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Uve di pregio, la produzione cresce nel Veneto Vicenza al terzo posto dopo Treviso e Verona

OLTRE LA CRISI. La ricetta sta nella valorizzazione dei vitigni autoctoni, premiati dall'export
I vigneti nei Colli Berici (questi nell'immagine sono dell'azienda Inama) sono un punto di forza del Veneto
I vigneti nei Colli Berici (questi nell'immagine sono dell'azienda Inama) sono un punto di forza del Veneto
I vigneti nei Colli Berici (questi nell'immagine sono dell'azienda Inama) sono un punto di forza del Veneto
I vigneti nei Colli Berici (questi nell'immagine sono dell'azienda Inama) sono un punto di forza del Veneto

Produzione in calo, qualità costante, aumento delle esportazioni. Questi, in sintesi, i dati della vendemmia 2012 secondo l'analisi di Veneto Agricoltura, guidata dal commissario Paolo Pizzolato, ed elaborata dai funzionari regionali Luca Furegon, Giuseppe Catarin e Maria Teresa Coronella. I quintali di uva raccolta nei 77 mila ettari coltivati a vigneto nella nostra regione sono stati 10,8 milioni, il 4% in meno rispetto alla vendemmia 2011. Il dato appare meno negativo se si raffrontano esclusivamente le uve destinate ai vini a denominazione di origine: qui la tendenza si inverte, passando al 56,5% del totale contro il 51,5% dell'anno scorso. A fronte del calo produttivo globale si segnala una buona qualità media del prodotto che, specie per quanto riguarda i rossi.
Nella suddivisione per provincia, la parte del leone spetta sempre al Trevigiano e al Veronese, due zone che da sole rappresentano i tre quarti della produzione complessiva. La provincia di Vicenza, con i suoi 940 mila quintali, mantiene il terzo posto. Tra le varietà, il Prosecco consolida la posizione di testa con il 38% del totale. Seguono, quasi a pari merito attorno al 14%, il Valpolicella, il Conegliano-Valdobbiadene e il Soave. Il vino marchiato Colli Berici è a fondo classifica con poco più dell'1%.
I dati sull'andamento del commercio sono lusinghieri: nel 2012 il fatturato export di vino veneto sfiorerà quota 1,5 miliardi di euro con un incremento del 9,6% sull'anno scorso. I paesi principali per lo sbocco commerciale sono Germania, Usa, Gran Bretagna e Canada. L'assessore regionale all'agricoltura Franco Manzato, il quale ha avvisato: «I tagli governativi impongono una drastica revisione degli enti regionali e dovremo entro la fine del 2013 adeguarci a questa direttiva.
Le relazioni dei tecnici di Veneto Agricoltura confermano la buona salute della viticoltura veneta, un settore che dimostra di saper contrastare efficacemente gli effetti della crisi. Dobbiamo però tenere alta la guardia e agevolare chi coltiva, chi trasforma e chi vende. Sotto quest'ultimo aspetto, tre sono le azioni che contiamo di portare quanto prima a compimento. Primo, una valida protezione legale dei nostri marchi che ci metta al riparo dai continui tentativi di contraffazione. Secondo, una massiccia operazione di “incoming” che porti in Veneto operatori commerciali e turistici da tutto il mondo e promuova a livello mondiale la cultura del nostro vino. Terzo, una ricerca mirata ed efficace di rapporti con la Cina, il paese che nei prossimi anni offrirà le maggiori possibilità di penetrazione commerciale.
Tutte iniziative costose, che potranno essere in parte finanziate con i fondi dell'Ue: lì il governo italiano sarà chiamato a compiere le dovute pressioni».
Lino Zonin

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