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Festival del futuro- Seconda giornata

Dagli equilibri energetici alla finanza sostenibile nelle nuove frontiere di internet

Il programma della seconda giornata dell'iniziativa promossa dal Gruppo Athesis, Harvard Business Review Italia ed Eccellenze d’Impresa, che mette a confronto oltre 60 relatori su temi globali come guerra, energia, giovani, lavoro e clima.
Festival del Futuro, seconda giornata: Stefano Venier (Snam) con il direttore de L'Arena Massimo Mamoli
Festival del Futuro, seconda giornata: Stefano Venier (Snam) con il direttore de L'Arena Massimo Mamoli
Festival del Futuro, seconda giornata: Stefano Venier (Snam) con il direttore de L'Arena Massimo Mamoli
Festival del Futuro, seconda giornata: Stefano Venier (Snam) con il direttore de L'Arena Massimo Mamoli


La seconda giornata del Festival del Futuro, iniziativa promossa dal Gruppo Athesis, Harvard Business Review Italia ed Eccellenze d’Impresa, s’è aperta nel segno di sostenibilità energetica e finanziaria e si è conclusa con un focus sulle nuove frontiere di internet e il loro impatto sulla società e sulle imprese.

Il primo panel, introdotto dai giornalisti di Bresciaoggi Paola Buizza e Gian Paolo Laffranchi e coordinato dal direttore scientifico del Festival Enrico Sasson, chairman e direttore responsabile Harvard Business Review Italia, ha avuto per tema «La zavorra del conflitto peserà sugli impegni della lotta al cambiamento climatico?». I relatori che si sono avvicendati hanno sottolineato come una economia sostenibilità sia necessariamente conveniente sotto diversi profili.

In tema di energia, Massimo Mamoli, direttore de L'Arena ha quindi intervistato Stefano Venier, Ceo di Snam concentrandosi sul tema dell’indipendenza dell’Italia nel settore del gas e i progetti futuri. Piero Fusco (responsabile business unit enti religiosi e terzo settore di Cattolica Assicurazioni, GruppoGenerali, ha messo a fuoco il tema della solidarietà tra economia e società mentre di finanza sostenibile per un mondo sostenibile, s’è discusso del panel conclusivo della mattinata, organizzato in collaborazione con Pictet. 

Nel pomeriggio le sezioni sono state un po' più tecniche, si è partiti dall'affrontare la sfida delle innovazioni sostenibili e delle tecnologie convergenti con Luca Grivet Foiaia, technology consulting leader Italy di EY, e Giorgio Metta dell'Istituto italiano di Tecnologia, partendo dall'assunto che le nuove tecnologie sono un autentico "lievito" per le imprese, non un semplice acceleratore.

Giuseppe Perrone, di Emeia Blocjchain leader, EY, si è parlato delle nuove frontiere di internet: web3, Metaverso e Blockchain e a darne un esempio molto pragmatico ci ha pensato Stefano Rosso (figlio di Renzo Rosso, fondatore di BVX e D-Cave) che ha portato le industrie della moda nel mondo virtuale del Metaverso e del gaming. Altri esempi di utilizzo pratico delle nuove tecnologie sono arrivati poi nella tavola rotonda in cui si è parlato della declinazione di queste nel mondo vitivinicolo, nella finanza e persino nelle notizie giornalistiche. 

Infine esempi di successo di questa evoluzione verso le fabbriche digitali sono arrivati  dalle imprese Danieli, Molino Casillo e Couman per non parlare del contributo di Carla Masperi, di Sap Italia che ha spiegato come aiuta le imprese a "predire il futuro" utilizzando correttamente i dati. E di dati, anzi Big Data, si è parlato nel finale con Francesca Campolongo, della Joint Research Center della Commissione Europea, che ha anticipato che presto l'Europa potrà controllare i propri confini con l'uso dell'intelligenza artificiale e del riconoscimento facciale. Infine, un futuro che è già realtà, l'esempio di Trenord che ha creato un proprio aggregatore di dati che permette di studiare i flussi di traffico.

