<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
L'agricoltura

Innovatori, aperti alla sostenibilità e molto preparati

Young farmer in soybean fields
Young farmer in soybean fields
Young farmer in soybean fields
Young farmer in soybean fields

Giovani attratti dall’agricoltura, innovatori, aperti al nuovo e alla sostenibilità, ma per i quali partire con un’azienda è tutt’altro che facile, a causa soprattutto dei costi. È un quadro che parla d’innovazione, ambiente e formazione quello dell’agricoltura, settore che risulta attrattivo per i giovani, affascinati dalla possibilità non solo di produrre, ma di poter trasformare e vendere ciò che hanno creato. Il sostegno a questi ragazzi, collaboratori, figli o titolari di aziende, passa soprattutto dai gruppi giovani promossi dalle diverse associazioni.

Coldiretti «Il gruppo “Giovane impresa” raggruppa i giovani che hanno aziende o ci lavorano – spiega Martino Cerantola, presidente di Coldiretti Vicenza – Proprio tramite il gruppo organizziamo corsi aperti a tutti, ma rivolti soprattutto ai giovani agricoltori, perché sono sempre di più quelli che oltre a essere produttori sono anche trasformatori o operatori turistici, gestendo l’agriturismo, ma vendono anche direttamente, interfacciandosi quindi con il pubblico. E proprio loro sono portatori d’innovazione, meccanica, enogastronomica, produttiva». Rispetto al passato, infatti, molti ragazzi arrivano al mondo agricolo con una preparazione scolastica già di tutto rispetto. «C’è una buona risposta anche da parte di giovani laureati, quindi i futuri imprenditori hanno una preparazione culturale importante. Con la Rete innovativa del biologico veneto e con l’università abbiamo fatto partire un corso triennale proprio sul bio, che quest’anno sfornerà i primi laureati. Stiamo investendo molto sui ragazzi, in un momento difficile e particolare, con un rallentamento dovuto alle difficoltà economiche, anche se la vivacità del settore è dimostrata dal fatto che i fondi regionali per i nuovi insediamenti arrivano a coprire al massimo il 50-60% delle richieste». Per far incontrare la domanda e l’offerta, poi, c’è anche il portale Jobincountry. Un altro mezzo per mettere anche gli “esterni” in contatto con questa realtà, secondo Cerantola erano però i voucher «strumento che andrebbe ripristinato per il nostro settore. Permettevano infatti di dare un salario agli studenti, che in questo modo capivano anche cosa significasse lavorare o avere un’azienda agricola e s’innamoravano o meno del settore. E chi s’innamora poi apre un’azienda. Ce n’è tanto bisogno, perché nel Vicentino, sulla Pedemontana, abbiamo microaziende con un’età media molto alta - conclude Cerantola - dobbiamo creare strumenti per dare la possibilità a giovani, anche con piccoli appezzamenti, di realizzare il loro sogno».

Confagricoltura  «Con il nostro ente di formazione, Erapra, cerchiamo di organizzare corsi sempre più attuali – sottolinea il direttore di Confagricoltura Vicenza, Massimo Cichellero - anche in base alle richieste che ci vengono dagli stessi giovani. Qualche anno fa ci chiedevano come produrre di più e creare maggior reddito, oggi sono più legati ai temi ambientali, di conservazione del suolo, risparmio idrico, ai crediti di carbonio, al biologico». Uno strumento molto importante, anche per loro, è il piano d’insediamento della Regione, «quando escono i bandi facciamo informazione e grazie a questo ogni anno insediamo dei giovani per la prima volta nelle aziende agricole. La maggior parte sono già collaboratori d’impresa, ma c’è anche qualcuno che arriva da altri settori». Pochi, ancora, anche se gli istituti agrari riscuotono successo. «Tra chi esce una minima parte che resta nel settore – aggiunge il direttore - Ci sono giovani che si avvicinano, ma rilevare un’azienda agricola richiede investimenti importanti. È più facile per chi è già in azienda o è già contitolare coi genitori subentrare e continuare le coltivazioni». L’innovazione ha portato nuove figure anche nell’agricoltura, ma questo è ancora poco chiaro a chi non è del settore. «Ci sono professionisti del biologico, tecnici specializzati per gli impianti del biogas e figure legate al mondo del food, nel quale c’è stata una specializzazione in questi anni. Chi è al di fuori dell’ambiente, però - conclude Cichellero - difficilmente lo sa e l’informazione è affidata all’ambito scolastico e alle attività di orientamento».