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L'analisi

Lane, un poker di qualità per puntare al salto

«Una squadra perfetta deve avere un portiere che para tutto, un assassino in difesa, un genio a centrocampo, un mona che segna e sette asini che corrono». Parole e musica di uno dei più grandi, il paron Nereo Rocco. Chissà, al compianto tecnico probabilmente non dispiacerebbe l'idea di calcio di Mimmo Di Carlo, fatta di essenzialità e solide certezze.

 

LA QUALITÀ E L'ANAGRAFE. E una di queste solide certezze, appunto, è che se hai una spina dorsale robusta probabilmente vinci. Portiere, difensore centrale, regista, centravanti: è attorno a questi uomini-chiave che di solito si costruisce una squadra. Ed è qui, presumibilmente, che il Vicenza lavorerà per dar vita all'undici del futuro. Ci piace pensare che, compatibilmente con questi tempi tristi di pandemie e Superleghe, in via Schio si stia già gettando le basi per un altro upgrade. Dopo la serena salvezza che sta per essere conquistata (e che va applaudita, perché questa è la dimensione della squadra), sarebbe bello che l'anno prossimo i biancorossi stazionassero nella parte alta dalla classifica. Magari riducendo quegli alti e bassi che hanno contraddistinto questa stagione (e pure la gara con il Lecce, come si vede nel grafico realizzato con gli interessanti dati di Linea Lane). Per rendere raggiungibile questo obiettivo c'è bisogno di quattro innesti di spessore: portiere, difensore centrale, play e prima punta. La questione è tecnica, ma anche anagrafica. Stando ai dati di Transfermarkt la rosa biancorossa, con un'età media da 27,9 anni, è la più vecchia del campionato (in coabitazione con la Reggina). Di questo dato sarà necessario tener conto in sede di mercato.

 

UN PORTIERE CHE PARA TUTTO. Seguendo le indicazioni del paron, cominciamo appunto dall'estremo difensore. Grandi ha dimostrato di essere sostanzialmente affidabile per la Serie B, anche se ogni tanto qualche errore l'ha commesso. La questione, a questo punto, è di decidere se si vuol fare un salto di qualità. In realtà il Vicenza ci aveva provato anche l'anno scorso dando la caccia a Provedel, che ora si sta rivelando decisivo per la salvezza dello Spezia. Il bivio è questo: punti al 6, 6+, 6,5 o al 7,5 (con annessa differenza di punti a fine stagione)? Nella risposta è contenuta la scelta di mercato.

 

UN ASSASSINO.  Veniamo, sempre secondo lo schema di Rocco, alla retroguardia. La squadra biancorossa per fare il salto di qualità avrebbe bisogno di un forte difensore centrale che comandi il reparto. C'è Padella, che è un ottimo elemento ed è pure in possesso di grande carisma, ma il settore difensivo ha bisogno di essere irrobustito. Anche perché l'ex ascolano veleggia verso i 33 anni. E nell'ottica di un turnover che in B diventa una costante, la possibilità di effettuare rotazioni senza rimetterci sul fronte della qualità è essenziale. Non sarebbe male intervenire anche sulle fasce, soprattutto in vista della ventilata partenza di Beruatto. Ma i fulcri, come si diceva una volta, restano il 5 e il 6.

 

UN GENIO. Arriviamo al centrocampo, dove in realtà servirebbe più di un innesto. Quello che più di tutto manca al Vicenza è un centrocampista che faccia gioco. La carenza, in realtà, è visibile da anni. De Falco non era male dal punto di vista tecnico, ma aveva altre lacune. Scoppa non si è rivelato l'elemento che serviva. Ora Rigoni è impiegato come centrale: il mediano di Cogollo ha qualità e senso tattico, ma non è un regista. Questo profilo proprio manca al Vicenza.

 

UN MONA CHE SEGNA. Chiudiamo con la prima linea. Il discorso è semplice e noto: serve un centravanti che faccia la differenza. Di recente il Vicenza ha fatto fronte ai problemi realizzativi con la progressiva crescita di Lanzafame e le prodezze di Meggiorini. E, guarda un po', senza di loro i risultati latitano. Lanza e Meggio comunque, vista anche la carta d'identità, hanno bisogno di un compagno di reparto che aiuti a compiere il salto di qualità. 

 

 

Giancarlo Tamiozzo