Qui di seguito il dettaglio della diretta della seconda giornata di Festival del Futuro

LA DIRETTA 

RIVIVI LA DIRETTA/1

Il tema della prima sessione è introdotto dal direttore scientifico del festival Enrico Sasson, chairman e direttore responsabile Harvard Business Review Italia.

La zavorra del conflitto peserà sugli impegni della lotta al cambiamento climatico? 

(in collaborazione con ASviS e International Panel on Climate Change)
Tavola rotonda: Donato Speroni, Futura Network e ASviS (chairman); Grammenos Mastrojeni, Senior Deputy Secretary General di Unione per il Mediterraneo; Toni Federico, Responsabile comitato scientifico della Fondazione per lo sviluppo sostenibile e coordinatore del Gruppo di lavoro ASviS su Energia e clima; Andrea Tilche, Professore Aggiunto Norwegian University of Science and Technology; Nadia Pinardi, professoressa ordinaria di Oceanografia e Fisica dell’atmosfera, Università di Bologna.

Donato Speroni: Il tema più importante è l'innalzamento della temperatura. Servono politiche di mitigazione. I paesi in via di sviluppo necessitano di crescere utilizzando energia pulita. Come indennizzare i paesi per danni climatici che non hanno causato?
L'economia reale cerca una soluzione reale del problema. "L'impresa e la finanza hanno scoperto che la sostenibilità è conveniente - spiega il diplomatico italiano Grammeos Mastrojeni - La tragedia ucraina deve farci capire che la comunità può convivere in maniera sostenibile. Possiamo nutrire 11 miliardi di persone. Il Mediterraneo è al centro della produzione e sopravvivenza dei popoli che vi si affacciano", ma ora rischia di diventare motore di caos per via del calore che le sue acque stanno accumulando".
Mastrojeni: "Il potenziale immigratorio determinato dai mutamenti climatici è di un miliardo e mezzo di persone".
Nadia Pinardi: "Il cambiamento climatico ha un impatto enorme sulla nostra regione, già culla della civiltà. Gli eventi di malessere aumenteranno. L'altro rischio è l'impatto sull'agricoltura della mancanza di acqua. Fortunatamente sta crescendo la collaborazione tra costa sud e nord e del Mediterraneo, la scienza sta sempre più diventando internazionale ed è uno strumento importante per la soluzione dei problemi".

"Mose e altre soluzioni tecnologiche utili per reagire ed adattarsi ai mutamenti climatici. Ma i tempi di risposta dell'uomo devono essere più rapidi".

Andrea Tilche: "La situazione oggi è difficile. Il cambio di produzione energetica sta mettendo in crisi i gradi produttori di materie prime: petrolio e gas. L'Europa con il suo green deal sta conducendo una transizione, ma questo rappresenta un rischio per i paesi che prosperano grazie alla produzione di vecchie fonti energetiche. Ci sono molti esempi. Anche la guerra in Ucraina rappresenta un tassello di questo ragionamento. La salita dei prezzi di gas e petrolio dererminata dai massicci acquisti effettuati dall'Europa stessa. Vedo una divisione tra un mondo economico che vuole mantenere i fossili e chi punta invece al futuro, serve molta attenzione dunque, nell pianificazione degli investimenti. Serve una transizione veloce, più utile dal punto di vista economico".

Toni Federico: "La sensazione è che l'Italia stia cercando gas un po' dappertutto. Anche alla Cop 27 di Sharm El-Sheikh s'è notato questo". 

I nuovi equilibri energetici planetari e le conseguenze per l'Italia

Massimo Mamoli, direttore de L'Arena, intervista Stefano Venier, Ceo di Snam

Venier: "L'indipendenza dal gas russo? Ciò che si poteva fare è stato fatto. Ora il 70 per cento del gas arriva dal Sud. Per fortuna avevamo delle strutture pronte e delle capacità di trasporto.Le previsioni? Si presenta più complesso il prossimo inverno. Ora dobbiamo ricomporre i tre assi dello sviluppo del sistema energetico: sicurezza dei flussi, sostenibilità e competività di costo. Serve anche potenziare la capacità di trasporto, anche in previsione dei nuovi flussi di idrogeno".

