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Il punto di Sandro Venzo.

Serve attrezzarsi per affrontare un autunno che appare difficile

Presidente del mandamento di Bassano di Confartigianato Vicenza

«Le previsioni per i prossimi mesi sono preoccupanti e in questo contesto, che a livello mondiale è di grandissima incertezza, quello che possiamo fare noi imprenditori è cercare di accorciare il più possibile le filiere, per salvaguardare almeno l'economia locale, e prepararci ad affrontare tempi difficili». Sandro Venzo, presidente del Mandamento di Bassano di Confartigianato Vicenza, è preoccupato. Lo scenario economico e geopolitico che si sta profilando in questi mesi non lascia infatti ben sperare in una rapida uscita dalla crisi internazionale generata prima dalla pande- mia, poi dalle impennate dei prezzi delle materie prime e delle fonti energetiche e ora anche da una guer- ra, quella in corso in Ucraina, dagli esiti incerti. «Al momento, a causa degli incrementi sui costi (dovuti anche a grosse speculazioni), l'inflazione sta galoppando ed è arrivata al 7,7 per cento, provocando una sostanziale riduzione del potere d'acquisto e dei consumi – spiega il rappresentante dell'associazione di categoria-. Questo, chiaramente, si traduce in un calo economico».

Il timore è quindi quello arrivare all'autunno in piena stagflazione, ossia in una situazione in cui all'aumento generale dei prezzi si accompagna anche una mancata crescita economica (stagnazione). «In economia questa è l'ipotesi peggiore – fa presente Venzo – e per scongiurarla bisognerebbe aumentare gli stipendi, in maniera da evitare la frenata sugli acquisti. Al momento però fare questo è davvero impossibile».

Come non bastasse, le imprese del territorio si trovano in questo periodo a fare i conti anche con i risvolti meno piacevoli della globalizzazione. «In diverse aziende la produzione rischia di bloccarsi perché le forniture di materiali e componenti in arrivo da paesi come la Cina sono bloccate – ricorda il presidente mandamentale -. Sembra che il problema sia legato ancora alla pandemia, dato che Pechino avrebbe attuato questo tipo di azioni restrittive con l'obiettivo di essere "Covid - free". Il problema, ad ogni modo, dovrebbe farci riflettere in maniera più ampia sulle passate politiche di delocalizzazione, che oggi non appaiono più così vantaggiose. Anzi, in questo momento, sarebbe più opportuno ridurre i passaggi di filiera, riportando l'attenzione sul territorio».

«Resta poi il fatto – attacca – che in Italia manca completamente un piano industriale e, dopo l'ultima tornata elettorale, c'è anche la possibilità che aumenti il rischio di una crisi di Governo e cresca quindi l'instabilità politica».

Fuori dai confini il quadro non è migliore, con una guerra alle porte dell'Europa che preoccupa sempre di più e scoraggia gli investimenti importanti. «Sembrava che questo conflitto dovesse durare una settimana e invece sono passati mesi e ancora non si sa quando finirà – commenta Venzo -. E questo fa paura». Il futuro, quindi, è quanto mai incerto e molti temono che in autunno la situazione non migliorerà, tanto che la tendenza è quella di anticipare le scadenze degli ordini al 31 luglio. «Alcuni economisti fanno notare che ci sono tutte le condizioni per una “tempesta perfetta” - chiude Venzo -. Stiamo alla finestra, attrezzandoci per superare questo periodo complesso».