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IL MONDO DEI GIOVANI AL CENTRO

«Attiriamo in azienda la Generazione Zeta»

«Impegniamoci per far capire ai giovani che lavorare nelle nostre aziende significa inventare, studiare, ricercare, trovare nuove soluzioni e nuove strade»

Lunghe file di lastre di marmo da due metri per tre corrono ai lati dei mille imprenditori seduti nella platea allestita per l'assemblea degli Industriali vicentini, all'interno del grande stabilimento di Area Margraf a Gambellara. Una prospettiva che fa venire in mente i cipressi di Carducci, che "a Bolgheri alti e schietti van da San Guido in duplice filar". Niente alberi, in questo caso, ma queste centinaia di lastre di vari colori e infinite venature. Di norma qui lo spazio per mille sedie non c'è, è tutto pieno di marmo, visto che si tratta dell'enorme show room dell'azienda, ma per l'occasione le lastre sono state spostate ai lati, con un lavoro che ha impegnato non poco. L'effetto finale, però, merita. Laura Dalla Vecchia, da quattro mesi presidente di Confindustria Vicenza, sale sul palco e rompe l'emozione del debutto richiamando alla memoria una figura peraltro mai dimenticata dal mondo economico berico, quella di Danilo Longhi. Cita una sua frase: "La differenza tra il deserto e un giardino non è l'acqua ma è l'uomo". Ed è un modo per arrivare, di sponda, al tema centrale dell'incontro: l'importanza dei giovani, di energie e menti nuove da inserire in azienda, perché sono le persone, e oggi soprattutto i giovani, il cuore delle fabbriche e la chiave del loro successo. Il problema è che bussa la ripresa e non ci sono le forze per aprirle la porta. «Il gap tra domanda e offerta di lavoro si amplifica sempre più ed è oggi un grande ostacolo alla crescita delle aziende e del paese». È una questione che ha tre facce, dice la presidente degli Industriali. La prima è che i ragazzi fanno spesso scelte scolastiche che li portano verso percorsi lavorativi lontani da ciò che le imprese chiedono. La seconda è che anche i laureati guardano spesso all'estero e se ne vanno. La terza è che il lavoro in azienda ha perso appeal. «Dobbiamo intervenire in fretta, imparare a dialogare meglio con i giovani, far capire che lavorare in fabbrica significa inventare, studiare, ricercare, trovare nuove soluzioni tecnologiche e nuove strade. Le nostre aziende sono un trampolino verso il mondo, sono realtà che permettono di essere continuamente stimolati perché ci si può confrontare con i migliori centri di ricerca mondiali. Lavorare con noi significa a volte anche viaggi che ci portano a conoscere le lingue e incontrare nuove culture". Un messaggio che è quasi un "I want you" come quello dello Zio Sam che puntava il dito per richiamare gente ad arruolarsi. Qui però non c'è nessuna guerra da combattere, anzi, c'è da cogliere opportunità offerte per realizzarsi, per trovare lavoro e crescere. Un richiamo tutto in positivo, dunque. Lo conferma anche il governatore Luca Zaia: «Siamo alle porte di un nuovo rinascimento, saremo più forti di prima». Ma per tenere qui le generazioni giovani bisogna dare risposte alle loro domande e alle loro aspettative. Dice Daniele Grassucci, direttore di Skuola.net: «Questa è una generazione che ha molto da dire se solo la ascoltassimo, sta già dettando l'agenda politica anche se non ce ne siamo accorti: vogliono salvare il pianeta, rivoluzionare la scuola, trovare lavoro a tutti. È una generazione che non va sottovalutata». Le aziende non hanno intenzione di farlo. Se solo li trovassero, questi giovani.. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Stefano Tomasoni