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Apindustria.

Il mercato c'è eppure il momento è complesso

Accanto alle imprese in un contesto ricco di insidie
By Athesis Studio

L ’associazione come guida in un momento che - per certi versi - non è mai stato così complicato per gli imprenditori, perché quello che sta accadendo va oltre il naturale susseguirsi di cicli economici positivi e negativi. Prima la pandemia, tutt’altro che superata, quindi la scarsità delle materie prime e le difficoltà nella logistica, ora un’impennata senza precedenti dei costi dell’energia. Una situazione che una volta di più evidenzia l’importanza e il ruolo delle Associazioni di Categoria, come emerge dalle azioni messe in atto da Apindustria Confimi Vicenza per tutelare le PMI del territorio: «La situazione è estremamente complicata - sottolinea il presidente Mariano Rigotto - perché stiamo assistendo a costi dell’elettricità quasi triplicati, mentre quelli del gas rischiano d’essere ancora più alti. Con questi incrementi, ma soprattutto con la rapidità con i quali si sono manifestati, è a rischio la sostenibilità finanziaria di molte aziende, soprattutto in alcuni settori. Penso ad esempio all’alimentare, uno dei vanti del Made in Italy, dove in molti casi il 40% dei costi di produzione riguardava già prima l’energia: ora queste aziende rischiano di chiudere anche se sono delle eccellenze. Senza contare che questi incrementi certamente si rifletteranno sui prezzi ai consumatori: c’è il rischio concreto di un’inflazione a doppia cifra.

 

Noi come Associazione già nei giorni scorsi abbiamo inviato a tutti i parlamentari ed eurodeputati veneti una relazione molto dettagliata, perché è indispensabile intervenire».
In che modo?
«Come Associazione abbiamo chiesto nel breve periodo interventi di raffreddamento dei prezzi energetici per l’industria, come hanno già fatto Germania e Francia. Se ciò non sarà fatto, rapidamente e in misura significativa, anche in Italia, le imprese saranno comunque messe fuori gioco dai competitors europei perché non potranno essere competitive rispetto a questi ultimi. Nel medio periodo però è necessario anche colloquiare con l’Unione Europea per ripensare una strategia energetica che ci consenta di essere autonomi, pur nell’ambito della transizione verso una sempre maggiore sostenibilità ambientale e riduzione dell’utilizzo dei combustibili fossili».

L’altro tema caldo di questi giorni, anche nei luoghi di lavoro, sono i contagi.
«In questo momento abbiamo un 10-15% di personale assente e questo rappresenta un ulteriore elemento di criticità in un momento in cui gli ordini ci sarebbero. A complicare ulteriormente la situazione sono poi le difficoltà per rientrare al lavoro: spesso quando un lavoratore si negativizza non trova posto per fare il tempone nei tempi corretti. Anche su questo siamo intervenuti come Associazione, chiedendo alle aziende socio-sanitarie di accelerare i tempi, anche se comprendiamo le difficoltà di fronte a questi numeri. Con l’apertura alle strutture private la Regione sembra avere accolto la nostra richiesta: vedremo se sarà sufficiente».

Nel resto del mondo com’è la situazione?
«In quello che per le nostre aziende è ancora il mercato principale, ovvero l’Europa, c’è stato evidentemente un contraccolpo legato alla nuova ondata pandemica, con un timido raffreddamento delle richieste, ma gli ordini non si sono interrotti. E lo stesso vale per le aziende che lavorano con gli Stati Uniti e con il Far East. La domanda dunque c’è, ma rimane il problema della reperibilità dei prodotti, sia che si tratti di materie prime sia di componenti, soprattutto componenti elettronici ma non solo. Tutti i fornitori sono in ritardo di alcuni mesi con le consegne e questo mette in ulteriore difficoltà la programmazione delle imprese. Si parla molto del settore auto ma la problematica è generalizzata».

Nel frattempo è stata varata la nuova Legge Finanziaria: com’è il vostro giudizio?
«Alla fine si è cercato di dare un contentino a tutti, mentre servivano soluzioni più mirate verso le attività produttive e quei comparti maggiormente colpiti dalla pandemia. Invece, perseverando nella politica delle elargizioni a 360°, inevitabilmente anche questa Finanziaria sarà meno incisiva nel creare sviluppo. Anche l’imminenza delle elezioni del Presidente della Repubblica potrebbe avere influito, spingendo il Governo a cercare di non scontentare nessuna forza politica».

Nel frattempo i fondi del PNRR sono sempre più vicini
«Sì, ma occorre fare attenzione. Come Associazione, attraverso i nostri quattro Mandamenti, siamo presenti in tutti i tavoli e i patti che i Comuni hanno creato per accedere ai finanziamenti. In particolare il tema delle infrastrutture è strategico anche per le aziende, ma bisognerà fare molta attenzione anche alla fase di realizzazione delle opere. A questo riguardo, siamo molto preoccupati in particolare per le conseguenze che potrebbe avere il cantiere dell’Alta Velocità sulla mobilità: devono essere trovate fin da subito delle soluzioni alternative, altrimenti per l’intera durata dei lavori ci sarà un gravissimo blocco della viabilità».

Quali sono i programmi dell’Associazione per il 2022?
«Innanzitutto manterremo il nostro impegno forte per affiancare e sostenere il mondo della scuola. Penso al progetto Girls & Science promosso dal Gruppo Donne di Apindustria Confimi Vicenza, ma anche al Premio Meccatronica, che quest’anno arriverà alla XXXVII edizione e che coinvolgerà ancora una volta gli studenti degli istituti tecnici provinciali in una competizione a squadre su un progetto proposto da un’impresa associata. Allo stesso tempo proseguiremo la nostra azione di orientamento in questo contesto di grande complessità: penso ad esempio al nostro rapporto di collaborazione con ADACI, associazione di buyer attraverso la quale possiamo trasferire alle imprese notizie sempre aggiornate sull’andamento del costo delle materie prime. E naturalmente continueremo ad accompagnare le imprese per affrontare insieme le nuove sfide che caratterizzano questa epoca, a partire dalla sostenibilità. Su questo, come Associazione abbiamo dato il buon esempio: il nostro Centro Api Servizi è stata infatti la prima società in Italia controllata da un’associazione di rappresentanza datoriale a diventare Società Benefit».