Ultima. Nascosta. Discreta, tanto che molti atleti vengono qui ad allenarsi d'inverno, al riparo dalla curiosità dei tifosi. E d'estate verdissima, ricca d'acqua più di ogni altra valle, tre bacini artificiali per produrre energia elettrica mentre sui pendii le donne ancora oggi arrotolano il fieno nei grembiuli neri. È la Val d'Ultimo, a ovest di Merano, sopra Lana. Stretta e lunga 40 km come il torrente Valsura che la percorre, è un itinerario a sorpresa che sbuca sotto i giganti dell'Ortles sempre innevato. Ed in effetti di neve qui ce n'è anche quando altrove non si scia, perchè l'andamento meteo è simile a quello del confine austriaco, dove si raccolgono le nubi e le Alpi si imbiancano di continuo. Il comprensorio è lo Schwemmalm, una decina di belle piste assolate e anche spazzate dal vento da cui si gode una straordinaria veduta a 360 gradi, fino alle Dolomiti di Brenta e ai Tremila del Senales e del Rombo. Si parte da Pracupola, dopo S.Valburga, a 1150 metri e si sale fino a 2660: 25 km di discese, scuola sci, ski pass sotto i 30 euro e condizioni particolarmente buone per le famiglie.
Ma da San Pancrazio e Santa Gertrude ce n'è anche per chi ama lo slittino, lo snowboard, il pattinaggio. Nell'estate altoatesina funivie e seggiovie vengono riconvertite al trekking e portano in quota gli escursionisti che hanno l'imbarazzo della scelta. 700 km di sentieri, verso la val di Non, la Val Martello o il passo di Rabbi: un pianoro spettacolare dove d'estate corrono liberi i cavalli avelignesi dalla criniera bionda.
La storia popolare della valle, che fu celtica, romana e poi dominio dei vescovi e dei conti del Tirolo, è raccontata a San Nicolò nel museo etnografico dove si conservano strumenti di lavoro e arredi di un tempo, che per la verità non sono mai stati del tutto abbandonati. È un punto d'onore per i valligiani coltivare ancora oggi a mano prodotti biologici, allevare pecore, fare la festa (gastronomica) all'agnello in settembre, curarsi con le erbe e comporre deliziose misture di fiori con cui colorare le zuppe. Acqua di sorgente, latte dalla stalle dei 60 masi, pane di segale e farro, trote da uno dei 15 laghi: i prodotti tipici vanno acquistati direttamente dai produttori o distribuiti nei mercati dove vengono venduti senza intermediazioni, né imballaggi.
Il locale contro il globale: l'esito è benessere e riconciliazione con la natura. In un luogo avviene più che altrove: all'Arosea Hotel, tra S.Valburga e Pracupola. Aperto nel 2008 è un tempio del legno cembro, il cui profumo accompagna nella hall, nelle camere, persino nell'amplissima zona benessere dove sauna e palestre si alternano ad amache di legno e lettini salutari. Premiato più volte per le scelte totalmente ecologiche, l'Arosea life balance gestito da Anne e Thomas Stauder è un hotel design, dove i fili conduttori sono pino, ardesia e lana cotta, elementi di arredo ma anche di uso quotidiano che parlano di sostenibilità ambientale e di tipicità, dalla cosmesi Trehs dalle Val Sarentino all'acqua ossigenata da bere fino al biopane e alle pietre calde del bagno turco. Fiore all'occhiello del centro bessere è l'oxicutan, trattamento all'ossigeno che rigenera l'epidermide e viene applicato anche su molti sportivi, come la nazionale svizzera femminile di sci alpino che qui è di casa. Non a caso l'azienda italiana Vist che produce abbigliamento da sci con linee di design ha aperto qui il suo primo storehotel.
Informazioni: www.arosea.it, www.schwemmalm.info, www.valdultimo.info.
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