<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
None

Un vicentino in Maremma produce il raro Petit Verdot in purezza: da premio

IL VINO. Il giovane Lorenzo Zonin conduce il Podere San Cristoforo e raccoglie ampi consensi

Lorenzo Zonin in Cantina: &#232; sposato con Meritxcell Falgueras<br />
Lorenzo Zonin in Cantina: &#232; sposato con Meritxcell Falgueras<br />
Lorenzo Zonin in Cantina: &#232; sposato con Meritxcell Falgueras<br />
Lorenzo Zonin in Cantina: &#232; sposato con Meritxcell Falgueras<br />

Maremma, Podere San Cristoforo, comune di Gavorrano. Tra olivi e sughere centenarie, la proprietà di questa azienda si estende su quarantacinque ettari, di cui tredici a vigneto, nella zona doc Monteregio, due di olivi e trenta di seminativo. Podere San Cristoforo è diventato una realtà di tutto rispetto in pochi anni di attività, ricevendo premi e riconoscimenti internazionali. Merito di Lorenzo Zonin, figlio di Giuseppe, della dinastia di Gambellara, uno dei pochissimi produttori in Italia a ottenere il Petit verdot in purezza. Il vitigno francese, originario della zona del Medoc, matura molto tardi, talvolta persino a ottobre. Per anni è stato utilizzato per dare corpo ai Bordolesi. Oggi conosce un'importante riscoperta, soprattutto in zone come la Napa Valley e l'Australia. Il vino di Lorenzo Zonin ha ottenuto da James Suckling (già responsabile europeo di Wine Spectator, che adesso ha un suo sito) ben 94 punti.
Il Petit Verdot non è un vitigno facile: ha maturazione tardiva e predilige i climi caldi. Come è riuscito, Lorenzo Zonin, a ottenere risultati così importanti qui in Maremma?
Grazie alla sinergia tra le operazioni agronomiche, il clima e il terreno, molto fresco per la presenza di argilla e di piccolissime vene d'acqua sotto allo strato pietroso. Sono convinto che siano in realtà due le ragioni per cui si vede poco Petit Verdot: la prima è sicuramente che ha una maturazione tardiva adatta solo a climi asciutti, caldi e forte intensità luminosa; la seconda è che è poco redditizio: noi ne produciamo trentacinque quintali per ettaro.
Che abbinamenti consiglia?
È un vino di grande struttura, ma anche molto affabile. Io lo apro e lo bevo anche da solo, per godermi gli aromi fruttati e speziati. Predilige comunque carni rosse, grigliate o al forno, condite anche solo con olio extravergine d'oliva e rosmarino. Per gli amanti dei rossi va bene anche con il pesce. Lo consiglio con una tagliata di tonno: i suoi tannini sono velluto.
Come giudica la vendemmia 2012?
Qui a San Cristoforo, da ottobre 2011 ad agosto 2012, si è avuto il minor numero di piogge mai riscontrato. Al di là di quest'annata anomala per temperature e siccità, ci siamo stupiti nel constatare come le nostre viti abbiano superato queste condizioni estreme, segno della forte sinergia tra le loro radici e questi terreni drenanti, ma così freschi in profondità. Va ricordato che al Podere San Cristoforo non abbiamo impianti di irrigazione. Potremo dire se è stata una buona annata nel 2013, quando i vini saranno pronti: per ora posso dire che non avrei mai immaginato una situazione così positiva.
La sua è un'azienda giovane ma ha già ottenuto notevoli affermazioni anche a livello internazionale. Qual è il segreto di un successo così immediato, ma anche così pieno?
I risultati non si sarebbero ottenuti se, nella sostanza, i vini non fossero di una stoffa rimarchevole e di un carattere distintivo. Poi c'è la passione di chi lavora per San Cristoforo: un team giovane che non ha paura di lavorare, di fare le cose al meglio, di operare anche con mezzi e risorse limitati, come ogni piccola azienda è costretta a fare.
Nel sito web dell'azienda si trova una sorta di suo “elogio dell'errore”: dagli sbagli - a suo dire - si impara moltissimo. Qual è stato, se c'è stato, l'errore nel suo percorso professionale che le ha insegnato di più?
Si impara da ogni singolo errore e si può imparare tanto ogni giorno anche senza sbagliare. Ma la curva di apprendimento e di miglioramento è accelerata nei momenti di difficoltà. L'errore nel mio percorso professionale è stato quello, in un certo momento, di non seguire il mio cuore. Ma il senso d'insoddisfazione mi ha fatto reagire. Da quel momento la vita mi ha riservato continuamente belle sorprese. Le scelte del cuore sono spesso coraggiose, ma oggi non mi preoccupa più l'errore che inevitabilmente potrà verificarsi. Mi preoccupa trovare la migliore soluzione.

Loretta Simoni

Suggerimenti