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Il bacalà alla vicentina. Sapore unico che riscalda lo stomaco e il cuore

La storia di questo piatto inizia molto lontano dall’Italia ossia da Rost, una delle isole di Lofoten, dove un mercante veneziano che era scampato a un naufragio fini sulle coste di quest’isola norvegese. Durante il soggiorno sull’isola, scoprirono le golosità culinarie e le tradizioni del posto, legate principalmente al pesce e alla lavorazione del merluzzo. Nello specifico non poterono che notare il metodo utilizzato per conservare il merluzzo, ossia lasciandolo essiccare al sole e al freddo dei venti nordici per diversi mesi. I norvegesi lo chiamavano stockfiss, ossia stoccafisso, e quando i sopravvissuti al naufragio tornarono in Italia lo portarono in Veneto, dove divenne negli anni un piatto tipico della tradizione. Il baccalà o meglio lo stoccafisso, è dunque arrivato tantissimo tempo fa sulle coste italiane, portato dai mercanti che ne hanno scoperto sia il metodo di conservazione sia il gusto prelibato. I vicentini videro così nello stoccafisso una buona alternativa al pesce fresco che era facilmente deperibile. E da qui nacquero gustosi piatti come la ricetta del baccalà alla vicentina. La ricetta è davvero deliziosa, specie attenendosi a quella approvata dalla venerabile Confraternita del Bacalà. Dal punto di vista nutrizionale: le calorie provengono anzitutto dai lipidi, seguiti dalle proteine e infine dai glucidi. Gli acidi grassi sono prevalentemente insaturi, i peptidi ad alto valore biologico e i carboidrati solubili.