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Che domenica col vecio, la bandiera e il soldatino

Trecento Giacomelli festeggia con una vittoria le 300 presenze con il Lane
Trecento Giacomelli festeggia con una vittoria le 300 presenze con il Lane
Trecento Giacomelli festeggia con una vittoria le 300 presenze con il Lane
Trecento Giacomelli festeggia con una vittoria le 300 presenze con il Lane

Una domenica speciale. Con protagonisti speciali. Già, perché nel giorno in cui di fatto il Lane si iscrive a un nuovo campionato, sembra quasi che una mano invisibile abbia collocato gli uomini che più lo meritavano al posto giusto nel momento giusto. Trecento Stefano Giacomelli entra in campo nel finale. È la trecentesima volta che indossa la maglia biancorossa. Un traguardo pazzesco, un dato che mette i brividi. Ma l’evento rischia di essere un momento celebrativo fine a se stesso. In soldoni: che festa vuoi che sia se non vinci una partita fondamentale per il tuo presente e (soprattutto) per il tuo futuro? Ma ecco che arriva la sopracitata mano invisibile. È proprio Giacomelli, da sinistra, a mettere in mezzo il pallone da cui nasce il fondamentale gol del vantaggio. E la rete che spacca la partita. Ed è bello che nasca dal piede di un giocatore-simbolo della storia recente del Vicenza. Giacomelli in questi anni ne ha viste e vissute di tutti i colori. È passato attraverso il fallimento e la rinascita. Attraverso promozioni, retrocessioni e ripescaggi. È stato protagonista di sogni e incubi. È stato amato (Giacomessi) e detestato (sì, ancora la storia del mancato assist a Verona...). Tutte le lacrime e tutti i sorrisi di questi anni sono passati per il suo volto. E ora, nelle classifica delle bandiere biancorosse, Jack è preceduto solo da Savoini (317), Gigi Menti (314) e Santagiuliana (311). Vuoi vedere che un giorno... Il soldatino Restiamo sul gol che ha cambiato la partita (e il campionato del Vicenza). La mano invisibile con cui ormai siamo in confidenza ha fatto sì che a segnare fosse Loris Zonta (che atten- deva da quattro anni una rete al Menti). Ed è difficile immaginare chi più di lui meritasse questa soddisfa- zione. Zonta è un soldatino umile e preziosiso: veste senza fiatare qualsiasi ma- glia dalla 2 all’11, si fa trovare pronto quando serve, sa stare in disparte quando la situazione lo impone. È un ragazzo serio e con un cer- vello che funziona benissi- mo: ha in tasca una laurea in economia e siamo pronti a scommettere che in futuro potrà essere una risorsa preziosa per il Lane anche fuori dal campo, in panchina o dietro una scrivania. Fiore di Maggio In verità siamo in marzo, ma è già sbocciato. Abbiamo parlato del prezioso pallone giunto da sinistra in occasione del primo gol: ora soffermia- moci sull’altrettanto preziosa palla che da destra ha propiziato il raddoppio. Per carità, l’autogol è di quelli buffi, ma quel che qui interessa è che a mettere in mezzo quel pallone sia stato un terzino destro che a 40 anni suonati, all’89’ (!), ha ancora l’energia per spingersi in avanti. Cristian Maggio rimettendosi in gioco nella sua Vicenza ha rischiato molto. E per ora la scommessa è vinta. Chapeau. 

Giancarlo Tamiozzo