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L'intervista

Alessandro Sgrigna: «Lane, ai playoff conta la testa. Servono carica e lucidità»

L'ex attaccante del Vicenza oggi allenatore del Caldogno
Alessandro Sgrigna conta 159 presenze con la maglia del Vicenza, segnando 31 reti. Nella foto durante la stagione 2006/07
Alessandro Sgrigna conta 159 presenze con la maglia del Vicenza, segnando 31 reti. Nella foto durante la stagione 2006/07
Alessandro Sgrigna conta 159 presenze con la maglia del Vicenza, segnando 31 reti. Nella foto durante la stagione 2006/07
Alessandro Sgrigna conta 159 presenze con la maglia del Vicenza, segnando 31 reti. Nella foto durante la stagione 2006/07

È uno di quei giocatori che ha lasciato il segno con la maglia biancorossa e che come tanti altri ha deciso dal 2001 di restare a vivere a Vicenza. «Ormai mi sento quasi un vicentino- ci dice Alessandro Sgrigna - qui ho vissuto anni importanti, arrivai che ne avevo solo 19, un'esperienza incredibile».
Oggi è allenatore del Caldogno, che è a caccia della promozione nel campionato Eccellenza, ma la sua è stata una carriera importante che lo ha visto protagonista pure in serie A con il Torino. Con i colori biancorossi vanta ben 159 presenze e 31 reti, colori che ancora oggi segue sempre. «Ovvio, quando posso vado al Menti, ma mi faccio pure qualche trasferta».

Ha visto la finale di Coppa e l'ultima con il Piacenza, due gare giocate in modo assai diverso.
Ci sta quando le motivazioni tra chi si affronta sono così differenti, poi a Piacenza è stata schierata una squadra guardando al futuro prossimo che è quello che conta di più. Thomassen sta facendo un buon lavoro, non era per nulla scontato vincere la Coppa, ma è stata affrontata bene. Un risultato importante.

Vicenza ai playoff, ad inizio stagione quale era stato il suo pronostico?
Direttamente in B, come qualità la rosa era nettamente superiore a tutte le altre del girone A.

Eppure è iniziata subito male...
Sono stagioni così, poi raddrizzarle diventa un problema tanto più se sai di avere una rosa di altissimo livello. A me è capitato a Bari nel 2006/07, squadra fortissima per la B eppure arrivammo solo tredicesimi.

Cosa incide negativamente così tanto?
È un fatto mentale, sai di essere più forte, ma se per qualche motivo i risultati non arrivano subito subisci un'involuzione che ti toglie sempre più sicurezza.

Molti pensano che per alcuni giocatori la maglia del Vicenza sia stata troppo 'pesante' da portare!
Lo dico da ex: indossare questa maglia è solo un onore, ti alleni e lavori per questi colori che ti entrano dentro. Ogni volta, anche dopo anni, che entravo al Menti mi venivano i brividi. Era un'emozione tanto bella. Per carità c'è pressione, ma io dico: ci deve essere.

Il Vicenza ha un attacco stellare ma ha subito troppi gol, fragilità evidente della difesa?
In C è fondamentale la compattezza della squadra, la fase difensiva la devono fare tutti a partire dagli attaccanti, il problema non è dei singoli. I reparti sono tutti fondamentali, certo il centrocampo deve saper fare al meglio entrambe le fasi di gioco. Pure io, quando ce ne era bisogno, facevo la fase difensiva.

Ai playoff cosa conterà di più?
Come ho appena detto la compattezza della squadra che dovrà puntare prima di tutto sull'aspetto mentale e poi ovvio anche su quello fisico.

Per forza, si giocherà ogni quattro giorni...
Ma il Vicenza ha una rosa di gran livello, l'importante è azzerare le problematiche passate. Ad esempio: si sono presi troppi gol e si è capito che è successo perché la squadra non è stata compatta? Si cercherà di non rifare lo stesso errore.

Questo slittamento dell'inizio dei playoff un bene o un male?
Per il Vicenza potrebbe essere un bene perché dà la possibilità a Thomassen, arrivato da poco, di lavorare con continuità e poi recupera pure giocatori importanti.

Meglio affrontarli con tranquillità o con l'adrenalina a mille?
Il difficile sta qui perché ci devono essere tutte e due le cose: bisogna essere lucidi ma carichi.

Ogni turno avrà andata e ritorno...
Meglio non fare calcoli, è la cosa peggiore perché il calcio vive di episodi, quindi meglio giocare ogni gara come se fosse la finale.

Sue favorite alla promozione?
Oltre al Vicenza, Crotone, Cesena ed Entella.

Oggi lei allena il Caldogno, com'è la sua vita?
Bella, mi piace tanto allenare, perché hai tante responsabilità, il gruppo guarda al tecnico, sì forse mi piace anche di più di quando giocavo.

Alberta Mantovani