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La storia

I 10 anni di crac del Lane. «Così mi sono laureata»

lessia Ferraro il giorno della laurea con il relatore Alberto Frau
lessia Ferraro il giorno della laurea con il relatore Alberto Frau
lessia Ferraro il giorno della laurea con il relatore Alberto Frau
lessia Ferraro il giorno della laurea con il relatore Alberto Frau

Una tesi sul Vicenza da 110 e lode. L’ha discussa nei giorni scorsi all’Università del Foro Italico a Roma, la bassanese Alessia Ferraro, laureatasi col massimo dei voti in Management dello Sport. «Con particolare attenzione alla gestione sportiva in ambito giuridico, poiché quasi tutti scelgono l’ambito del marketing, io ho preferito l’aspetto legale». 

Il titolo della tesi era: “La storia del Vicenza dal 2010 al 2020, dieci anni di fatti e misfatti economico finanziari”. «Tutto è nato grazie all’amicizia con l’avvocato Sergio Campana che ho conosciuto al Mercante quando lavoravo allo store del Bassano – racconta Alessia, 25 anni da compiere in autunno – lui si è interessato ai miei studi e ho iniziato ad andare con lui a seguire il Vicenza al Menti, naturalmente prima che scoppiasse la pandemia. Lui mi ha suggerito l’indirizzo giuridico, il resto l’ha fatto il mio relatore, il professor Alberto Frau quando mi ha visto una volta allo stadio conversare col compianto Paolo Rossi. Mi ha convinto che il Vicenza sarebbe stato un ottimo argomento di tesi. E visto l’epilogo, devo ringraziare anche il Giornale di Vicenza che mi ha messo a disposizione tanto materiale prezioso. Ho analizzato le gestioni del club sino al fallimento, il passaggio col curatore De Bortoli e infine i dati della rinascita con la nuova proprietà». 

Un lavoro enormemente apprezzato dai docenti capitolini e che corona semmai un cammino non solo di studi ma proprio sportivo esemplare per la Ferraro, tra l’altro oggi insegnante di Scienze Motorie alle scuole medie a Thiene. «Sin da quando avevo 14 anni mi ero messa in testa che il mio futuro sarebbe stato nello sport – confida lei – questo grazie al mio professore di allora, Lionel Carmelino (il tecnico italoargentino che ha appena pilotato il Bassano al ritorno in serie B, ndr) che mi ha fatto innamorare dell’agonismo. E Alessia è diventata da quel momento un inno alla poliedricità: giocatrice di volley e di beach volley (quest’anno ha accarezzato la promozione in A2 con Udine, prima dello stop per Covid) e tifosa di tutto il resto: al Mercante a tifar Bassano, al palazzo a sostenere l’hockey, al PalAngarano a incitare il basket (il suo compagno, Michael Puto, è tra i preparatori atletici dell’Orange Bassano).

E quando era a Roma ha conosciuto Totti al Palaeur a veder la pallacanestro e – grazie ad Ezio Glerean – è entrata in contatto con Spalletti, allora alla Roma ma che poi ha seguito studiandone le metodologie di lavoro tanto a Trigoria che ad Appiano con l’Inter. Per non farsi mancare nulla ha preso parte anche al torneo di rugby al tocco in Prato Santa Caterina, a ribadire uno status di sportiva multidimensionale ma al momento sottorete è senza squadra, una volta esaurita la parentesi di Udine. Intanto la cattedra a Thiene e, in futuro, un sogno ad occhi aperti. «Vagheggio un incarico al Cio per mettere a frutto la laurea – sorride – ma se non punti al massimo ottieni poco»

Vincenzo Pittureri