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INTERVISTA

Rolando Maran: "A Brescia la differenza starà nelle motivazioni"

Il tecnico Rolando Maran ha guidato il Vicenza nelle stagioni 2009/2011. A Brescia nella stagione 2005/2006
Il tecnico Rolando Maran ha guidato il Vicenza nelle stagioni 2009/2011. A Brescia nella stagione 2005/2006
Il tecnico Rolando Maran ha guidato il Vicenza nelle stagioni 2009/2011. A Brescia nella stagione 2005/2006
Il tecnico Rolando Maran ha guidato il Vicenza nelle stagioni 2009/2011. A Brescia nella stagione 2005/2006

Rolando Maran si è seduto su tutte e due le panchine, prima quella del Brescia (2005-06) e poi per due stagioni di fila (dal 2009 al 2011) su quella dei biancorossi. Il tecnico, che da otto anni ha scelto di abitare a Vicenza, la città in cui ha deciso di vivere, nella veste del doppio ex è l’uomo giusto a cui chiedere di inquadrare la sfida che domenica metterà di fronte il Brescia in lotta per la A e il Vicenza in corsa per agguantare i playout per la salvezza. Maran, che idea si è fatto della B di quest’anno? Come sempre è una categoria che va a fasi alterne e il primo aspetto che va curato, proprio per questo, è la continuità: se ce l’hai di sicuro arrivi ad avere una buona posizione alla fine. Avrebbe mai pensato a un Vicenza così inguaiato? Onestamente no, non pensavo proprio di vederlo in una situazione del genere. E come se lo spiega? Difficile e neppure corretto dare giudizi da fuori perché non si possono conoscere le situazioni senza vivere lo spogliatoio. Di certo mi auguravo per il Vicenza un campionato ben diverso. Di Carlo arrivò nel tripudio dei tifosi ma anche lui è stato esonerato, nessuno è intoccabile nel calcio. Dispiace sempre, in questo caso si tratta pure di un amico, so bene cosa si prova perché è capitato anche a me, fa parte del mestiere e sono situazioni alle quali dobbiamo essere pronti. Peccato che spesso i risultati che non vengono siano frutto di tante altre situazioni negative di cui però il parafulmine è sempre l’allenatore: ci dobbiamo adeguare ma non vuol dire sia giusto. Ma questo Vicenza sulla carta come lo valutava all’inizio della stagione? A me era anche sembrata una squadra nata da un mercato buono, normale del resto quando parli di giocatori come Diaw e Proia, poi non so dire cosa sia successo. Non è stato semplice il lavoro per Cristian Brocchi. Dopo un periodo difficile ora ha trovato la quadra e comunque io in generale faccio sempre il tifo... per gli allenatori. Mancano 7 partite alla fine del torneo, su cosa deve puntare il Vicenza? Credo sull’entusiasmo, può essere la leva giusta e poi in momenti così delicati può contare su un pubblico che dà una spinta eccezionale e questo pesa molto. Com’è lavorare in una piazza così, difficile o no? Forse all’epoca in cui io ho allenato il Vicenza non ho saputo capire fino in fondo alcuni aspetti che invece oggi che abito qui ho compreso: per esempio il forte senso di appartenenza che lega la città alla squadra. Lei ha guidato anche il Brescia, cosa ne pensa? Sta attraversando un buon periodo, come il Vicenza, ha appena cambiato allenatore e questo potrebbe dare una spinta in più anche se non è scontato. Il divario di forze sulla carta pesa meno di quello che si può pensare, a fare la differenza sono le motivazioni. E’ una tifoseria calda anche quella di Brescia, so che c’è molta rivalità sportiva con Vicenza ma per certi aspetti sono due piazze che si assomigliano. Conteranno le motivazioni, ma se poi il tasso tecnico è carente diventa complicato. Sì, ma questo vale di più in categoria superiore. Diciamo che adesso le cose più importanti sono le motivazioni e la forma fisica: averla significa poter tenere un ritmo elevato in partita. Un giocatore che può essere decisivo domenica? No, in B è il gruppo a contare. Solo in serie A ci sono a volte campioni e talenti sopra la media in grado di incidere da soli e allora lì alzi le mani. Un pronostico per Brescia-Vicenza? Non per lavarmene le mani, ma davvero penso sia una gara aperta a qualsiasi risultato. Lei in questo momento non sta allenando, a fine giugno finirà il contratto che lo lega al Genoa e poi? Cosa si augura per il suo futuro? Spero di tornare presto a rientrare dalla parte giusta negli stadi, cioè con il pullman della squadra perché andare in tribuna non mi piace proprio. •. 

Alberta Mantovani