"L'obiettivo è prepararsi al prossimo inverno, ma bisogna essere veloci. Stiamo compiendo un grande sforzo per garantire un inverno 2023 tranquillo e sereno".

Rigassificatori o trivelle? "Non esiste una tecnologia su cui puntare in termini assoluti per la transizione. Siamo sviluppando il biometano, gas naturale verde. Ma dobbiamo usare anche altri strumenti in vista della carbon neutrality prevista per il 2050. Ora non possiamo permetterci di lasciare indietro nessuno. Il prossimo anno progetto sperimentale per catturare la C02 per aiutare le imprese energivore. Ora doppio obiettivo: mitigare l'emergenza ma  anche progettare il futuro. Sulla parte dell'idrogeno stiamo ritestando le linee di trasporto. L'Italia sta puntando alla produzione di 70 giga di energia pulita, ma dovrà pensare a come trasportarla da sud a nord".

"In questi giorni ad Istrana si sta testando una miscela idrogeno gas nelle turbine. E' importante fare questi passi. Stiamo adattando le strutture alla transizione, cercando però di non portare ad un aggravio di costi".

FdF2022 - Amministratore delegato Snam-Stefano Venier

Solidarietà tra economia e società. I futuri compiti della finanza

Testimonianza di Piero Fusco (Responsabile Business Unit Enti Religiosi e Terzo Settore di Cattolica Assicurazioni (GruppoGenerali)

Fusco: "I mercati - come dice il Papa - non si governano da soli, ma devono essere guidati da finalità per il bene comune occupando un ruolo sociale. La persona deve essere al centro dell'impegno. Etica e finanza non sono disgiunte, l'etica è nella finanza. Dobbiamo avere coraggio di essere portatori di una finanza sostenibile. Puntiamo ad accompagnare gli enti del terzo settore in un percorso di corretta gestione del rischio. Durante la pandemia il loro lavoro è stato fondamentale, da qui il nostro impegno verso la loro stabilità".

Una finanza sostenibile per un mondo sostenibile
(in collaborazione con Pictet)

Intervengono: Rosa Sangiorgio, Responsabile degli Investimenti Responsabili di Pictet Wealth Management, Italia (chairman); Alessandro E. Hatami, Managing Partner di Pacemakers; Alessandro M. Lerro, Presidente Comitato Scientifico di AssoFintech; Claudia Segre, Presidente e Fondatrice di Global Thinking Foundation.

Sangiorgio: "Situazione energetica complessa, serve collaborazione da parte di governi, popolazione, azienda e finanza. La finanza è il ponte tra chi ha le idee e chi ha le risorse. La finanza ha necessità di un mondo stabile e un dovere fiduciario di lavorare in maniera prudente. Serve collaborazione tra le aziende e l'industria finanziaria e tra questa e i governi".

Lerro: "L'Unione Europea ha idee chiare, con l'obiettivo di ottenere la neutralità energetica entro il 2050. I flussi finanziari vanno riorientati verso la sostenibilità. Tra le tante azioni va anche combattuto il green washing. Nonb solo: la finanza deve collborare con i clienti. La sostenibilità è a tutto tondo, deve riguardare valori complessivi. Dobbiamo dare una spinta al mondo economico e alla società civile verso la sostenibilità".

Hatami: "Nei paesi in via di sviluppo (3 miliardi di persone), ma anche in Italia (il 4 per cento) parte della popolazione non ha accesso ai servizi finanziari. Bisogna lavorare sulla banche perchè forniscano incentivi. Bisogna trasformare le iniziative positive in operazioni che le banche non possano negare, dando così l'accesso ai propri servizi anche attraverso l'utilizzo della tecnologia. Ad esempio i giovani non hanno solo interessi prettamente finanziari, ma pensano anche al ritorno positivo verso l'ambiente dei loro investimenti. Il cambiamento di generazione sta spingendo verso queste nuove soluzioni, più trasparenti. Ad esempio le banche possono spingere sul modo di pensare dei propri clienti, indirizzandoli alla sostenibilità e al sociale".

