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CGIL

Tre emergenze: salute, lavoro e coesione sociale

Giampaolo Zanni
Giampaolo Zanni
Giampaolo Zanni
Giampaolo Zanni

Viviamo una fase difficile. «Il nostro Paese - sottolinea Giampaolo Zanni, segretario generale provinciale di CGIL Vicenza - è flagellato da decine di migliaia di vittime causate dalla pandemia, è abbruttito dalle conseguenze di prolungate misure di distanziamento sociale ed è sfiancato da una crisi economica che ha colpito l’insieme del mondo del lavoro, dipendente e non, ed in particolare le categorie che già erano più deboli, come i precari, i giovani e le donne. In questa situazione riteniamo che tre dovrebbero essere le emergenze sulle quali intervenire, in nome di una speranza di rinascita». «La prima - prosegue Zanni - si chiama salute delle persone, bene primario da difendere. Questo implica nell’immediato applicare tutte le disposizioni utili a vincere la pandemia ed in prospettiva investire in infrastrutture, mezzi e soprattutto personale, per avere una sanità pubblica in grado di prendersi cura dei cittadini e favorire il loro benessere fisico e psichico. La seconda si chiama coesione sociale. La pandemia ha allargato la forbice della disuguaglianza sociale nella distribuzione del reddito, della ricchezza e delle reti di sostegno, fenomeno che ha favorito il dilagare del disagio sociale, della divisione sociale, delle chiusure xenofobe e del riemergere di messaggi neo-fascisti purtroppo mai sepolti. La coesione sociale è indispensabile se vogliamo una società aperta, accogliente e democratica. E per costruirla servono politiche fiscali e sociali e occorre puntare sull’istruzione, sull’assistenza, sull’attenzione verso gli anziani, i giovani, i migranti, le donne, sulla prevenzione del disagio e su una cultura di parità di genere. La terza si chiama lavoro. Un lavoro per tutti, che sia riconosciuto nella società e permetta un’esistenza dignitosa, è condizione per avere uguaglianza, libertà e democrazia». Di qui l’appello: «Occorre uno sforzo collettivo per proteggere quello che esiste e per crearne di nuovo, non sprecando le enormi risorse che finalmente la UE ha messo a disposizione con il Programma NGEU, per favorire la ripresa economica e l’occupazione investendo sulla sostenibilità ambientale e sociale, sull’innovazione tecnologica, sulla sanità e sulla scuola. Lo si protegge nella crisi attraverso ammortizzatori sociali alternativi ai licenziamenti di massa, come abbiamo fatto nel corso di questi mesi e come occorre continuare a fare nei prossimi». I primi dati dell’INPS sono allarmanti: a fine 2020 risultano in provincia oltre 5.000 lavoratrici e lavoratori in meno rispetto alla fine del 2019 e le ore utilizzate di Cassa Integrazione Guadagni sono ancora elevate». L’analisi di Zanni punta l’attenzione anche su due situazioni specifiche, arrivate all'attenzione dell'opinione pubblica nelle ultime settimane e che stanno mettendo in grave pericolo il lavoro di alcune centinaia di vicentini: «Proprio per queste ragioni è inaccettabile che venga chiusa un’azienda come la FORALL di Quinto Vicentino, che impiega oltre 400 persone, in prevalenza donne. L’iniziativa sindacale, la mobilitazione dei dipendenti e l’appoggio dei sindaci ha permesso l’apertura di un tavolo di crisi presso il Ministero, ma senza un piano industriale di rilancio della produzione, che la proprietà o altro soggetto imprenditoriale, magari su spinta di Confindustria, devono costruire e proporre, l’aiuto dello stato, già messo in campo, e la collaborazione delle maestranze, non saranno sufficienti a scongiurare un gravissimo danno al paese. E per le stesse ragioni va respinta la decisione di ABB di Marostica, che occupa oltre 100 persone, oltre a tutto l’indotto, di delocalizzare la produzione in altro paese europeo allo scopo di aumentare i profitti. Anche in questo caso abbiamo subito organizzato iniziative di sciopero e di protesta dei dipendenti, sono stati chiamati a sostegno sindaci, forze politiche e parlamentari, e la mobilitazione proseguirà fino ad un cambio di decisione della Direzione dell’azienda».