Defibrillatori, la legge "proteggerà" chi salva una vita
La novità più attesa è l’introduzione di una legge cosidetta "del buon samaritano", sul modello di altri Paesi europei, per chiunque usi un defibrillatore. La Camera ha approvato all’unanimità la nuova legge, battezzata "Salva Vita", che cambia e disciplina l’utilizzo dei defibrillatori semiautomatici e automatici in ambiente extraospedaliero. Una normativa che permetterebbe a chiunque di prestare aiuto, a persone colpite malore, con un DAE anche senza la certificazione rilasciata dal corso BLS-D donandogli una sorta di “immunità”.
Il provvedimento, che passa ora all’esame del Senato, favorisce infatti la dotazione e l’utilizzo dei defibrillatori in diversi luoghi e situazioni, anche da parte di soggetti non specificamente formati, regolando il collegamento e l’interazione con la rete dell’emergenza territoriale 118. Questa legge, inoltre, prevede la presenza dei defibrillatori su aerei e treni, navi e bus, in aeroporti e stazioni, nelle scuole e nelle università. E promuove campagne di informazione e sensibilizzazione, oltre a specifici insegnamenti, anche negli istituti di istruzione primaria e secondaria.
Una legge che contribuirà ad aumentare le possibilità di sopravvivenza in caso di arresto cardiaco e che supererà le differenze territoriali che presenta ancora il sistema dell’emergenza urgenza italiano. Nel nostro Paese ogni anno, su cento persone colpite da un attacco di cuore per una fibrillazione, un terzo dei pazienti muore prima di raggiungere un ospedale nonostante i dati della letteratura scientifica evidenzino il fatto che con una defibrillazione precoce si possa arrivare a triplicare i sopravvissuti, salvando circa 10mila persone ogni anno.
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