Segre:"Cerchiamo di portare alle aziende dei modelli sostenibili a favore delle fasce più deboli della popolazione. La sostenibilità e la parità di genere sono oggi una scelta obbligata, una via perseguita anche dai dipendenti delle aziende. Il cambio di passo è ormai necessario e imprescindibile per la sopravvivenza delle stesse aziende. L'educazione ecomomico-finanziaria? Sarebbe auspicabile inserirla nelle scuole, affiancandola agli studenti che hanno già competente tecnologiche in maniera da evitare possibili ludopatie. Molti paesi hanno inserito all'università un esame specifico. La società è cambiata: ha bisogno di competenze digitali ed economiche"..

«Le prospettive della tecnologia»

RIVIVI LA DIRETTA/2

La serie di incontri riprende dopo la pausa con un tema complesso:  «Le prospettive della tecnologia», in collaborazione con EY e Istituto Italiano di Tecnologia, tema guidato da Paolo Lobetti Bodoni, Consulting Market Leader Italy, EY: «La tecnologia è un  acceleratore ma soprattutto agisce come lievito per le imprese e per la società», spiega prima di introdurre Luca Grivet Foiaia, Technology Consulting Leader Italy, EY sul tema della «Sfida della Sustainable innovation e delle Tecnologie Convergenti»

Foiaia: «Tecnologia ormai è adottata a livello esponenziale e le ondate di tecnologie stanno aumentando e stiamo arrivando a un concetto di tecnologie convergenti, ovvero sistemi di conoscenza che si supportano reciprocamente. Dobbiamo fare attenzione, la tecnologia ci porta anche in altri luoghi, sono convinto che il Metaverso stia creando una grande connessione tra digitale e reale, ma c'è anche il rischio di finire per vedere questa tecnologia in modo negativo. Bisogna sempre pensare all'utilizzo che se ne fa della tecnologia. Bisogna inoltre fare attenzione alla capacità di sostenere le tecnologie che, per natura, si muovono in modo molto rapido».

Giorgio Metta, Direttore scientifico dell’Istituto Italiano di Tecnologia, parla dei diversi utilizzi delle nuove tecnologie nella vita di tutti i giorni grazie alla robotica e all'intelligenza artificiale e alla genomica: «Al Mit dicono che le tecnologie del futuro saranno realizzate con quattro tecnologie base che cambieranno il futuro: Bits, Atom, Neuron, Gene. Ovvero la  capacità di manipolare e modificare attraverso la convergenza di più tecnologie. I costi in questo campo stanno diventando importanti, per fortuna gli investimenti stanno arrivando in questo settore perché credo che cambieranno molte cose».

La nuova frontiera di Internet: Web3 e Metaverso abilitati dalla tecnologia Blockchain

Giuseppe Perrone, responsabile Emeia Blockchain Leader, EY, introduce i quattro elementi del Web3: tokenomics, Defi, Dao e Metaverso. «Sono sempre di più gli scambi e l'adozione delle criptovalute, probabilmente siamo in una curva che dopo un picco della fase speculativa si è assestata e ora stiamo entrando in una nuova fase di stabilità. Bisogna garantire la connessione con il mercato e soprattutto la trasparenza degli operatori nelle criptovalute», spiega.

«Ci sono otto trend per le imprese che ci introducono in questa evoluzione, il primo è quello delle aziende che si stanno muovendo sulla Web3, tra questi ci sono già Nike, Gucci e altre luxury brand della moda che hanno investito nelle collection Nft. Nike ha già realizzato 97mila oggetti in Nft. Nel mondo degli spettacoli e degli eventi si sta cominciando a utilizzare gli Nft come biglietto di ingresso. Siamo in una fase in cui stanno iniziando a nascere anche le appilicazioni web3, ovvero una applicazione distribuita. C'è stata una crescita del 500 per cento di nuove applicazione web3  oltre il 50 percento di queste sono nel mondo della finanza. E il mondo del mobile sta iniziando a capire che tipo di posizione avere in questo nuovo sistema».

