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Il commercio

Oggi il terziario cerca addetti ma non li trova

 


Un lavoro che può offrire competenze utili, grazie al contatto col pubblico e ai corsi di formazione, ma anche percorsi imprenditoriali e di lavoro autonomo. E che, nonostante questo, fatica ad attrarre i giovani. Il terziario, negli ultimi tempi, sta vivendo una forte difficoltà a reperire personale, sebbene in questo ambito rientrino settori strategici per l’Italia e il Veneto, come il turismo, la ristorazione e in generale i servizi. La ricetta per uscire dall’impasse, secondo le associazioni di categoria, passa soprattutto dalla formazione e dal sostegno all’imprenditorialità, che possono far avvicinare i ragazzi a queste realtà, che possono rappresentare opportunità molto interessanti.

Confcommercio Ne è convinto Sergio Rebecca, presidente di Confcommercio Vicenza, secondo il quale «il terziario di commercio, per come è strutturato e per le tipologie di attività che lo compongono, può offrire molto ai giovani ed è certamente un’ottima scuola per affinare competenze oggi essenziali nel mondo del lavoro. Nei negozi, nei bar, nei ristoranti, negli alberghi, nelle società di servizi si costruiscono posizioni lavorative che garantiscono retribuzioni e soddisfazioni personali molto solide. Non solo, il contatto con il pubblico favorisce la creazione di skill che pochi altri settori garantiscono, come le capacità negoziali, le doti relazionali, l’empatia. Capacità che fanno la differenza». A questo, però, fa appunto da contraltare la difficoltà a trovare dipendenti. Secondo un sondaggio di Confcommercio Veneto, infatti, il 76% delle imprese vicentine che hanno risposto sta cercando personale e il 95% di queste è in difficoltà nel reperirlo. Una problematica trasversale, che riguarda un’amplissima gamma di figure, dal cameriere all’informatico e dal commerciale all’aiuto cuoco. «Manca un efficace orientamento dei giovani al lavoro – continua Rebecca - Era da tempo chiaro che la nostra economia si sarebbe sempre più terziarizzata e che, ad esempio, il turismo sarebbe stato un driver importante, ma qualcosa non sta funzionando nel creare la giusta mentalità nei ragazzi per scegliere anche questi mestieri, penalizzando l’incontro tra domande e offerta». La soluzione, secondo il presidente, risiede soprattutto nella formazione, che l’associazione sta portando avanti da anni tramite il proprio centro, con specializzazioni che vanno dalle varie figure della ristorazione all’assistente di studio odontoiatrico ai corsi in ambito manageriale. «Siamo convinti che la formazione sia la strada maestra per le prossime generazioni, unità all’innovazione – conclude il presidente - Con il nostro centro intercettiamo i ragazzi al termine del ciclo di studi e offriamo full immersion di teoria con tantissima pratica per renderli subito pronti all’inserimento in azienda. Per tanti è il trampolino di lancio nel mondo del lavoro, grazie agli stage. E per più di qualcuno si tratta di una svolta di vita dopo aver effettuato percorsi di studio che non li vedevano soddisfatti. Forse all’inizio pensavano ad altro, ma alla fine il loro sogno si è realizzato nel commercio, nel turismo e nei servizi».

Confesercenti Guarda alla formazione ma anche all’accompagnamento all’imprenditorialità Alessandra Trivellato, coordinatrice del gruppo Giovani Imprenditori di Confesercenti. Per i quali, sottolinea, «organizziamo attività di formazione, ricerca e assistenza tecnica finalizzati allo sviluppo professionale delle risorse umane, all’avvio, alla gestione e al riposizionamento di aziende nei settori del terziario». Anche con un accompagnamento per l’accesso al credito o l’erogazione di microcredito. «I principali servizi – continua - partono dall’orientamento e consulenza per l’avvio di nuove iniziative d’impresa e di lavoro autonomo e appunto dalla formazione, con la progettazione di percorsi a finanziamento pubblico e/o privato, relativi alle principali tipologie di lavoro e d’impresa e finalizzati all’inserimento nel mondo del lavoro, all’avvio di attività e all’aggiornamento continuo degli occupati, con l’analisi dei bisogni e l’attivazione di corsi aziendali o interaziendali, ma anche l’organizzazione di stage e tirocini aziendali, rivolti ai giovani in uscita dal mondo della scuola e della formazione professionale».