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L'intervista

Di Carlo è già sul pezzo
«Nulla è impossibile»

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Il tecnico del Vicenza, Mimmo Di Carlo
Il tecnico del Vicenza, Mimmo Di Carlo
Il tecnico del Vicenza, Mimmo Di Carlo
Il tecnico del Vicenza, Mimmo Di Carlo

Punto primo. Se il campionato iniziasse domani il Vicenza di Mimmo Di Carlo sarebbe già pronto sotto il profilo mentale e la filosofia calcistica. Tra Gallio e Asiago dopo dieci giorni di lavoro si suda e si mentalizza quella che sarà la prossima serie B, Di Carlo è un martello dentro la testa dei giocatori: aggredire, combattere, rischiare. In due parole: consolidare e conquistare. Consolidare ciò che di buono si è fatto l'anno scorso, solidità di squadra e società; conquistare spazio in campo, in classifica, attraverso le vittorie. «Ma per fare bene in serie B - spiega subito il mister - conterà la continuità di risultati». In un'oretta di chiacchierata, Di Carlo è un fiume in piena con la voglia di parlare di calcio e della sua squadra, quella in ritiro e quella che verrà, guardando al prossimo campionato senza nascondersi: «Nulla è impossibile. Non ci deve far paura nessuno».

 

Lei e la società avete già fissato degli obiettivi?

«Vorremmo diventare la sorpresa del campionato, ma dico anche che prima è meglio pensare alla quota salvezza e poi vedremo. Nel prossimo campionato ci saranno le solite due, tre squadre forti che si giocano il torneo e poi sotto otto squadre da playoff. Ma per essere lì ci vorranno sacrificio, coraggio e spirito di gruppo che coinvolga i singoli. Sono queste le caratteristiche che cerco dai giocatori. Valori che fanno la differenza e portano tanti punti in classifica».

 

Il modulo Di Carlo...

«Vale per tutti, per Conte, Mourinho, Guardiola. I grandi risultati si ottengono se c'è lavoro, affiatamento, coesione vera dove tutti remano dalla stessa parte. E poi sono convinto di una cosa: non è che le più forti vincono sempre, basta guardare questo campionato di B che sta per concludersi».

 

Si parte da una base consolidata, quella che ha vinto il campionato di Lega Pro.

«L'anno scorso abbiamo costruito una squadra con dei valori umani oltre che sportivi, cercando giocatori che avessero fame di vittoria. Ed è lo stesso criterio che stiamo adottando in questa fase di mercato, alla causa del Vicenza servono giocatori dalle forti motivazioni. Penso a Meggiorini ad esempio: voleva il Vicenza e noi l'abbiamo scelto per le sue qualità e l'esperienza. Si tratta di un grande colpo di mercato. Riccardo è già uno di noi, sembra che sia in gruppo da un anno».

 

In B servirà tanta qualità...

«Stiamo tutti lavorando per alzare l'asticella, per migliorarci. Ma la cosa importante è che dalla passata stagione si è instaurato un feeling tra staff e giocatori molto forte, stiamo crescendo giorno dopo giorno».Bisognerà comunque rinforzare la rosa. «Sì, ma senza fretta, siamo agli inizi del mercato che durerà fino al 5 ottobre. Lunghissimo. Abbiamo già le idee chiare, puntiamo su un portiere, due terzini e l'attaccante. Servirà avere pazienza e cogliere l'occasione al momento giusto come abbiamo fatto in passato. Ho grande fiducia nella società e nel direttore sportivo».

 

Preparazione lunga. È un vantaggio?

«Abbiamo modulato la tipologia dell'allenamento cercando di non caricare troppo, ma il lavoro più importante si farà in pianura per poi essere pronti alle prime amichevoli».

 

Si faranno quindi...

«Credo che dopo ferragosto si potranno organizzare, giocheremo con squadre professionistiche, perchè possono sostenere i protocolli anti-Covid ma certamente saranno a porte chiuse. Intanto io e il mio staff siamo concentrati sul trasferire la mentalità giusta ai giocatori».

 

L'allenatore è sempre più uno psicologo...

«La testa è tutto se vuoi ottenere dei risultati. Bisogna essere bravi ad entrare nella mente di un giocatore, trovare la chiave per farlo rendere al meglio. In B sarà molto diverso, la squadra dovrà accorciare i tempi di gioco, servirà velocità, compattezza. Lo dico spesso ai ragazzi in questi giorni: per andare lontano serve sacrificio e coraggio nella giocata».

 

E se il giocatore sbaglia?

«Non mi importa, non è un problema anche se sbaglia due volte, l'importante è provarci, crederci e correre fino al '95».

 

Non le sembra che in questi anni la figura dell'allenatore sia sempre più esposta rispetto ai giocatori?

«La figura del mister conta tanto nella misura in cui c'è una condivisione delle idee e se mette a disposizione la sua esperienza. In tutto questo è fondamentale il lavoro dello staff, poi tocca al tecnico capire quando metterci il bastone o la carota. E poi c'è un altro aspetto: la comunicazione alla squadra, fornire un sogno collettivo».

 

Che allenatori l'hanno impressionata in questo campionato?

«Gasperini e Juric per la mentalità che hanno trasferito alla squadra con giocatori di grande qualità. De Zerbi per il gioco palla a terra che esisteva già ma che lui ha consolidato ad un livello più alto. Certe cose le ho viste fare anche da Ulivieri e Guidolin, chiaro che oggi c'è stata un'evoluzione. Chi mi ha colpito molto è stato anche Stefano Pioli, ha mostrato un ottimo calcio»

 

Quanto conterà il modulo nel suo Vicenza?

«Ma il modulo è un mezzo per arrivare all'obiettivo, conta più lo spirito. È come se in guerra dovessi dare il fucile a chi ha paura... va a finire che il soldato si nasconde. Lo spirito, la mente, vincono sempre sulla spada (cit. Napoleone). Poi se giochiamo con il 4-4-2 o il 4-2-3-1 lo vedremo, quello che voglio è una squadra compatta e corta. In serie B sarà fondamentale fare bene la doppia fase (attacco e difesa), essere veloci, lavorare sulle transizioni e marcature preventive. Ci troveremo di fronte ad attaccanti che se hanno due occasioni ti puniscono».

 

Nel ritiro in Altopiano ci sono anche molti giovani tra cui Mancini. Che impressione le ha fatto?

«Ha 16 anni e deve fare il suo percorso ma ha grandi qualità. Di lui mi piace la professionalità che mette in campo, è arrivato con un bagaglio giusto, merito di chi l'ha allenato in questi anni. Nelle partitelle le prende e le dà, ha il giusto atteggiamento. Ma lo stesso vale anche per Issa e gli altri giovani, Tronchin, Affollati, Rossi».

 

Facciamo un passo indietro. Qual è stato il complimento più bello che ha ricevuto dopo la promozione in B?

«Ne ho ricevuto tantissimi, in diverse forme. Ma è giusto girarli alla squadra a questo gruppo che siamo riusciti a costruire. Piuttosto speriamo di tornare alla normalità al più presto, soprattutto per i tifosi che ci mancano». 

Eugenio Marzotto