«Sicuramente tutto quello che sta avvenendo sulle blockchain sta avvenendo sulle blockchain pubbliche perché questa ha già una sua infrastruttura non deve investire in una nuova.  Di fatto Nft e criptovalute sono i casi destinati a diventare mainstream; l'Europa ha creato la European blockchain infrastrutture, lo scopo è quello di garantire una infrastruttura di cui avere fiducia che funzioni da volano per una serie di progetti come ad esempio l'Eu social password, di previdenza sociale e sanitario.»

Stefano Rosso, Ceo di BVX e D-CAVE: «Come spesso succede nella vita le cose più interessanti nascono in ambito extra lavorativo. Nel mio caso specifico un caro amico mi ha introdotto nel mondo del gaming, da una chiacchiera fatta per strada mi ha portato a costituire una società mia che crea un ponte tra il mondo fashion e quello del Metaverso e del gaming: D-Cave. E da lì è nata la Bvx per introdurre questi marchi in questi nuovi spazi. Nato tutto un po' per gioco e ci siamo buttati con tutto il cuore. Il valore non sta nella compravendita di jpeg delle scimmiette che abbiamo visto, ma è il processo in cui avviene questo perché in futuro avremo dei portafogli con dei pass fisici e di altri digitali che ci danno accesso ad altri tipi di esperienze.».

«All'inizio abbiamo fatto una serie di errori clamorosi perché essendo storicamente  una azienda web2, inizialmente abbiamo ipotizzato tutta una serie di azioni per acquistare gli Nft come Paypal che non erano indirizzati agli utenti web3, che tengono molto all'anonimato, e che infatti non hanno apprezzato».

«La blockchain è una vera rivoluzione e per noi del mondo della moda ha varie declinazioni. Infatti abbiamo aderito a un consorzio no profit che non fa altro che sfruttare la tecnologia: abbiamo inserito un nfc, un piccolo microchip, in tutta la nostra pelletteria che consente - avvicinandoci il nostro smartphone - se è originale oppure una fake. Qui si apre un  mondo a monte e a valle della vendita».

Le applicazioni pratiche delle nuove tecnologie

Tavola rotonda con  Giulia Bettagno, Direttore Generale di Casa Girelli; Giovanna D’Esposito Web3 founder and investor, ex General Manager SE Uber; Marco Siracusano, AD di PostePay; Stefano De Alessandri, CEO & Managing Director di Ansa.

Giulia Bettagno, Direttore Generale di Casa Girelli:  «Abbiamo utilizzato il blockchain per tracciare il settore vitivinicolo. Abbiamo iniziato a  usare la tecnologia per raccontare ai nostri clienti quello che facciamo partendo dal tracciamento della coltivazione raccontando quando si vendemmia o si pota e poi si passa in cantina, nel processo di vinificazione e fino all'imbottigliamento. È stato un esercizio difficile soprattutto perché ci sono Paesi come il nostro che non sono molto ricettivi in tema di tecnologia. »

Giovanna D'Esposito, Web3 founder and investor: «La democratizzazione delle aziende attraverso l'automatizzazione dei processi decisionali. Le Dao, ovvero decisioni decentralizzate, guidate da uno "smart contract", ovvero linee guida, regole che vengono rispettate al momento di prendere decisioni. Ci sono migliaia di Dao, moltissime vengono utilizzate in ambito finanziario»

Marco Siracusano, AD di PostePay: «Il mondo dei pagamenti nel Web2 è stato e lo è ancora un grande acceleratore. Ora siamo un ibrido. Quest'anno gestiremo circa 600milioni di transazioni di e-commerce e abbiamo cercato di rendere queste esperienze sempre più sicure e veloci.»

Stefano De Alessandri, CEO & Managing Director di Ansa: «La possibile applicazione di blockchain nella produzione di notizie, inizialmente non ne ho intuito le potenzialità anche se siamo andati avanti con il progetto. Poi nel 2020, all'inizio della pandemia, ci sono stati due fenomeni: durante il lockdown abbiamo assistito a una crescita importante del nostro sito, ma soprattutto è successo che quando tutti noi non ne potevamo più del primo lockdown è successo che qualcuno ha fatto uscire sul web una notizia falsa attribuendola a noi, copiandone la grafica e il notiziario, rendendola immediatamente credibile. È successo di tutto: iniziava la fine del lockdown in una data e indicava alcune condizioni della fine di questa limitazione. Lì abbiamo deciso di introdurre una autocertificazione in blockchain inserendo un tag che certifica che l'abbiamo effettivamente scritta noi. Più si diffonde la necessità di certificare le fonti e più il mondo ne beneficia perché la circolazione delle fake news incontra un ostacolo».

