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Materiali edili.

Ventilato e coibentato. Il tetto che ripara l'edificio e che isola gli ambienti

Coperture in legno o in cemento, isolanti sostenibili

Ventilato, non ventilato, in legno o in cemento, isolato o ricoperto di vegetazione, a falda unica o con diverse forme. Scegliere quale tetto sia più adatto alla copertura di un edificio non è una decisione semplice. A seconda della tipologia, dei materiali, della forma e dell’isolante, cambiano le prestazioni assicurate. Ma, per individuare la soluzione ideale, bisogna tenere conto anche di variabili come l’altitudine, la latitudine, le temperature, la piovosità e l’umidità della zona. D’altra parte, la copertura di un immobile è fondamentale sia per proteggerlo dalle sollecitazioni esterne, come il vento, la pioggia, la neve, che per assicurare il comfort interno.

Già il materiale scelto per la struttura va incontro a pro e contro. Se il legno, molto apprezzato nella bioedilizia, in quanto naturale e ecocompatibile, garantisce buone prestazioni antisismiche e di isolamento, il cemento armato è più resistente e meno costoso.

Ma non è finita. Negli ultimi decenni si è diffusa una tipologia di copertura diversa dalla tradizionale stratigrafia: il tetto ventilato. Questa soluzione presenta una intercapedine tra il manto di copertura e il pacchetto sottostante, che include la struttura portante, l’isolamento e l’impermeabilizzazione. In questo modo si garantisce all’aria la possibilità di circolare dalla gronda al colmo, sfruttando le differenze di temperatura tra interno ed esterno. Tra i vantaggi ci sono la riduzione dell’umidità, grazie ad un ricircolo d’aria costante, e il risparmio energetico, perché i moti convettivi che si innescano nell’intercapedine allontano l’aria calda, che non penetra all’interno dell’edificio. A un maggior costo iniziale, dunque, seguono notevoli benefici di cui si usufruisce nel lungo termine.

Considerato che le dispersioni di calore attraverso il tetto incidono pesantemente sui consumi energetici dell’edificio, con conseguenti sprechi di energia per riscaldare e raffrescare gli ambienti, la scelta della coibentazione è forse quella più rilevante. Un progettista esperto saprà consigliare variabili come lo spazio disponibile, la necessità di calpestio, l’importanza di usare materiali più o meno naturali, caratteristiche come resistenza, conducibilità e traspirabilità, per poi decidere come intervenire.

Tra i più utilizzati ci sono la fibra di legno, il sughero, la lana di roccia, che ha elevate prestazioni isolanti, grande resistenza al fuoco e si adatta all’edilizia sostenibile, grazie al ridotto livello delle emissioni di VOC e all’assenza di formaldeide; ma ci sono anche la lana di vetro e prodotti non naturali come il polistirene espanso estruso, semplice e rapido da posare, con costi contenuti e ottimo potere isolante.