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LA SEDE

Il torrione difensivo del ’500 venne riportato a nuova vita

By Athesis Studio
La sede L’aspetto attuale del torrione di viale d’Alviano che venne inaugurato nel 1989 alla conclusione dei lavoriIl manufatto. La torre cinquecentesca era in condizioni disastrose
La sede L’aspetto attuale del torrione di viale d’Alviano che venne inaugurato nel 1989 alla conclusione dei lavoriIl manufatto. La torre cinquecentesca era in condizioni disastrose
La sede L’aspetto attuale del torrione di viale d’Alviano che venne inaugurato nel 1989 alla conclusione dei lavoriIl manufatto. La torre cinquecentesca era in condizioni disastrose
La sede L’aspetto attuale del torrione di viale d’Alviano che venne inaugurato nel 1989 alla conclusione dei lavoriIl manufatto. La torre cinquecentesca era in condizioni disastrose

Secondo la ricostruzione storica condotta da Alberto Pieropan, le prime riunioni, tra quelli che sarebbero stati poi i soci fondatori della sezione, avvenivano alla trattoria “Due Spade” in via Battisti e poi nello studio dell’avv. Gianni Teso (poi primo presidente della sezione) o anche nello negozio di ottica Sandrini. Dopo la costituzione, nel 1937 si trova traccia di un vero e proprio recapito della sezione nello studio del rag. Gianni Cavalloni, in contra’ Porti 10. Dopo il conflitto, a dicembre 1951 la sede si trasferisce in via San Marcello e nel 1954 in contra’ Zanella nel Palazzo Tretti. Si inizia già a quel tempo ad avvertire l’esigenza di disporre di locali più idonei e di personale d’ufficio e finalmente, il 2 febbraio 1966, trova adeguata sistemazione in due locali al n° 13 di contra’ del Monte nel Palazzo del Monte di Pietà. Negli anni la vita associativa assume nuove proporzioni, cresce il numero dei componenti il consiglio direttivo e quello dei soci che frequentano la sede: la necessità e l’urgenza di disporre di nuovi spazi si fa sempre più pressante ed inizia la ricerca di altri locali più ampi e razionali. Si fa strada l’idea di chiedere la disponibilità di un fabbricato di proprietà comunale da ristrutturare utilizzando la forza lavoro volontario dei soci e quindi dando al contempo un servizio alla comunità. Viene presa in considerazione l’ipotesi di utilizzare l’antico torrione della cinta muraria cinquecentesca situato in viale d’Alviano, ma il primo sopralluogo produce un esito deludente vista la condizione paurosa del fabbricato e del terreno. L’idea viene accantonata e si perdono altri mesi nella ricerca infruttuosa di altre soluzioni, finché non prevale l’opinione delle zone di Vicenza Città e Berici Settentrionali di verificare la disponibilità di forze proprie tali da garantire l’eseguibilità dell’opera; visto l’esito positivo del sondaggio, viene formulata la richiesta al Comune di affidamento dei lavori. Il 1° settembre 1986 prende avvio ufficialmente il cantiere del Torrione, per il quale vengono chiamati a raccolta gli alpini di tutta la sezione che rispondono all’appello in maniera a dir poco entusiastica. Per tre anni azioni ogni sabato e domenica il cantiere è sempre in fermento; progettista e direttore del lavori per conto del Comune di Vicenza è l’architetto Francesco Chiozzi, il quale si avvale della collaborazione dell’alpino architetto Luciano Cherobin, futuro presidente della sezione. Nel commento storico scritto da Giovanna Peruffo Dalla Pozza, si legge che “la torre cilindrica faceva parte della cinquecentesca cortina muraria posta a nord della città, che doveva completare il sistema difensivo di Borgo Pusterla, zona ancora sguarnita e strategicamente debole. Vicenza, soggetta a Venezia fin dal 1404, rivestiva una notevole importanza militare per la sua posizione geografica, dato che gli eserciti imperiali potenziali nemici della Repubblica Serenissima da quando essa si era trasformata in potenza di terraferma, giungevano dai territori tedeschi lungo la Valsugana”. Fu il condottiero mercenario Bartolomeo d’Alviano, capitano supremo dell’esercito veneziano, a volere l’adeguamento delle mura: del progetto originario, probabilmente dall’architetto militare Basilio della Scola, furono costruiti cinque torrioncini tra S. Bortolo e S. Croce, collegati da mura rafforzate da un terrapieno e da un fossato. Solo due si sono conservati. “A lavori ultimati - racconta Pieropan - il posto è irriconoscibile. Un grande spiazzo, tenuto a verde, illuminato durante la notte, mette in risalto questo magnifico torrione cinquecentesco, vanto ed orgoglio della città”. Circa 12.000 ore di volontariato hanno consentito il ripristino del manufatto, in cui sono state ricavate quattro stanze nel torrione vero e proprio e due nella casetta adiacente; più un locale a vetri, della capacità di una trentina di persone, per le riunioni. Il 15 ottobre 1989 ci fu la solenne cerimonia di inaugurazione, alla presenza del sindaco Antonio Corazzin e del vescovo mons. Pietro Nonis.•. © RIPRODUZIONE RISERVATA