto a prezzo fisso si troverà a rinegoziare i contratti di fornitura tra il secondo e il quarto trimestre 2022. E tenuto conto della condizione di grave tensione che insiste attualmente sul mercato energetico europeo, per la fine del 2022 ci si aspetta una rinegoziazione nell’ordine dei €180/ MWh, pari a un incremento del 200% rispetto al 2019, con un impatto economico della bolletta luce sul sistema industriale italiano ammonta a circa €25 miliardi. Al caro energia si unisce poi il costo delle materie prime, che già a partire dal secondo trimestre del 2020 ha fatto registrare aumenti vertiginosi, colpendo numerosi settori. I prezzi, in molti casi, sono perfino raddoppiati, minacciando non solo i bilanci delle aziende, ma anche i risparmi dei cittadini, destinati a pagare le conseguenze dell’inflazione. Il problema, di portata nazionale, si riflette anche sull’attività delle Pmi del territorio, come denuncia il Presidente di Confapi Vicenza e Pedemontana William Beozzo: «Gli imprenditori ci chiedono a gran voce una mobilitazione con il Governo per individuare misure concrete a sostegno delle aziende. Per questo stiamo sostenendo con forza l’azione della nostra Associazione, che in questi ultimi giorni, in sede nazionale, ha preso parte ad un tavolo convocato al Mise dal Ministro Giancarlo Giorgetti per affrontare la questione. Il nostro Presidente, Maurizio Casasco, ha espresso tutte le nostre preoccupazioni per i forti rincari che rischiano di tagliare le gambe all’attuale ripresa, presentando sia proposte utili per tamponare la situazione nell’immediato, sia misure che possano, nel medio periodo, porre le fondamenta di una politica energetica nazionale a reale supporto dell’intero sistema industriale». Nel tavolo di confronto nazionale, Confapi ha chiesto l’impiego di risorse da investire nei primi mesi del 2022 per tutte le imprese, a prescindere dai consumi energetici. Questo per non favorire, in questo momento di incertezza, le sole imprese che consumano un grande quantitativo di energia, lasciando ai margini le piccole e medie industrie. Il Governo non deve, pertanto, chiedere agli imprenditori nuove garanzie a copertura dei rispettivi consumi, pensando a forti agevolazioni fiscali e ad azioni di contenimento della percentuale di aumento delle tariffe. Tra gli altri interventi a breve termine portati da Confapi sul tavolo della discussione, una possibile estensione della rateizzazione delle bollette, e la creazione di un consorzio comune tra associazioni per negoziare il costo dell’energia con maggiore potere contrattuale. Tra le proposte di medio termine, invece, la riduzione della dipendenza energetica dall’estero, un monitoraggio attento sui legami tra finanza e soluzioni green, e una riforma del sistema di pricing del mercato elettrico. Oltre a questo, servirebbe aumentare l’estrazione di gas nazionale dal Mar Adriatico e potenziare la Tap, tornando a considerare l’ipotesi di utilizzo della tecnologia nucleare di quarta generazione. Anche riguardo alle materie prime Confapi ha le idee chiare. Serve monitorare e controllare in modo efficace il comportamento dei produttori sul fronte antitrust, opporsi alle misure di salvaguardia all’importazione di prodotti siderurgici, e creare un tavolo permanente di analisi e valutazione delle effettive capacità di mercato dei produttori nei settori di oligopolio (Siderurgico, Chimico) con produttori, utilizzatori, distributori per il monitoraggio delle asimmetrie tra domanda e offerta rispetto alla effettiva capacità produttiva installata. «Le criticità, tangibili tra le aziende del nostro territorio, sono di portata enorme, e per questo non facili da risolvere – afferma William Beozzo – ma la nostra Associazione è impegnata in prima linea per spingere il Governo verso l’adozione di interventi concreti e immediati, con l’obiettivo di salvare le possibilità di rilancio per le nostre piccole e medie imprese, dopo le enormi difficoltà vissute nella fase più acuta dell’emergenza coronavirus. Una pronta ripartenza delle nostre aziende è garanzia di un vero rilancio dell’intero sistema economico nazionale, e per questo le istituzioni, a soprattutto a livello europeo e nazionale, devono mettere tra le priorità assolute una risoluzione di queste criticità, che rischiano di mettere un freno allo sviluppo».