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LR Vicenza

E adesso cambiamo un altro allenatore?

Il presidente Stefano Rosso e tutta la società contestati dalla Sud (Foto Trogu)
Il presidente Stefano Rosso e tutta la società contestati dalla Sud (Foto Trogu)
Il presidente Stefano Rosso e tutta la società contestati dalla Sud (Foto Trogu)
Il presidente Stefano Rosso e tutta la società contestati dalla Sud (Foto Trogu)

C’è un minuto da tenere a mente: il 29’ del secondo tempo. È a quel punto che dalla Curva Sud partono i cori contro la proprietà. Si parte soft («Questa società non ci merita»), si prosegue con ironia e sarcasmo («Renzo Rosso portaci in Europa» e «in cinque anni in serie A»), si conclude con l’offesa diretta (che a nostro parere non dovrebbe mai esserci, su nessun fronte).

Il fallimento Perché il 29’ della ripresa è importante? Perché ha sancito, in maniera assolutamente non equivocabile, che la frattura tra la società e il tifo è netta e non sanabile (almeno allo stato attuale delle cose). E attenzione: nello specifico non parliamo di “Curva”, ma di “tifo”, perché quando salivano i cori dalla Sud consistenti porzioni degli altri settori applaudivano. Cosa ha condotto a tutto questo? Ci vorrebbero giorni per spiegarlo. Per il momento ci soffermiamo su un aspetto: il fallimento del progetto tecnico. Certo, ieri s’è sbroccato anche perché, per usare un eufemismo, l’empatia è venuta meno. Ma nel calcio comandano i risultati. Se vinci non gliene frega niente a nessuno se non sei empatico. Se perdi entra nel conto anche quello.

Tutto da rifare Ecco perché, a nostro parere, tutti i dissapori legati a maglia Icon e dintorni sono solo sintomi. Il male, che covava da tempo, risiede altrove.
Provocatoriamente abbiamo titolato “E adesso cambiamo un altro allenatore”? In realtà in questo momento non è possibile avere un’idea, neanche approssimativa, sul valore di Francesco Baldini. Una partita, due conferenze stampa e una settimana di allenamenti (a porte chiuse peraltro... ) non forniscono elementi per esprimere un qualsiasi giudizio che non sia umorale o superficiale. Quindi non serve (e non serviva) sparare sul pianista in panchina. Il problema vero, grave, è che una squadra che nella prima metà della stagione aveva palesato dei grossi problemi, con il mercato invernale non è stata rinforzata. Osservando i giocatori in campo ieri, il pensiero più triste non riguardava l’eventuale retrocessione. Il guaio vero è che questa è una squadra senza futuro. Pochi dei giocatori in organico sono proponibili per la prossima stagione. Che sia in B o in C. Manca un nucleo solido, una spina dorsale composta da giocatori di proprietà e non troppo avanti con gli anni, attorno a cui costruire (o ricostruire). L’anno prossimo toccherà rifare tutto. È questo il vero, grande fallimento progettuale. È stato esonerato Di Carlo, la stessa sorte è toccata a Brocchi (peraltro dopo una partita ben giocata contro una pretendente alla A... Boh). Ora tocca rimettere insieme i cocci. A cominciare dal rapporto con i tifosi. E non sarà semplice. Perché le luci sono spente. L’unica che ieri brillava ieri era quella dell’immenso Piermario Morosini, ricordato dalla società e dai tifosi nel decimo anniversario della sua tragica scomparsa.

Giancarlo Tamiozzo