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Confindustria Vicenza

Competenze e risorse per avere fiducia

Luciano Vescovi
Luciano Vescovi
Luciano Vescovi
Luciano Vescovi

Tutti i segnali lo dicono: «Ci sarà ancora tanto da faticare per liberarci dalla pandemia e costruire un mondo nuovo, migliore del precedente. Ma far parte di una comunità di imprenditori come la nostra, fatta di persone che condividono l’etica del duro lavoro, del sacrificio, del senso del dovere ma anche di passione e piacere nel creare qualcosa di importante, mi fa sicuramente guardare al futuro con ottimismo». Il Presidente di Confindustria Vicenza Luciano Vescovi rappresenta così il sentiment dell’associazione Industriali all’inizio di un anno, il 2021, che si spera possa condurre il mondo ad uscire dalla crisi pandemica. «Credo fermamente - dice Vescovi - che, a fronte anche di quanto hanno dimostrato le istituzioni nazionali e sovranazionali, lo sforzo più importante e più efficace sarà quello che svolgeranno tutte le persone che ruotano attorno al mondo delle imprese». Non a caso Vicenza, provincia più industrializzata d’Italia, è il territorio che ha risposto meglio di ogni altro, in tutta la nazione, alla crisi del 2008, come certificato dal Sole 24 ore. «Quello fu un segnale di come la nostra reattività e i nostri solidissimi fondamentali fossero ciò su cui far perno per poter affrontare ogni futura difficoltà. E così è stato anche questa volta, anche se questa crisi ha ragioni e ripercussioni molto diverse - spiega Vescovi -. Ad ogni modo, fin dal primo momento, le imprese si sono dimostrare reattive (ricordiamo tutti i DPCM pubblicati la notte ed entrati in vigore dalla mattina seguente) e attente nell’applicare rigorosamente tutte le prescrizioni, nonostante fossero spesso confusionarie e a volte contradditorie. Non solo, nonostante le accuse strumentali e nonostante gli attacchi indiscriminati, siamo riusciti a rimanere in piedi e a fare impresa in sicurezza. E i fatti hanno dato ragione a chi ci credeva: nelle imprese che rispettano le regole, a prescindere dal codice Ateco, i focolai sono stati evitati e i contagi che arrivavano da fuori sono stati intercettati grazie alla serietà e alla collaborazione degli enti preposti, dallo Spisal alle istituzioni sanitarie. Nella tragedia che ci ha colpito a tutti i livelli, questa è stata una vittoria di tutto il sistema», continua Vescovi che quest’anno conclude il suo mandato di Presidente degli Industriali di Vicenza. «Certo, non bisogna prendersi in giro: ci aspettano ancora tante prove difficili, a livello umano e lavorativo. Ma in Confindustria Vicenza mi sono sentito circondato da amici su cui poter contare e ho cercato di fare il possibile affinché ognuna delle persone che fa parte di questa associazione potesse provare lo stesso senso di appartenenza - aggiunge -. E le lettere, le parole e i volti delle colleghe e dei colleghi mi hanno testimoniato che questo sentimento è una ricchezza condivisa da moltissimi, forse da tutti». Per questo, tra le mille difficoltà del Sistema Paese, moltissimi imprenditori continuano ad investire nel Vicentino. Non sorprende, quindi, che l’ultimo report Conti Economici Territoriali dell’Istat riveli come Vicenza sia la seconda provincia d’Italia, dietro solo a Modena, per valore aggiunto pro capite prodotto dal settore industriale. Con 12.200 euro per ogni abitante, infatti, si mette alle proprie spalle realtà molto consolidate come Reggio Emilia, Parma, Lecco, Brescia, Bergamo, Treviso, Bologna e Mantova. «Questi dati ci indicano chiaramente dove si debba puntare per rilanciare il nostro territorio dopo un anno tremendo. Non dimentichiamo che l’Italia è la seconda manifattura d’Europa e componente del G7 e che l’economia, anche quella dei servizi e del commercio, è trainata dal comparto manifatturiero. A Vicenza e in Veneto siamo un’eccellenza a livello mondiale, ma per continuare ad esserlo anche dopo questo 2020 di totale cesura col passato, dobbiamo assolutamente puntare sulla qualità delle nostre produzioni. E per farlo non c'è altro da fare che investire in formazione e ricerca».