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Ultimo passaggio

E adesso chi viene in una squadra da 7 punti?

Lo sconforto dei biancorossi a fine partita (Foto Ciscato)
Lo sconforto dei biancorossi a fine partita (Foto Ciscato)
Lo sconforto dei biancorossi a fine partita (Foto Ciscato)
Lo sconforto dei biancorossi a fine partita (Foto Ciscato)

La cosa brutta è che se lo dici in giro ti prendono per mona, o pensano che tu non capisca niente di calcio o che sia in malafede. Eppure è così: questo Vicenza non gioca malissimo. Ma perde, continua a perdere. Un gol - almeno - lo prende sempre. E poi fa una fatica del demonio a segnare. Ora è ultimo da solo. Con un piede e mezzo in Serie C.

Le prospettive La sconfitta di ieri proprio non ci voleva. Perché pregiudica il presente e il futuro. Cominciamo dal presente. Per poter ragionevolmente sperare in un’eventuale riscossa a gennaio sarebbero serviti 9 punti da conquistare nelle fondamentali partite interne contro Como, Alessandria e Cittadella. La prima chance è stata buttata alle ortiche. Per carità, il Vicenza potrebbe vincere a Lecce. Nulla, nel calcio, è impossibile. Andare a vedere il gol di Cutrone a Napoli per vedere. Però dai... per pensare a un colpaccio a Lecce bisognerebbe davvero fare indigestione di pane pociato nell’ottimismo. Ma al di là di quello che potrà succedere in Salento, il problema è che la sconfitta di ieri complica molto anche le prospettive di mercato. Per rinforzare una squadra c’è bisogno di tre elementi: una società che metta soldi sul tavolo, una dirigenza che li spenda bene e dei giocatori forti che vogliano venire. Diamo per buono che le prime due pre-condizioni siano un dato acquisito (perché se così non fosse tanto varrebbe ordinare l’ultimo giro di amari e andare a casa). La terza, quella dell’arrivo di giocatori forti, rischia ora di essere molto complicata. Con una situazione di classifica del genere quali elementi in grado di fare davvero la differenza saranno disposti a mettersi in gioco così pesantemente?

Pazienza esaurita I tifosi biancorossi finora sono stati encomiabili al limite del commovente. Presenza e tifo costante, sostegno incondizionato, capacità di stringer- si attorno alla squadra a prescindere da prestazioni e risultati... Ieri sera, però, qualcosa si è rotto. I giocatori sono usciti dal campo tra i fischi e dalla Sud sono giunte esortazioni ad andare a lavorare. Tutto legittimo, capiamoci. Che la pazienza sia esaurita è comprensibile. Il problema, però, è che in un modo o nell’altro si deve andare avanti. E senza il collante dei risultati sarà sempre più dura. 

Le nuvole Nuvoloni neri si addensano sul futuro del Vicenza. Ma ieri c’erano anche Nuvole bianche. Quelle magiche e toccanti del pianoforte. Quelle di Ludovico Einaudi, che hanno accompagnato l’ingresso in campo delle squadre nel commovente momento del ricordo di Paolo Rossi a un anno dalla scomparsa. Che groppo in gola, che ricordi... La Curva Sud ha onorato la memoria di Pablito con due striscioni: “Una leggenda ha vestito questi colori”, onoriamola da vincitori” e “Ciao Paolo”. 

Giancarlo Tamiozzo