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LUCA ZAIA

«E adesso finiamo in tre mesi anche la Pedemontana»

«L'export e la riapertura dei mercati ci stanno dando grosse soddisfazioni. I segnali di ripresa sono chiari»

«Siamo alle porte di un nuovo Rinascimento», annuncia Luca Zaia dal palco di Confindustria. Gli ingredienti ci sono: la ripresa di fatturato e export, i vaccini, i giovani, l'autonomia su cui accelerare e la Pedemontana. Della quale, promette agli imprenditori, «completeremo gli ultimi 15 chilometri verso Spresiano entro fine anno». Quando, però, non ci saranno gli innesti autostradali con la A27 e la A4 «ma non per colpa nostra. Volevamo realizzare quello di Montecchio ma non ci hanno dato le autorizzazioni, abbiamo dovuto attendere che venisse fatto da terzi». La platea batte le mani e lui le dà una "tiratina d'orecchi": «Più che applaudire dovete poi utilizzarla l'arteria, perché gli incassi vanno alla Regione».

Ripresa e giovani Parte dai dati, il governatore, per parlare di una ricostruzione «dalle ceneri». «La proiezione del Pil veneto è del +6% per il 2021 e credo che le imprese possano confermare che il fatturato e la produzione hanno ripreso alla grande. L'export e la riapertura dei mercati ci stanno dando grosse soddisfazioni». Anche se, spiega citando Dalla Vecchia, restano due problemi da affrontare, oltre al mercato interno ancora lento: «il costo delle materie prime e la forza lavoro». Che significa giovani. Ma come farli restare in Veneto? «Bisogna creare cultura e sfatare qualche leggenda metropolitana». La prima: «L'esperienza all'estero serve, anzi, dovrebbe essere obbligatoria, ma non tutti quelli che ci vanno fanno i soldi o trovano occupazioni compatibili». E l'altra relativa alle aziende, che i giovani chiedono siano smart: «Le nostre imprese spesso lo sono, mentre i ragazzi pensano al modello fordista. Con un 82% di aziende con meno di 15 dipendenti è difficile pensare che il lavoro sia ripetitivo».

Vaccini e green pass La ripresa arriva, appunto, dopo «venti mesi da incubo». «Abbiamo avuto giornate con 6-7 mila contagiati, 3.400 ricoverati e 5-600 persone in terapia intensiva. Oggi invece in intensiva sono 57, l'80% non vaccinati». Il tema, quindi, secondo Zaia è che una popolazione veneta vaccinata ormai all'82% «ha fatto una scelta di comunità e se l'autostrada A4 è ingolfata e abbiamo ripreso la nostra vita normale, mascherina a parte, è grazie al vaccino. La paura va compresa, ma va colpevolizzato chi cerca alibi per non vaccinarsi e peggio ancora gli scienziati che li seguono». L'errore, per lui che ogni giorno parla ai veneti, è stato proprio sull'informazione. «A marzo 2020, se avessimo avuto i vaccini li avremmo fatti anche a cani e gatti; poi è arrivata la seconda fase, qualche scienziato ha "sparato" un sacco di.... e qualcuno ha detto "quasi quasi non lo faccio". Abbiamo lasciato l'informazione ai social media e ai laureati su Facebook che hanno fatto un danno enorme, serve che ci sia un governo dell'informazione». Come risolvere, allora, il problema green pass, magari quando lavoratori chiave non vogliono vaccinarsi? «Abbiamo chiesto la durata di 72 ore e un prezzo politico del tampone. E serve chiarezza su chi, cosa e quanto può controllare, ma avremo anche molte situazioni difficilmente gestibili, che magari possono essere chiarite da una nuova interpretazione a livello nazionale, per andare incontro a queste situazioni che devono essere risolte».

Autonomia Ultimo tema sul campo l'autonomia: «Negli ultimi mesi i problemi erano altri, ma noi non abbiamo mai mollato la presa, la settimana prossima speriamo di chiudere sulla Legge quadro per arrivare all'intesa Stato-Regione. Vogliamo pensare che il paese del futuro non sarà centralista, ma guarderà al federalismo e all'autonomia, come quelli che noi ammiriamo e dove i ragazzi vogliono andare: Stati Uniti, Gran Bretagna, Svizzera».. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Maria Elena Bonacini