<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">

Meno carne nella dieta, ma di qualità. La filosofia del reducetarianesimo

Vantaggi per la salute e focus sullo sfruttamento

Se per la maggior parte dei consumatori la scelta vegetariana o vegana sono troppo estreme per essere portate avanti più di qualche settimana, si fa sempre più strada la filosofia dei reducetariani. L’idea è quella di non rinunciare a bistecche e costate, ma di controllare la quantità e soprattutto la qualità. Meno carne e pesce e formaggi, dunque, ma di qualità maggiore. Il nuovo movimento alimentare è stato lanciato da Brian Kateman, ricercatore dell’americana Columbia University nel dipartimento di Ecologia e biologia ambientale. Una sfida possibile per chi non è disposto a eliminare del tutto gli alimenti di origine animale dalla propria dieta. Un’abitudine che insegna a prendersi cura della salute, ma anche a compiere una scelta alimentare attenta allo sfruttamento degli animali e all’ambiente. Come procedere? Niente carne a cena se la si è mangiata a pranzo; un’intera giornata a settimana senza pietanze di origine animale; scegliere solo prodotti derivati da bestiame nutrito al pascolo, piuttosto che negli allevamenti intensivi. Il movimento, che si riunisce sotto la sigla Reducetarian blog, è stato accolto positivamente dalla piattaforma di crowdfunding Indiegogo, dove i promotori “reducetariani” hanno raccolto oltre 20mila dollari. Soldi che saranno spesi per promuovere ricerche e corsi scolastici su alimentazione e sostenibilità ambientale.