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CISL

Apriamo un tavolo locale di confronto sulla ripresa

Raffaele Consiglio
Raffaele Consiglio
Raffaele Consiglio
Raffaele Consiglio

La crisi come opportunità di superare le divisioni, gli interessi di parte e le posizioni pregiudiziali, perché mai come in questo momento storico gli obiettivi non possono che essere condivisi. Comincia con questa considerazione l’analisi di Raffaele Consiglio, segretario generale provinciale di Cisl Vicenza: «È ora di praticare la coesione sociale. Predicarla non basta più. Nel giro di un anno la pandemia ha portato alla distruzione, o quasi, del nostro tessuto economico, ma anche sociale e relazionale: è una ferita per tutta la comunità, non solo per l’economia. Per uscire da questa crisi, il primo requisito diventa allora mettere in atto un nuovo atteggiamento: il mondo della politica, le rappresentanze dei lavoratori e quelle degli interessi economici devono costruire dei percorsi di concertazione che permettano a tutti di partecipare alla governance dei futuri processi di sviluppo. Costruiamo uno spazio di condivisione, anche immedesimiamoci nei bisogni degli altri. Quello della coesione sociale e concertazione è un grande tema, che come Cisl promuoviamo da tempo, ma credo che oggi sia più facile concretizzarlo perché abbiamo tutti un obiettivo comune: scongiurare l’arretramento economico, ma anche sociale e culturale al quale può portarci una crisi di questa portata. Il virus è un nemico comune, ma come tale rappresenta anche qualcosa che può finalmente unirci tutti». Uniti sarà più semplice affrontare alcuni temi prioritari per costruire la ripresa post-Covid. «Il primo è la formazione: lo affermiamo da tempo e lo ribadiamo oggi, di fronte alla prospettiva per i lavoratori e per le imprese di affrontare un mondo profondamente cambiato servono nuove competenze e occorre che queste siano in linea con le nuove esigenze del mondo del lavoro. Per questo occorre creare percorsi di formazione più strettamente collegati con le attività economiche: solo così si potrà generare lavoro. E per farlo, possiamo iniziare da quei poli produttivi che rappresentano delle eccellenze riconosciute: nel nostro territorio ce ne sono diversi, facciamo in modo che dialoghino sempre di più con il mondo della scuola e della formazione in genere». Allo stesso tempo, la presenza di questi poli produttivi di eccellenza può essere anche un’opportunità per favorire il consolidamento del nostro tessuto economico: «Abbiamo la necessità di aggregare per filiere imprese che in apparenza sembrerebbero avere interessi diversi. Già oggi il nostro tessuto produttivo è composto da molte filiere: al momento, però, nella maggior parte dei casi si tratta di situazioni informali, ma su queste risorse dobbiamo costruire dei veri e propri distretti industriali, riconosciuti anche a livello istituzionale, così da coinvolgerli attivamente nel dialogo con le istituzioni. Questo anche per un altro motivo: un’azienda inserita in una filiera virtuosa è una realtà radicata nel territorio, con il quale si instaura un rapporto di reciproco sostegno». Un territorio organizzato per filiere, con un dialogo forte e costruttivo tra forze economiche e istituzioni locali sarebbe anche più attraente per nuovi investimenti: «La competitività del nostro territorio passa attraverso la capacità di costruire un confronto costruttivo, in grado di trovare rapidamente soluzioni efficaci. Perché oggi non è più il costo del lavoro ad attirare gli investimenti, per lo meno non per il tipo di produzioni sulle quali deve puntare l’Italia: a fare la differenza è la capacità del territorio di dare risposte, ad esempio velocizzando la burocrazia e mettendo a disposizione competenze adeguate». Da qui la proposta di Cisl Vicenza: «Quale sarà il Paese di domani lo dobbiamo decidere oggi, programmando azioni concrete e chiare, ed io penso che il cambiamento debba partire dalle scelte locali. Il mio appello è dunque quello di costruire un tavolo locale di confronto sulla ripresa post-Covid, nel quale innanzitutto delineare insieme degli obiettivi comuni».