L’evoluzione della produzione abilitata dalla Fabbrica Digitale

Riccardo Passerini, Supply Chain & Operations Leader, EY: «19 giorni è il tempo necessario perché una tecnologia diventi uno strumento di massa. Tutto ciò porta un cambiamento all'interno della fabbrica ma anche a un ripensamento del modo di fare azienda. Il panorama industriale negli ultimi anni è cambiato in modo significativo. Il mondo è cambiato ed è soggetto a delle forze esterne che spingono l'innovazione».

«Le aziende si pongono di rispondere nel modo più veloce possibile al cambiamento dei gusti e delle necessità dei consumatori e poi devono rispondere alla necessità di contenere i costi facendo fronte alla crisi energetica e al contempo trattenere e motivare il lavoratore. La tecnologia viene in aiuto a molte di queste sfide, ad esempio monitorando le spese e gli scarti, oggetti tecnologici che hanno cambiato le facce delle aziende. La smart factory ha quindi bisogno di cinque elementi per funzionare nel contesto contempo

  • flessibilità flussi fisici
  • scambio real time delle informazioni
  • ridurre la complessità analizzando i dati
  • reattività ai cambiamenti di mercato 
  • sicurezza.

Tavola rotonda con Massimiliano Cappa, CIO di Danieli; Pasquale Casillo CEO di Molino Casillo ed Ezio Fregnan, Director di Comau.

Cappa, CIO di Danieli: «Non c'è una ricetta per affrontare questa transizione, credo che sia più un atteggiamento nei confronti di questi cambiamenti. Come si affrontano e come si gestiscono. Nessuno vorrebbe mai cambiare, ma dobbiamo farlo per crescere. Da noi abbiamo creato un gruppo di lavoro che sta creando risultati, un vero acceleratore. In questo gruppo il Business si fonde con l'It e insieme si identificano nuove opportunità di business. La nostra ambizione alla Danieli è quello di avere un ecosistema nel quale respirare il digitale attraverso degli "ambasciatori" e lo facciamo collaborando»

Casillo, CEO di Molino Casillo : «La fabbrica digitale l'abbiamo affrontata in modo molto usuale partendo da sensori e analisi dei dati. Ma il cambiamento profondo che deriva a questo approccio ai processi è senz'altro quello di esplicitare tutti gli elementi dei nostri processi. Solitamente si ha la percezione di una conoscenza profonda dei propri processi, ma è tutt'altro che vero, ma questa tecnologia digitale ci permette di conoscerli veramente. Alla base di tutto c'è quindi una maggiore consapevolezza del processo e del profondo. Questo è un elemento di grande valore insieme al fatto che questa consapevolezza non è differita nel tempo ma è online e ciò ci consente di avere un governo del processo molto tempestivo e pervenire a un livello di customizzazione del prodotto molto più elevata»

Fregnan, Director di Comau.: «Si stima che una macchina su 5 che circola nel mondo sia Comau. Noi stiamo vivendo un momento straordinario perché le tecnologie ci stanno cambiando la vita: le tecnologie hanno un andamento esponenziale, mentre gli esseri umani no, hanno dei gap. Quindi serve un cambiamento, una nuova cultura del lavoro: una nuova mentalità dei lavoratori. Abbiamo cercato di cercar gemmare questo nuovo mindset a partire dai giovani studenti con dei "learning center". Quindi stiamo lavorando su questo

 

Intervista a Carla Masperi, Amministratore delegato di SAP Italia di Luigi Consiglio

Consiglio: «Sap è il software di gestione delle aziende, l'idea è quella di una gestione sempre più automatizzata delle imprese. Una piattaforma che impone una disciplina all'azienda e che ha anche tanti "miti", una dimensione "meta", e con Carla Masperi abbiamo la possibilità di smentire una serie di "leggende"»

