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IL FACCCIA A FACCIA.

Intesa tra Renzi e Berlusconi
C'è l'accordo sulla legge elettorale

EVENTO STORICO. Sindaco ed ex premier a colloquio per oltre due ore Silvio, contestato dal Popolo Viola: uova sull'auto.
Roma: l'arrivo di Silvio Berlusconi nella sede del Partito Democratico
Roma: l'arrivo di Silvio Berlusconi nella sede del Partito Democratico
Roma: l'arrivo di Silvio Berlusconi nella sede del Partito Democratico
Roma: l'arrivo di Silvio Berlusconi nella sede del Partito Democratico

ROMA. C'è l'accordo per le riforme tra Renzi e Berlusconi, in particolare sulla lege elettorale. Silvio Berlusconi ha varcato ieri pomeriggio i cancelli della sede nazionale del Pd per discutere a quattr'occhi con il segretario Matteo Renzi, sotto una foto del Che Guevara e di Fidel Castro che giocano a golf. Un evento che fino a poche settimane fa sarebbe stato impensabile, soprattutto dopo la condanna di Silvio per frode fiscale e l'espulsione dal Parlamento. Non sono mancate le contestazioni al Cavaliere, soprattutto quelle del Popolo Viola che lo ha atteso a Largo del Nazareno, blindato dalla polizia, e che ha bersagliato la sua auto di uova al grido di «vergogna».
Ma lo «storico» colloquio, due ore e mezzo, e l'annuncio di una «profonda sintonia» tra i due potrebbe portare a una svolta per le riforme. Hanno infatti siglato un accordo che porti alla modifica della legge elettorale per rafforzare il bipolarismo e frenare il potere di interdizione dei piccoli partiti. Ma, più in generale, a riformare l'architettura costituzionale dello Stato, con la riforma del Titolo V e l'abolizione del Senato. L'intesa dovrebbe consentire a Renzi di contare sui voti di Forza Italia in Parlamento al pacchetto di leggi. La presentazione ufficiale dei testi, in particolare la legge elettorale, sarà fatta domani alla direzione del Pd.
Il Cavaliere si è presentato insieme al fedele Gianni Letta, il suo braccio destro e fine tessitore di un accordo che consente a Renzi di poter intestarsi la messa a punto delle riforme e Berlusconi l'occasione di tornare di nuovo sulla scena politica. Il sindaco è andato a Roma da solo in treno da Firenze, dopo aver ricevuto a Palazzo Vecchio la segretaria di Scelta civica Stefania Giannini e quello del Psi Riccardo Nencini e dopo aver inaugurato alcune case Erp in città. Al colloquio con Berlusconi ha partecipato il portavoce della segreteria Lorenzo Guerini.
Che l'ex premier non vedesse l'ora di incontrare il nuovo leader democratico non è un mistero, ancora di più nella sede Pd in modo da poter ricevere il riconoscimento come leader del centrodestra. Gli elogi non sono mancati: Matteo è sveglio e simpatico, ha spiegato ai big che lo attendevano al rientro a palazzo Grazioli, spero che finalmente il Pd oltre alla faccia cambi anche il resto. Nella riunione non si è andati nei dettagli tecnici, a quelli penseranno gli sherpa di entrambi i partiti, ma è chiaro che l'intesa ampia sulle riforme allontana la possibilità di votare a maggio. La legge a cui guardano i due leader mira a salvaguardare il bipolarismo aprendo però la discussione anche agli altri partiti.
I due leader, come se si fossero messi d'accordo anche sulla tempistica con cui parlare dell'esito dell'incontro, si alternano con le dichiarazioni finali. Il sindaco apre la conferenza stampa al Nazareno e parla di «profonda sintonia» con Berlusconi per «una legge elettorale verso un modello che favorisca la governabilità, il bipolarismo e che elimini il potere di ricatto dei partiti più piccoli». Ma non si dilunga perché deve prendere il treno delle 19,50 per Firenze.
Il Cavaliere, in una nota, calca la mano sulla necessità di non perdere più tempo nel fare le iforme: «Siamo lieti», sottolinea, «di prendere atto del cambiamento di rotta del Pd». «La modifica del Titolo V e il bicameralismo», afferma, «sono riforme che il centrodestra da me guidato ha sempre ricercato e che la nostra maggioranza aveva approvato in Parlamento già nel 2006, ma che fu la sinistra a vanificare, attraverso un referendum».