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Le questioni

Dimissioni, gap generazionale, recupero dei Neet. Le questioni dell'arena lavorativa.

Dimissioni volontarie, gap generazionale, recupero dei Neet. Sono tante le questioni al centro dell'arena lavorativa. Questioni che l'emergenza Covid ha reso ancor più urgenti e bisognose di risoluzioni. A cominciare dal fenomeno dell'abbandono volontario del posto di lavoro. «Su questo fenomeno, che ha caratterizzato la fase più recente del mercato del lavoro, abbiamo raccolto non l'opinione dei diretti interessati, ma dei datori di lavoro, delle imprese», spiega il direttore di LAN Luca Romano. Prevale di misura l'idea della migliore remunerazione su quella del tempo libero, ma con differenze a seconda del territorio. La remuneratività prevale ad esempio nel Bresciano, nell'industria e nelle aziende oltre i 20 addetti. La ricerca di più tempo libero è speculare alla prima, prevale sempre nel Bresciano ma riguarda il settore commercio e turismo e le aziende con meno di 9 dipendenti. Meno stress prevale nel Veronese, nei servizi e sempre nelle aziende più piccole. Infine la ricerca di un lavoro di maggiore soddisfazione primeggia nel Vicentino con valori più alti, nei servizi e nelle aziende maggiori. L'opinione delle imprese è che nei lavoratori e lavoratrici prevalga dunque la ricerca della qualità della vita rispetto alla qualità del lavoro (e meglio pagato), ma con uno scarto minimo. Ma quali sono, secondo le imprese, i principali ostacoli alla crescita? In primis il cuneo fiscale (53,3%), l'eccessiva burocratizzazione delle normative (31%), il reddito di cittadinanza (30,7%). Il cuneo fiscale è criticato soprattutto nel Vicentino, nei servizi più che nell'industria e nelle imprese con più di venti addetti. Nel Vicentino è avvertita come oppressiva la burocratizzazione, nel Bresciano è più malvisto il reddito di cittadinanza, nel Veronese la carenza di motivazioni e l'indisponibilità alla flessibilità. Flessibilità che è anche la caratteristica più apprezzata nei neo assunti, dopo affidabilità e motivazione. Ma di contro, cosa sono pronti ad offrire gli imprenditori? Come delinea il report di LAN, la forma contrattuale prediletta è il tempo determinato (56,7%) esattamente il doppio del tempo indeterminato (28%) con provincia leader il Vicentino, ma a una spanna Verona, l'industria e le aziende maggiori. Il Vicentino è in testa anche per il tempo indeterminato, nei servizi e nelle aziende di fascia mediana. Nel Bresciano è altamente apprezzato il tirocinio, nel Vicentino l'apprendistato. Il criterio per scegliere la forma contrattuale è in prevalenza la necessità di formare le persone (38,7%), in cui spicca il Vicentino, l'industria e la fascia dimensionale maggiore. Invece l'attrattività del contratto, al secondo posto dei criteri (34%), nel Vicentino ha venti punti in più degli altri territori, soprattutto nei servizi e nelle categorie dimensionali minori. In tutto questo si colloca la carenza di persone. Per le imprese, la risposta di gran lunga privilegiata per affrontare il divario domanda-offerta è mobilitare i Neet (il 61,6% ma il 70,8% nel Veronese), ovvero il bacino di chi non studia e non lavora.

Giulia Armeni