Masperi: «Non è soltanto importante automatizzare una fabbrica, la smart factory ha un senso solo se quel valore si trasferisce al cliente. Quando i processi sono automatizzati lungo la catena si riesce a rispondere più velocemente alle richieste del cliente. Oggi nessuno vuole più prodotti di massa, non compro più un semplice prodotto ma un servizio. Il vero paradigma è il "consumer to business". L'azienda deve essere in grado di prevedere i gusti e di tradurli immediatamente nella supply chain».

«In Italia abbiamo circa 10mila clienti. Dove stanno le ragioni per cui queste aziende apprezzano Sap: sapere in tempo reale cosa sto vendendo adesso in America, ovvero il controllo dei mercati; il secondo aspetto è molto importante  è quello del passaggio generazione: oggi il mondo deve portare nel sistema informativo la conoscenza. Un conto è l'intuito e un conto è la capacità di decidere sulla base di dati, quel che diciamo predire il futuro mettendo insieme algoritmi e fonti diverse di dati. »

 

Gli asset strategici del futuro: Big Data e Intelligenza Artificiale

Keynote speaker – Opportunità e sfide delle tecnologie digitali in evoluzione 

Francesca Campolongo, Head of Finance and Economy Unit, Joint Research Centre – Commissione Europea: «Abbiamo delle tecniche di text mining per estrarre dati che si trovano dal web, EUrope Media Monitor, macina ed estrae le dieci big stories ogni dieci minuti, serve all'Unione Europea per capire quali sono i temi che preoccupano di più. Un altro esempio di utilizzo di Big Data è nell'economia, e abbiamo iniziato a sviluppare dei modelli di nowcasting. C'è poi il rischio climatico e la stabilità finanziaria, in questo caso abbiamo incrociato più database per capire quanto le catastrofi ambientali possono influenzare sul costo del denaro. L'intelligenza artificiale sta cambiando il volto di molti ambienti, la Ue ha perciò istituito un osservatorio nel 2018 per capire l'impatto e l'uso dell'AI in diversi settori, ad esempio nel manifatturiero. La stessa Unione Europea utilizza l'intelligenza artificiale: l'idea è quella di introdurre il riconoscimento facciale per il controllo delle frontiere. Abbiamo fatto delle prove ma i risultati sono promettenti e potrebbe essere un uso a breve.» 

Giuseppe Santonato, Data and Analytics Leader, EY intervista Marco Piuri, CEO di Trenord

Piuri: «Ci sono moltissime banche dati e le abbiamo guardate tutte senza trovare quello che ci serviva. Ci interessava capire i flussi della Lombardia che ha una dinamica di pendolarismo unica in Italia. Siamo andati allora sulle Sim e ci siamo messi a lavorare con Vodafone che ci ha aperto il loro database: in sei mesi di lavoro congiunto abbiamo costruito l'informazione che ci serviva per leggere i flussi. Poi abbiamo chiesto al Politecnico di Milano di certificarcelo, validando il dato anche dal punto di vista scientifico. E attorno a questo primo nucleo di dati abbiamo dato vita ad una galassia di altri dati (scatole nere etc) che ci permette di fare delle analisi predittive e avere la possibilità di costruire scenari». 

Giuseppe Santonato, Data and Analytics Leader, EY:« Ad oggi il dato è alla base di tutto, di tantissimi processi. Ma il dato non è la risposta. Se noi ci focalizziamo esclusivamente dell'algoritmo e della trasformazione del dato, ci perdiamo una parte della realtà perché la realtà non è solo una serie di regole. Bisogna anche tenere presente  una serie di trasformazioni che ci spingono a dover rispondere a una serie di eventi. La tecnologia, alimentata da dati, esegue una serie di processi guidati da persone. Sono quindi tre gli elementi in gioco

 

QUI VIDEO E RESOCONTO DELLA PRIMA GIORNATA DI FESTIVAL

 

 

 

 

 

Andrea Mason e Giorgia Cozzolino

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