<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
FEDERMECCANICA Il presidente Visentin

«La formazione è alla base delle politiche attive»

«Lavoriamo per avere aziende che siano attrattive per i giovani»

Giovani e formazione. Pane per i denti di Federico Visentin, presidente di Federmeccanica e del Cuoa, soddisfatto che la business school di Altavilla sia stata citata come esempio dalla presidente degli Industriali vicentini Laura Dalla Vecchia. «Il tema della formazione - afferma - come detto anche dalla presidente, è alla base delle politiche attive più giuste e corrette, come la riconversione delle persone su nuove posizioni di fronte ai cambiamenti». Questo discorso non può prescindere dai giovani, anche quando costringono all'autocritica. «Averli sul palco ci ha fatto capire che spesso tra di noi ci diciamo che le cose nelle nostre aziende sono molto più belle di quelle che sono. Invece dobbiamo avere un pizzico di umiltà e apportare cambiamenti all'interno, oltre a conoscere gli strumenti per comunicare, perché credo che molte imprese abbiano ancora un percorso da fare per diventare smart e non tutti possono lavorare sul brand». Lo sprone, insomma, dal palco è arrivato. E non solo in una direzione. «Esco con lo stimolo a migliorare e a lavorare per rendere le aziende attrattive e spero che questo sia stato recepito da tutti. Anche il passaggio sull'importanza della valorizzazione delle donne nel lavoro, fatto da Dalla Vecchia, è importantissimo ed è un aspetto che anche in Federmeccanica sponsorizziamo molto». Ma una donna, a 39 anni, è troppo giovane per fare l'amministratore delegato, come testimoniato dall'ad di Kiko, Cristina Scocchia? «No, è nel pieno della maturità ed è giusto che assuma ruoli apicali, poi il pregiudizio c'è, non possiamo nascondercelo - osserva Visentin -. Non è vero che è tutto semplice. Ma c'è anche un tema di gestione famigliare che dovremmo rendere più facile. Rosso ha citato gli asili aziendali, che sono una strada per quanto onerosa. Dobbiamo riflettere sul far sì che le nostre imprese, in particolare i terzisti che combattono sul prezzo e hanno margini stretti, abbiano maggiori ricavi. Questa è la dinamica da spaccare e lo si può fare se riusciamo a far crescere le nostre imprese; poi magari ne esce anche lo spazio per poter pagare di più i giovani, la cui assenza è legata anche a un fattore economico». . M.E.B.© RIPRODUZIONE RISERVATA