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L'intervista

Lopez: «Il Vicenza è la squadra da battere, ma attenzione al Padova»

di Alberta Mantovani
L'intervista all'ex capitano biancorosso, che ha appena rinnovato con l’Albinoleffe dopo il buon campionato fatto
Giovanni Lopez ha appena rinnovato con l’Albinoleffe dopo il buon campionato fatto
Giovanni Lopez ha appena rinnovato con l’Albinoleffe dopo il buon campionato fatto
Giovanni Lopez ha appena rinnovato con l’Albinoleffe dopo il buon campionato fatto
Giovanni Lopez ha appena rinnovato con l’Albinoleffe dopo il buon campionato fatto

Ha guidato con mano sicura l’Albinoleffe a una salvezza mai in discussione, sempre più vicino alla zona playoff che a quella pericolosa. Adesso Giovanni Lopez potrebbe mettersi tranquillo a fare lo spettatore, ma quando glielo facciamo notare ribatte: «Ma quale spettatore, i playoff li vedrò sì, ma da tifoso del Vicenza». 

A Bergamo è stato confermato per il prossimo anno, una bella soddisfazione.
Sono molto contento, perché è stato apprezzato il lavoro svolto. L’anno prima del mio arrivo la squadra aveva lottato per non retrocedere, si è fatto un bel passo avanti, adesso però bisognerà fare ancora meglio.

Veniamo al Vicenza, lei ha avuto sempre le idee chiare.
Era la più forte, l’ho sempre detto. Ha perso punti all’inizio ma poi quando si è sistemata ha mostrato di non avere rivali e ai playoff è la squadra da battere.

La svolta quindi è stato il cambio di allenatore?
I numeri dicono questo e io mi attengo a quelli.

Ha sfidato il Vicenza di Diana, poi quello di Vecchi: un giudizio?
In campo guardo solo la mia squadra: all’andata siamo andati noi più vicini a vincere, al ritorno Vecchi era arrivato da poco ma tutto il suo percorso conferma che ha saputo trovare la chiave di lettura giusta: il Vicenza ha disputato un girone di ritorno strepitoso.

Per Vecchi è stato importante il mercato di gennaio perché si è sfoltita la rosa.
Intanto brava la società perché è vero che ha sfoltito però ha anche acquistato, pochi giocatori ma di valore. Faccio un esempio: si è lasciato andare Ierardi ma è arrivato Cuomo, che mi pare sia altrettanto forte.

Ecco, la società: avere la famiglia Rosso alle spalle è importante?
Avere una proprietà così è fondamentale perché dà garanzie e ha le potenzialità economiche per poter fare grandi cose. Certo i soldi da soli non servono senza le competenze in ogni settore.

Quali giocatori saranno fondamentali nei playoff?
Di solito gli attaccanti che fanno gol ma la carta vincente per me sarà la solidità come squadra. Non c‘è un giocatore che da solo può fare la differenza anche se il Vicenza ne ha di forti, si potrebbero fare i nomi di Cuomo, di Golemic, di Ferrari, ma la lista è lunga.

Per molti con i playoff si azzera tutto.
Non è vero, intanto perché la classifica dice qualcosa ma poi chi arriva in alto salta delle partite e non è poco e ha il vantaggio del ritorno in casa. Non a caso il Vicenza ha lottato con i denti per arrivare terzo.

Cosa deve fare adesso la squadra biancorossa?
Prepararsi al meglio come sempre anche perché sono gli altri che devono preoccuparsi di affrontare il Vicenza.

Giocarsela dalla prima gara o fare il calcolo sui 180’?
Bisogna tener conto di andata e ritorno, è importante l’equilibrio soprattutto nella prima partita, il che non vuol dire rinunciare a giocarla, però senza andare all’arrembaggio perché ci sono altri 90’ e non si può rischiare di compromettere tutto.

Chi può dare filo da torcere al Vicenza?
Avellino e Benevento, ugualmente molto attrezzate e anche loro con un pubblico caldo, però ci aggiungo il Padova che è forte, lo dicono i numeri, alla fine è arrivato davanti.

Lo stadio Menti dodicesimo uomo in campo?
Il Menti fa sempre la differenza, nessuno può dirlo più di noi che ci abbiamo giocato e ai nostri tempi con un numero ben maggiore di spettatori: sono eccezionali e con la struttura dello stadio è come essere abbracciati dai propri tifosi.