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Apindustria Confimi Vicenza

Le imprese "tengono" ma cresce l'incertezza

Mariano Rigotto
Mariano Rigotto
Mariano Rigotto
Mariano Rigotto

Comincia dalla stretta attualità l’analisi di Mariano Rigotto, presidente di Apindustria Confimi Vicenza. L’Associazione, infatti, ha appena completato un’edizione aggiornata della propria indagine congiunturale, che evidenzia una situazione in peggioramento rispetto alle rilevazioni precedenti e all’insegna di una forte incertezza per il futuro: per il II semestre dell’anno appena concluso, infatti, il 46% degli imprenditori intervistati dichiara una diminuzione o forte diminuzione del fatturato, il 41% della produzione e il 45% degli ordini. E le previsioni per il I semestre del nuovo anno sono all’insegna della grande incertezza, se non di un aperto pessimismo: il 52% prevede un fatturato stabile, ma una quota rilevante (40%) si aspetta un’ulteriore contrazione; solo il 25% prevede una crescita. «È vero - sottolinea il presidente Rigotto - che c’è una quota significativa di aziende, soprattutto metalmeccaniche, che sta continuando a lavorare e ha in programma anche nuove assunzioni nei prossimi mesi, tuttavia mai come in questo momento abbiamo una percentuale così elevata di imprese che dichiara indicatori in negativo o che comunque esprime timori per il futuro. Inoltre è vero che la capacità di internazionalizzazione è un nostro punto di forza, ma l’80% delle nostre imprese esportatrici si muove comunque all’interno del mercato europeo, che da un anno è quasi fermo, a differenza di altri mercati che pur colpiti dalla pandemia si sono mantenuti più vivaci. Indubbiamente quindi la situazione è preoccupante, e come se non bastasse il perdurare della pandemia, più recentemente si è aggiunto anche un altro fenomeno: dal mese di dicembre stiamo assistendo ad un brusco e ingiustificabile rincaro di molte materie prime, frutto di mere speculazioni. Una situazione che rischia di colpire ulteriormente la marginalità delle imprese, già diminuita nell’ultimo anno e mezzo». Nel frattempo il Governo italiano non è mai apparso così debole: «Senza entrare nel merito delle posizioni assunte dai singoli partiti- commenta Rigotto -, è inconcepibile che in un momento come questo si sia aperta una crisi senza avere una via di uscita chiara. Tutto ciò non può che accrescere il senso di insicurezza delle imprese. Al contrario, ancora una volta dobbiamo ribadire che serve un piano strategico, identificando le priorità per il prossimo decennio. La politica delle piccole elargizioni a pioggia serve a poco». In questo delicato contesto, gli imprenditori vicentini confermano il proprio senso di responsabilità anche sul piano sociale: nonostante il momento difficile, solo un 15% pensa di ridurre l’organico una volta terminato il blocco dei licenziamenti, ma si tratta comunque di un dato in aumento rispetto alla precedente indagine. Rimane relativamente diffuso però il ricorso agli ammortizzatori sociali, a conferma delle difficoltà di molte aziende: nel II semestre del 2020 li ha utilizzati quasi il 63% e un 43% prevede di farvi ricorso anche nei prossimi mesi. Tra le difficoltà segnalate vi è anche l’utilizzo efficace dello smart working: il 78% ha smesso di utilizzarlo e il 74% prevede di non continuare a farlo in futuro. Gli imprenditori confermano invece il proprio impegno sul fronte degli investimenti: nei prossimi mesi, nel 69% delle imprese si manterranno su un livello stabile e addirittura il 18,5% li incrementerà; il 27% prevede invece una loro diminuzione. Anche le aree di investimento prioritarie rimangono confermate: miglioramento dei processi, formazione del personale, sviluppo di nuovi prodotti e investimenti IT. In questo contesto, il ruolo dell’Associazione è più che mai di supporto alle imprese: «Un primo tema è quello di aiutarle a orientarsi tra la miriade di provvedimenti che si stanno susseguendo - sottolinea ancora Rigotto - ed è quello che come Apindustria Confimi Vicenza abbiamo fatto fin dall’inizio, attivando un servizio di informazione via whatsapp al quale sono ormai iscritti oltre 600 imprenditori. Parallelamente c’è il tema di sostenere la competitività e la crescita delle aziende in un contesto così difficile e a questo riguardo il 27 gennaio partiremo con un ciclo di appuntamenti, uno ogni due settimane, rivolti proprio agli imprenditori, per approfondire insieme, anche se in videoconferenza, diversi temi, tutti strategici per la competitività delle nostre imprese: dall’efficientamento dei processi interni alla sicurezza informatica, dagli strumenti di finanziamento ad un nuovo progetto per l’internazionalizzazione. Insomma, puntiamo a offrire ai nostri associati tutte le conoscenze e gli strumenti che possono essere utili per la competitività delle loro attività».