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LA STORIA DEL BATTAGLIONE

L’eroismo nelle battaglie L’impegno nelle calamità

Venne distrutto nelle drammatiche vicende della campagna di Russia. Su impulso della sezione fu ricostituito nel 1976 e poi ancora nel 2017
By Athesis Studio
Reduci Gli alpini del battaglione Vicenza reduci dalla campagna di Russia  sfilano a Monte BericoPiazza dei Signori La cerimonia avvenuta  nel 1976 in occasione della ricostituzione (consegna della bandiera)
Reduci Gli alpini del battaglione Vicenza reduci dalla campagna di Russia sfilano a Monte BericoPiazza dei Signori La cerimonia avvenuta nel 1976 in occasione della ricostituzione (consegna della bandiera)
Reduci Gli alpini del battaglione Vicenza reduci dalla campagna di Russia  sfilano a Monte BericoPiazza dei Signori La cerimonia avvenuta  nel 1976 in occasione della ricostituzione (consegna della bandiera)
Reduci Gli alpini del battaglione Vicenza reduci dalla campagna di Russia sfilano a Monte BericoPiazza dei Signori La cerimonia avvenuta nel 1976 in occasione della ricostituzione (consegna della bandiera)

Gloriosa e travagliata. La storia del battaglione alpini Vicenza è un susseguirsi di imprese, atti valorosi, anni di oblio e rinascite. Come racconta lo storico Alberto Pieropan, consigliere della sezione Ana “Monte Pasubio”, la nascita del “Vicenza” risale al 1887 quando eredita le compagnie 59ª, 60ª, 61ª, già appartenute al disciolto battaglione “Val Schio” e assieme ai battaglioni Verona e Bassano costituisce il 6° reggimento alpini, che affronta prima le campagne d’Africa e poi le imprese della Grande Guerra. È nel maggio 1915, sui monti Pasubio e Cimone, che il “Vicenza” affronta il battesimo del fuoco. Successivamente, viene trasferito sull’Altopiano di Tonezza dove, nel maggio del 1916, si oppone all’incalzare degli Austriaci durante la Strafexpedition. Il battaglione partecipa a diverse battaglie nel corso degli anni e alla fine della guerra abbandona il 6° e viene assegnato, assieme al battaglione “L’Aquila” di nuova costituzione, al 9° reggimento alpini, con sede a Tolmino. Il 9° reggimento partecipa alla campagna di Albania e Grecia e il “Vicenza” si distingue in queste durissime imprese. Rientrato in Italia nell’aprile del 1942, si appresta a partecipare alla nuova avventura sul fronte russo, un’esperienza che termina con la tragica ritirata. Solo pochissimi superstiti riescono a congiungersi con la colonna Tridentina, condividendone le ultime drammatiche vicende. Risultato: il battaglione viene distrutto. A guerra finita i vecchi combattenti cercano di riannodare i legami e stabiliscono così di ritrovarsi una volta l’anno nell’ultima domenica di ottobre per ricordare con una messa i commilitoni caduti. Dal 1945 l’incontro avviene con regolarità nella chiesetta eretta tra i due castelli di Montecchio Maggiore. Nel 1972, in occasione della celebrazione del cinquantesimo anniversario della fondazione, la sezione Ana di Vicenza rilancia l’appello per la ricostituzione del battaglione. Proposta che viene accolta, seppur in modo parziale e nel 1975, nell’ambito di uno dei tanti processi di ristrutturazione delle truppe alpine, il battaglione Vicenza, inizialmente dislocato a Tolmezzo, in provincia di Udine, viene ricostituito con un preciso compito: addestrare le reclute destinate ad alimentare i reparti della brigata alpina Julia. Gli alpini vicentini chiedono e ottengono che il primo giuramento solenne delle reclute del risorto battaglione avvenga proprio a Vicenza e la solenne cerimonia va in scena l’11 aprile del 1976 in piazza dei Signori. Il “Vicenza”, sempre adibito all’addestramento, viene poi trasferito nella sede di Codroipo. Nel gennaio 1993 vengono ricostituiti i reggimenti alpini e con essi anche il 9°, formato dal battaglione Vicenza, ma questo nuovo corso ha vita breve: un ulteriore riordinamento delle truppe alpine porta allo scioglimento del battaglione e al trasferimento a L’Aquila della sede del reggimento. Il 9°, dal 1998, è alle dipendenze della brigata alpina Taurinense, si compone di un comando reggimento, una compagnia di supporto logistico e del battaglione alpini “L’Aquila”, pedina operativa dell’unità. Alimentato da volontari in ferma breve e in servizio permanente, il reggimento prende parte alle principali operazioni fuori area dell’esercito italiano: di rilievo la partecipazione in Afghanistan all’operazione Enduring Freedom. Nel maggio del 2017, su proposta del presidente nazionale dell’Ana Sebastiano Favero, il battaglione Vicenza viene nuovamente ricostituito nell’ambito del 9° reggimento alpini della brigata Taurinense, con sede a L’Aquila. L’intitolazione a Vicenza è caldeggiata dalla sezione “Monte Pasubio” nell’obiettivo di mantenere in vita il nome di un battaglione rappresentativo della storia delle penne nere e di onorare una città e una provincia da sempre “alpine”. Il “Vicenza” rinasce come reparto operativo di pronto intervento per calamità naturali e, grazie alle speciali e moderne dotazioni e al personale particolarmente preparato, ha modo di condurre attività di soccorso alle popolazioni del centro Italia colpite dal terremoto del 2017 e successivamente in occasione dell’incendio sul Monte Morrone nell’Appennino abruzzese. Più di recente, il reparto è stato impiegato nelle attività connesse al contenimento della pandemia e ha operato per domare gli incendi in Abruzzo, in provincia di Pescara. E ora, dopo le numerose decorazioni al valore (tra cui la medaglia d’argento per il fronte degli Altipiani; la medaglia d’oro al 9° reggimento alpini per i battaglioni alpini Vicenza e L’Aquila sul fronte greco; la medaglia d’oro al 9° reggimento alpini per i battaglioni alpini Vicenza, L’Aquila e Val Cismon sul fronte russo) è arrivata proprio ieri la cittadinanza onoraria che è stata conferita dal Comune di Vicenza.•. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Laura Pilastro