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Report ENEA.

Boom di ristrutturazioni grazie agli incentivi statali e alle agevolazioni fi scali

L’Italia ristruttura. E lo fa a pieno ritmo, come era prevedibile, grazie agli interventi statali, mirati a incentivare il settore dell’edilizia e tutti quei comparti legati alle costruzioni. È boom, infatti, di richieste di superbonus 110%, il più gettonato tra le agevolazioni messe in campo dal Governo. Se già da parecchi mesi i cittadini avevano approfittato degli sgravi per rivoluzionare casa, con l’introduzione del modello unico denominato Cila (Comunicazione inizio lavori asseverata), che semplifica gli adempimenti per accedere all’agevolazione, si è registrata una vera e propria impennata. Solo nello scorso mese di agosto ben 32mila lavori, con un inatteso +45% per la categoria dei condomini. A fornire i dati è l’Enea, l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile, nell’ultimo report dal titolo “Statistiche super ecobonus 110%”. Al primo posto tra chi sfrutta di più l’agevolazione risultano, secondo il documento, gli edifici unifamiliari (16.573), seguiti dalle unità immobiliari indipendenti (11.510). Sul podio, ma distanziati, con 3.982 interventi, gli edifici condominiali, che però sono in rapida crescita. Quanto alla distribuzione geografica dell’agevolazione, la Regione con più interventi Superbonus è la Lombardia (oltre quattromila), seguita dal Veneto con 3.990 e dal Lazio con 3.190 Per quanto riguarda invece le tipologie di intervento più richieste, al primo posto ci sono i lavori trainati sulle singole unità immobiliari (76.620). Seguono quelli trainanti sull’impianto (24.624) e infine quelli sulla struttura esterna (18.958). La svolta è giunta, dunque, con l’introduzione della CILA, approvata dal Parlamento lo scorso 28 luglio, sulla base delle norme del decreto Recovery: anche in caso di interventi strutturali, si può leggere nel provvedimento, ma ad eccezione di quelli che prevedono la demolizione di un edificio, per procedere sarà sufficiente la Cila e non servirà più la Scia (Segnalazione certificata di inizio attività). Una semplificazione non di poco conto, seguita dall’introduzione di un modulo unico e valido per tutta Italia per la redazione del testo in questione, senza più distinzioni tra Regioni. Il modulo della Cila può essere scaricato direttamente dal sito della Funzione pubblica (www.funzionepubblica. gov.it) in formato pdf e va compilato in tutte le sue parti. Per facilitare la compilazione, è inclusa una tabella riepilogativa degli allegati che illustra i casi di lavori più complessi. Deve essere stilata dal tecnico abilitato e nel modulo dovranno essere indicati gli estremi del titolo abilitativo per cui si è potuto costruire l’immobile. Per gli edifici costruiti prima del 1°settembre 1967, momento di entrata in vigore dell’obbligo di licenza edilizia, è sufficiente una dichiarazione. È bene, comunque, prestare attenzione ad alcuni comportamenti che possono portare alla perdita del beneficio, come la mancata presentazione della Cila; la realizzazione di interventi in difformità da quanto dichiarato nella Cila; l’assenza dei dati su titolo abilitativo o l’epoca di costruzione; le false dichiarazioni.