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Cooperazione

Un modo diverso di essere impresa

Quando si parla del valore del “mettersi insieme” per lo sviluppo economico, non si può non dedicare una riflessione anche al mondo delle cooperative. Il loro è un modello d’impresa antico, eppure assolutamente moderno e ancora altamente competitivo, come dimostrano anche i dati. Secondo i numero forniti dall’ICA (International Cooperative Alliance), nel mondo la cooperazione genera un fatturato annuo di circa 2.000 miliardi di dollari considerando soldo le top 300 imprese cooperative nel mondo, sulle oltre 3 milioni di cooperative censite in 156 Paesi, senza dimenticare che gli occupati sono oltre 280 milioni. In Italia, l’universo delle società cooperative e consorzi cooperativi che possiamo considerare attivi risulta composto da 61.274 imprese distribuite piuttosto uniformemente nei principali settori economici. Si evidenzia tuttavia nel complesso una maggiore rappresentatività dei comparti dei servizi di supporto delle imprese, delle costruzioni e delle attività immobiliari, della sanità e assistenza sociale, della logistica e dell’agricoltura. In termini occupazionali, mediamente, ogni 1.000 residenti, 18,6 sono occupati in cooperativa. Sulla base dei bilanci e dei dati sull’occupazione disponibili, il settore cooperativo italiano sviluppa complessivamente un fatturato di oltre 122 miliardi di euro, pari al 4% del fatturato delle imprese private italiane (Istat, 2017), e occupa 1,18 milioni di addetti che rappresentano oltre il 7% dell’occupazione complessiva registrata nelle imprese private italiane (Istat, 2017). Circa il 60% degli occupati si concentra nelle cooperative e nei consorzi con sede legale nelle regioni settentrionali del Paese nonostante il 66% del numero delle imprese sia invece distribuito nell’area centro meridionale e nelle isole. Il 70% del fatturato complessivo è generato dalle imprese dell’Italia settentrionale con una netta prevalenza del Nord Est del Paese, trainato dall’Emilia Romagna, che genera a sua volta il 50% del volume d’affari totale con una capitalizzazione media circa dieci volte superiore a quella registrata tra le imprese del Sud e delle isole. Il 57% degli oltre 122 miliardi di valore della produzione complessiva della cooperazione italiana si concentra nelle 242 imprese con un fatturato che supera i 50 milioni di euro, mentre quasi il 90% delle imprese non supera i 2 milioni di valore della produzione sviluppando complessivamente una perdita di esercizio di 20 milioni di euro e l’11% del fatturato complessivo. La quasi totalità delle cooperative è classificata infatti come PMI, mentre le grandi cooperative sono 116. Le province dove a livello numerico è più elevato il peso delle grandi imprese sul totale delle cooperative per provincia sono quasi esclusivamente collocate nel Nord del Paese e nello specifico in Emilia Romagna, Lombardia e Piemonte. Il tutto per una forma sociale - la cooperazione - che come si diceva inizialmente è sì antico, ma continua a registrare anche la nascita di nuove realtà. Sono infatti il 7% le imprese attive da più di 50 anni e sviluppano circa il 32% del valore della produzione. Tra i 5 e i 25 anni di attività è invece concentrato il più alto numero di imprese. Sono 568 le imprese ultracentenarie del campione, di queste sono 448 le cooperative di cui si dispone dei dati di bilancio con un volume d’affari totale di oltre 7 miliardi di euro di fatturato. Per quanto riguarda gli ambiti di attività, invece, tra i settori trainanti della cooperazione italiana il commercio, a fronte di una rappresentatività campionaria del 9%, sviluppa il 36% del fatturato complessivo e dell’utile d’esercizio, patrimonializzando il 34% delle risorse. Nel comparto della sanità e dell’assistenza sociale, il più rappresentativo in termini numerici, sono impiegati il 29% degli occupati totali. Il capitale sociale si concentra tuttavia principalmente nei settori del commercio, dell’agricoltura e dell’industria alimentare. Il rapporto tra occupati e capitale sociale nei vari settori, indica che i comparti più labour intensive sono la sanità e assistenza sociale, l’istruzione e il trasporto e magazzinaggio. In linea generale si può affermare che il 60% circa delle cooperative attive, con dati di bilancio si concentra nei settori delle costruzioni e delle attività immobiliari, dei servizi di supporto alle imprese, della sanità e assistenza sociale e dell’agricoltura.