Reazione immediata. Nel giugno del 1945 la sezione berica è stata la prima a ricostituirsi in tutta Italia. Erano passati appena due mesi dalla fine della seconda guerra mondiale. Il principale fautore di questa rinascita è stato Giovanni Milan che si è dedicato anima e corpo (ma anche tanto cuore) alla ricomposizione e al rafforzamento dell’associazione. Da lì una corsa a perdifiato con un doppio filo conduttore: da una parte il consolidamento delle fondamenta associative, dall’altra l’ampliamento della base dei soci. Il tutto punteggiato da piccole-grandi pietre miliari che restano ancora oggi sotto gli occhi di tutti. Il 27 giugno 1945 a Montecchio Maggiore venne celebrata l’inaugurazione della chiesetta votiva dedicata alla “Madonna dei Castelli” voluta dai reduci del battaglione “Vicenza”. Il 27 settembre 1953, con una manifestazione solenne e molto partecipata sul piazzale della Vittoria a Monte Berico, fu inaugurato il monumento alle otto Aquile e a Cesare Battisti, opera dello scultore vicentino e artigliere alpino Giuseppe Zanetti. In quell’occasione furono anche consegnate le drappelle al gruppo artiglieri di montagna “Vicenza”. Il 10 settembre del 1961 è la data della solenne inaugurazione della chiesetta di santa Maria del Pasubio che il cappellano degli alpini, mons. Francesco Galloni, desiderò con tutte le sue forze e riuscì a realizzare. Tra un’inaugurazione e l’altra il lascito tangibile degli alpini di Vicenza era sempre più evidente, oltre a quello valoriale da subito indiscutibile. L’impegno del gruppo non era solo quello di consolidarsi, considerato che ormai l’attività era ripresa a pieno regim, ma soprattutto quello di tornare a ampliare la base degli associati. Questo soprattutto considerando che, durante la guerra, l’attività di moltissimi gruppi era stata interrotta. In soli pochi anni il numero degli associati soci riuscì a raggiungere le 4 mila unità e in questo rinnovato spirito di rinascita vide la luce anche il primo numero della rivista “Alpin fa grado”. Già nel 1959 l’attività di ampliamento portò il numero di soci a raggiungere le 5 mila unità. Il 7 giugno del 1964, i reduci della Julia si radunarono a Vicenza per il secondo evento e la città tributò loro un benvenuto che definire caloroso, secondo la ricostruzione fatta delle testimonianze dell’epoca, è riduttivo. Dal gennaio ’65 il timone passò al nuovo presidente Vincenzo Periz che riuscì a infondere nuovo impulso alla vita associativa.•. © RIPRODUZIONE RISERVATA