Nel 2023, rileva ISTAT, è ancora solo il 60,7% delle piccole e medie imprese (PMI) ad adottare almeno 4 attività digitali sulle 12 utilizzate per comporre il Digital Intensity Index. Non solo, la mancanza di competenze frena l’adozione di tecnologie di intelligenza artificiale nel 55,1% dei casi. “Le PMI italiane non hanno ancora compreso l’importanza della digitalizzazione. Spesso vista come un privilegio delle grandi aziende, è invece un percorso accessibile e cruciale per aziende di qualsiasi dimensione. Tra l’altro va di pari passo con la sostenibilità, permettendo di raccogliere dati utili a quantificare i consumi” sottolinea Nicole Tassotti, presidente Comitato Piccola Impresa di Confindustria Vicenza.
Il vantaggio della digitalizzazione si estende dall’analisi predittiva, fondamentale per prevenire guasti e interruzioni di produzione, fino all’ottimizzazione ed efficientamento della gestione ordini o del customer care.
“Le sfide ci sono. Trovare finanziamenti adeguati, formare il personale e superare la diffidenza verso consulenti esterni rimangono ostacoli significativi. Per questi aspetti, però, l’Associazione può fornire adeguato supporto anche grazie alla collaborazione con SMACT Competence Center. Spesso, gli investimenti in digitalizzazione possono sembrare intangibili e i loro benefici non immediatamente evidenti. Tuttavia, come testimonia chi ha già intrapreso questo percorso, si tratta di investimenti a lungo termine essenziali per la sopravvivenza e il successo dell’impresa” conclude Tassotti. La digitalizzazione non rappresenta un fine, ma un punto di svolta che porta con sé nuove opportunità di innovazione. Le aziende possono sviluppare nuovi prodotti o servizi, o migliorare quelli esistenti grazie al supporto delle tecnologie digitali. La digitalizzazione può contribuire infine alla sostenibilità ambientale, ad esempio riducendo l’uso della carta o ottimizzando le catene di approvvigionamento per ridurre le emissioni di CO2.