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Rimozione amianto.

Killer silenzioso che continua a mietere vittime

La bonifica deve essere affidata ad aziende qualificate e certificate

Sono passati oltre trent’anni da quando in Italia è stato introdotto il divieto di estrazione, lavorazione e commercializzazione dell’amianto. Un materiale usato con molta leggerezza soprattutto nel dopoguerra, fino a che sono emersi i gravi danni per la salute causati da quello che nel linguaggio tecnico si chiama asbesto e si è capito che i minerali di amianto sono altamente cancerogeni.

Eppure, nonostante questa consapevolezza e le numerose campagne messe in atto per rimuovere questa bomba a orologeria per la salute, sul suolo nazionale ci sono ancora 40 milioni di tonnellate di materiali contenenti amianto. Il quadro tracciato dall’avv. Ezio Bonanni, Presidente dell’ONA – Osservatorio Nazionale Amianto - nella sua ultima pubblicazione “Il libro bianco delle morti di amianto in Italia – ed.2021”, è molto allarmante.

Proprio di fronte a questa emergenza, nel corso di un incontro tra l’ONA e il Sottosegretario di Stato, al Ministero della Salute, Andrea Costa, lo scorso mese di marzo, è stata concordata la necessità e l’impellenza di ulteriori bonifiche, per arrestare o quantomeno ridurre l’epidemia di malattie asbesto correlate tuttora in corso. Nel 2021, sono stati circa 7.000 i decessi per queste malattie. Tra questi, quasi 2.000 per mesotelioma. La tutela della salute e dell’ambiente passa quindi per la bonifica.

Un intervento che va fatto affidandosi ad aziende con personale esperto e qualificato, dotato delle opportune certificazioni che garantiscano la sicurezza e la correttezza dell'operato.